Charles de Jacques

Doucet e Aragon

A chi si occupi di letteratura francese il nome di Jacques Doucet desta forse più attenzione di quanta non ne ottenga nel suo specifico elemento professionale. Doucet fu un sarto di gran classe in un'epoca che se non era ancora quella di Coco Chanel già provava comunque poderose le sollecitazioni alla liberalità dei costumi. Sensibile agli influssi della letteratura, nel 1913 si decise a creare una biblioteca che guidasse a livelli di perfezione la passione del bibliofilo. Non contento di belle edizioni, vi volle affiancare i manoscritti. Inizialmente si fece consigliare da André Suarès, letterato di gusti elevati e diseguale studioso di Dostoevskij, Debussy e altri. Presto deluso dai suoi suggerimenti, Doucet ottenne di buon grado la collaborazione degli Apollinaire, dei Reverdy, dei Cendrars, così familiari alle bufere artistiche che cominciavano ad appassionarlo. Quando morì, nel 1929, lasciò la biblioteca alla Francia. Il prestigio del suo fondo di manoscritti fu tale da continuare ad arricchirsi. Vi si scovano così accanto ai Cravan i Malraux, ai Baudelaire i Léiris, ai Bergson i Cioran.

E' da mettere senz'altro nel giusto rilievo che la segretaria di Doucet, rimasta in carica per molti anni anche nell'istituzione ormai statalizzata, fu Marie Dormoy, la santa protettrice di Paul Léauteaud, ma ciò che caratterizzò definitivamente la collezione fu il contributo che vi diedero due giovani conosciutisi in piena guerra, nel 1917, all'ospedale di Valde-Grace. Quando Doucet li convocò, nel 1922, erano concentrati, insieme a un'accolta dadaisticamente impetuosa -pur se già ai ferri corti con Tzara- nella redazione della rivista "Littérature", alla quale fecero seguire due anni dopo -atto istitutivo di nuove sovversioni- "La révolution surréaliste". Si trattava di André Breton e di Louis Aragon. Un po' tutto il gruppo di loro amici collaborò con Doucet e tutti finirono debitamente archiviati. Per Aragon in particolare questa collaborazione significò un impegno preciso e dunque una tale e generosa fonte alimentare idonea alla vita scioperata che allora prediligeva.

Forse anche perché quello dei finanziamenti era l'aspetto determinante del rapporto, Breton impose per parte sua il silenzio sulla corrispondenza intrattenuta col sarto-mecenate e dettò in proposito una clausola testamentaria (chi ha avuto modo di accedere ai preziosi documenti dice però che è assolutamente ingiustificato e folle non poterli rendere pubblici). Viene invece oggi approntato da Gallimard, in un tomo di quasi cinquencento pagine, il carteggio di Aragon con Doucet. Il volume - Louis Aragon, De dada au surrealisme, papiers inédits, 1917-1931 - è curato da Edouard Ruiz e Lionel Follet. Il primo dei due, aveva scoperto e pubblicato nel 1986, La défense de l'infini (il breve frammento conosciuto dagli anni sessanta come Le con d'Iréne aveva già ottenuto una prudenziale attribuzione), romanzo erotico concepito fra il 1923 e il 1927 e parzialmente distrutto dall'autore (che aveva rotto il rapporto con la sua amante, poi morta suicida nel '28). Il secondo, anche lui vecchio "aragoniano", qualche anno fa, nel 1997, sempre con Gallimard, ne aveva pubblicato un'edizione aumentata coi ritrovamenti effettuati in un fondo dell'Università di Austin, Texas. I papiers inédits adesso pubblicati, oltre ai disparati giudizi letterari, gettano luce ulteriore sulla personalità di Aragon in vista della "svolta" che l'avrebbe portato fra le braccia di Stalin e di Elsa Triolet, la sorella di Lili Brik (protagonista di un mènage à trois col marito e con Majakovskij) ritenuta da Breton "una spia" (circostanza che sembra essere stata confermata da un vecchio colonnello del KGB che ebbe a definirla "un agent d'influence"). La sua affermazione: "l'umanità è un'ipotesi che ha fatto il suo tempo" prese ad assumere sinistre valenze e a tutti gli intimi, rapidamente sfoltiti, sembrò un altro uomo. Lo scrittore rimase tuttavia grande, enorme, un vero "classico".

 

Ps: A proposito di inediti, segnaliamo a quanti si interessano dei surrealisti, che nel volume degli atti dell'ultimo dei celebri "colloqui" di Cerisy-La-Salle (luglio 2000) sono state pubblicate le lettere inedite di Robert Desnos a Youki, suo grande amore, nonché la testimonianza di André Bessière, che fu con Desnos da Compiegne al campo di Terezin, dove il poeta morì per dissenteria (Desnos pour l'an 2000, Gallimard).

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