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Io

Quella donna dal viso indifeso

- un poco sfiorita -

che passa nello specchio

in una scolorita veste rossa,

senza fruscio, di fretta,

rialzando sul capo i capelli

con mano distratta:

quella donna dall'anima dimessa

dicono che son io.

 

Falsa identità

Prima o dopo qualcuno lo scopre:

io sono già morta

da viva. E' di donna straniera

la faccia tra i capelli in giù sporta

che subito si ritira,

l'onbra che dietro le tende

s'aggira la sera,

il passo che viene dalla porta

e non apre. Suo il canto

che intriga i vicini coprendo

i miei gridi sepolti. Qualcuno

prima o dopo lo scopre. Ma intanto...

 

Lei a proclamarsi non esita,

lei mostra il mio biglietto di visita.

Io nel buio, in catene, a un palmo

da voi di distanza, sul muro

graffio questa riga contorta:

testimonianza che mio

era il nome alla porta, ma il corpo

non ero io.

 

In affitto

Possibile? Presi in affitto l'esistenza.

Dovevo possederla - ma l'acquisto

esigeva pazienza, non furore.

Per ciò le mie finestre

guardano dove le aperse il muratore,

non io: che in lontananza

a un brulichio di mari, o di foreste,

mi tormento lo sguardo

oltre il cortile. E l'incompiuto arredo

m'arrossisce alle spalle, in questa stanza

verso il tramonto. E mio

non è neppure l'uscio

che sbarro a notte: ma nulla ch'io possiedo

attira i ladri. Ed aprirò io stessa,

ad un'ora imprevista, al padrone,

quando verrà - cortese, intransigente -

nella tasca il contratto scaduto.

Da: "Il tredicesimo invitato"