Quel che segue è un piccolo estratto di Generation Chaos, Punk New Wave, 1975-1981, pubblicato da Boursellier presso Denoël nel 2008

 

Christophe Bourseiller

generazione ko. La pesante eredità del maggio

1975-1981, una risposta diretta al 1968.

Giusto per essere convinti di percorrere il dito su un calendario.

Dal 1967 al 1972, il mondo occidentale è scosso da un terremoto politico e culturale, l’icona dello “strisciante maggio” italiano. La messa in discussione dei valori sembra definitiva. Chi sopravviverà alla conflagrazione imminente?

Nel 1973, il movimento sociale è in rovina. Il momento è di grande delusione. Settarismo e terrorismo di stato suonato la campana a morte di grandi aspettative. La Cina non è fondamentalmente una dittatura? L’ideale egualitario porta necessariamente al Gulag? Le giovani generazioni non possono nascondere il loro smarrimento. Cosa resta del 1968? Promesse dimenticate, delusione diffusa, suicidio, carriere di successo e alcune riforme. Non si eredita una rivoluzione ma il suo fallimento.

La generazione del 1977 rifocalizzerebbe un pallido spettacolo. Vede i fratelli maggiori conquistare posizioni e sostenere di non giocare il gioco del potere. Punk e new wave mostrano una assoluta diffidenza verso le credenze del riscatto. Basta parlare. Altri sermoni. Più ipocrisia ... Si sostituisce lo slancio collettivo con una celebrazione fredda e realistica della notte. Il rischio è di perdere l’anima.

Controcultura o sub-cultura?

La storia della new wave sembra la rappresentazione della guerra, con morti da contare. Non c’è dubbio che ci sarebbe da registrare anche la morte anonima, avvenuta a margine di una esplosione.

Sappiamo che il punk e la new wave recano una serie di paradossi. Il movimento rivoluzionario reinventa lo scandalo pretendendo di ancorare le rivendicazioni al rock, ma rifiuta il grande sogno. Peggio ancora, si usa e abusa di estetica fascista, come se i simboli non avessero più senso. La new wave coltiva l’ambiguità. Come capire? Dovremmo vedere questo come una contro-cultura o sub-cultura?

Il movimento esita. Genera un sacco di importanti artisti, designer, scrittori e pensatori. Allo stesso tempo, nutre i vari fatti con una colonna sonora di vocazioni discutibili. I Sex Pistols dimostrano questa contraddizione perpetua. In questo gruppo, un poeta di nome Johnny Rotten è a fianco del perduto Sid Vicious, che finisce morto. Chi meglio simboleggia il punk? Un erede di Antonin Artaud o uno Junkie alimentato dalle serie TV? La parola chiave della rivoluzione è quella di un nichilismo implacabile che lavora per uccidere la giovinezza in pochi anni. La generazione caos diventa una generazione KO

Essenza della New Wave

Ciò che rimane è in ultima analisi, questa profusione segnata dal trionfo del negativo? Sul piano estetico l’influenza è innegabile. Punk e New Wave irrigano quasi tutto il settore culturale. Basta accendere la televisione, riflesso fedele di un’epoca. Canali televisivi e spot mostrano un fascino durevole.

La musica degli ultimi trenta anni è stata profondamente influenzato dalla new wave. Dal Grunge al gotico attraverso la rinascita punk attuale ci si dice tributari di quel periodo significativo. Le più grandi rock band ne ammettono il fascino. U2, Depeche Mode o tenere Guns’n’Roses non smettono di riconoscere i meriti di punk e new wave. Questo è anche il caso dei grandi antenati: David Bowie, Lou Reed e Neil Young. Meglio ancora: il movimento techno nella sua diversità, è in linea con l’elettronica new wave e la sua contraffazione commerciale cold wave. Quanto alla Francia, fiorì in subordine negli anni ottanta un rock che proclamò la sua fedeltà a un punk sociale. Il duo elettro-punk Bérurier appare come la prua del fenomeno.

Il cinema non è indenne dal terremoto. Uscito nel 1977, il film Eraserhead  diretto da  David Lynch, è considerato il manifesto finale della new wave. Fra Elephant Man e Lost Highway  il cinema di Lynch sembra fortemente influenzato dall’estetica del periodo. Questo è anche il caso di Wim Wenders e Jim Jarmusch. In Francia di Leos Carax e Olivier Assayas.

L’arte contemporanea è sconvolta. Il movimento dei Young British Artists (Tracey Emin, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Chris Offili ...) prende in considerazione in particolare la dimensione provocatoria di Throbbing Gristle e punk, tutto orchestrato dal Malcom McLaren delle arti visive, Charles Saatchi.

La moda è in continua rivisitazione punk e new wave. Thierry Mugler, Jean-Charles de Castelbajac, Jean-Paul Gaultier, Azzedine Alaïa, John Galliano fanno a turno nell’ispirazione estetica avviati da Vivienne Westwood.

Ma per quanto riguarda le idee? La rivoluzione del 1977 probabilmente potrebbe passare per una contro-riforma. Essa sostituisce il sogno collettivo di una società migliore col disincanto. Ci sono teorici e commentatori new wave e Alain Yves Adrien Pacadis non smettere di cantare le lodi del capitalismo. Le feste mondane glorificano il successo e la ricchezza. In Libération del 27 e 28 dicembre 1980, Alain Pacadis racconta di una con cocktail party visita alla Sorbona: “Dopo il cocktail, sono piombato nell’ufficio del rettore, dove ho ammirato il Richelieu ritratto da Philippe de Champaigne, a suo tempo premiato con un graffito situazionista 69: il quadro era  splendidamente restaurato. Quanti ricordi, vecchia Sorbonne!

Restaurazione, contro-riforma, reazione ... La new wave continua a rifiutare il futuro. Tutto ciò si inserisce nella ambiguità di un movimento che gestisce al secondo grado. Ti glorifichiamo davvero il mondo moderno quando abbiamo entusiasmo per le nubi radioattive? Il culto di champagne, apparenza e denaro nasconde l’impotenza assoluta di giovani che vedono il destino in termini di cinismo e derisione.

La new wave ha contaminato tutto e l’umanità sarà sempre punk senza saperlo?

Che dire di un movimento di denaro, incenso e festa perpetua che si appella alla distruzione?

Si è spesso cantato la bellezza della letteratura negativa. Ma ci si bruciano le ali anche vicino al sole di mezzanotte.