Carlo Romano

Bertoldo e il nullismo

Roberto Bertoldo: NULLISMO E LETTERATURA. Mimesis, 2011 | "HEBENON" n.7-8. A.C. Hebenon, 2011

A distanza di più di un decennio dalla sua prima pubblicazione, Roberto Bertoldo è intervenuto con misura e  autocontrollo sulla nuova edizione di Nullismo e Letteratura che ha da poco licenziato. Anche se è andato approfondendo i temi di alcuni capitoli ha evitato di scompaginarne le circostanze originarie per non farsi trascinare dalla profferta smaniosa delle nuove acquisizioni. Ufficialmente ascrivibile alle "teorie della letteratura" in realtà di queste il saggio non fa che un uso appartato e Bertoldo si tiene alla larga da relazioni modaiole, nomi più o meno influenti, blandizie romanzesche, estetiche avventurose, complicate ontologie, ammiccanti paradossi, equivoci spiriti del tempo. I nomi chiave del libro sono solo due: Leopardi e Camus.

Quello di Bertoldo è un percorso nello scetticismo che non approda necessariamente al pessimismo cosmico ma si struttura nelle abitudini degli uomini e nei loro racconti, siano essi fondati nella storia o proiettati nella fantasia. La letteratura non è altro e probabilmente non è altro nemmeno la vita. In una maniera per molti versi sofferta, prima che di teoria letteraria il libro di Bertoldo discute una tematica esistenziale insieme politica e impolitica. Rischiarando il termine usato nel titolo, in un'intervista oggi pubblicata in appendice, Roberto Bertoldo afferma che "il nullista in nessun modo cade in una condizione d'apatia/inanità/fuga" ma "rivendichi per lui, a protezione della propria vulnerabilità, l'atteggiamento scettico". 

Ma Bertoldo di letteratura si occupa in abbondanza, e non solo nella sua veste di poeta, narratore e saggista, ma in quella di organizzatore culturale, massimamente come fondatore e direttore della rivista "Hebenon" di Burolo (To). Con, da qualche tempo, una evidente idiosincrasia nei confronti dell'odierna letteratura italiana, "Hebenon" si è avventurata in territori culturali poco esplorati: Ne fa fede anche l'ultimo numero che ci è capitato fra le mani (numero 7-8,quarta serie, aprile-novembre 2011) che si apre con una scelta antologica della poesia d'amore femminile di lingua portoghese, prosegue con alcuni testi di Ivan Franko, "il titano" della letteratura ucraina, e di altri poeti (russi, come Dmitrij Grigore'ev o francesi, come Laurence Werner David) per occuparsi poi sì di letteratura italiana, ma di letteratura d'antan (Né con Marinetti né con Tzara, un saggio di Emanuele La Rosa sulla rivista fiorentina "L'Enciclopedia" di Primo Conti e Corrado Pavolini) proponendo infine un documentato excursus di Chiara Mensa sulla traduzione inglese del pavesiano La luna e i falò.  “Fogli di Via”, Marzo 2012