le voci che corrono

Dave Alvin*

> Dave Alvin, Public domain: songs from the wild land, HightoneRecords, 2.000

"Alcuni dei brani di Public Domain sono ben conosciuti: "Shenandoah," "Walk Right In", "What Did the Deep Sea Say" (reso popolare da Cisco Houston, da Woody Guthrie, dai nostri Damnations di Austin), e "Don't Let Your Deal Go Down", per esempio. Altri, "The Murder of the Lawson Family,""Texas Rangers," "Railroad Bill," and "Sign of Judgment", traggono la loro origine da fonti più arcane. Ognuno di essi è una chiave per capire le influenze di Alvin. Public Demain è il seguito naturale dei suoi ultimi albums, ed esprime concretamente la tendenza a seguire il lato popolaresco della sua ispirazione. Costituisce inoltre l'ampia prova di come la musica popolare sia ben viva alle soglie del ventunesimo secolo".

Jim Caligiuri, "Austin Chronicle", agosto 2.000

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"Il nuovo Dave Alvin è un appassionato e salubre tuffo nella tradizione, un omaggio alle radici della canzone popolare americana che vale come impegno per sé e per la sua generazione; questo patrimonio non si perderà, per quanto alte e impetuose le onde della nuova musica non lo sommergeranno. Non tutte le canzoni sono davvero "di pubblico dominio", come vuole il titolo, ma lo spirito è quello: da Dark eyes a East Virginia blues, da Texas rangers a Shenandoah Alvin ha voluto raccogliere brani "che non appartengono più a nessuno ma sono di tutti", entrati nella sua vita quand'era un ragazzino e con amore collezionava vecchi 78 giri. Accompagnato dai Guilty Men più vari "complici", Alvin canta con voce ben scolpita e tesse una classica trama strumentale country rock con venature blues e rockabilly; avrebbe potuto essere più coraggioso e arrischiare qualche arrangiamento davvero moderno ma l'interpretazione è buona e il repertorio di assoluta nobiltà. Bella soprattutto la cover di Don't let your deal go down, che dal bluegrass trascolora al blues, ma la preferita del signor Blaster è Shenandoah, suonata "come se Otis Redding incontrasse Jerry Butler".

Riccardo Bertoncelli, "la Repubblica", 14 settembre 2000

*Con il fratello Phil (voce, armonica, chitarra), con John Bazz (basso) e con Bill Bateman (batteria), Dave Alvin (chitarra) costituì a Los Angeles il gruppo dei Blasters che fin dal primo disco, American Music del 1980, si caratterizzò per uno spiccato, non meno che originale e suggestivo, riferimento alla roots music, genere al quale Dave Alvin è rimasto fedele. Si vedano, fra la sua recente produzione, King of California (1994) e Interstate City (1996).

 

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