Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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Weekend lungo al 23° Motogiro quasi-gastronomico della Strega
Da Milano a Sanremo e ritorno attraverso le Langhe

Contatore delle visite dal 29/12/2009:       

Da ormai 23 anni il Moto Club Valle Argentina organizza nel mese di ottobre (in quest'anno 2012, il giorno 21) il Motogiro Quasi-Gastronomico: non il solito raduno ma un tour alla scoperta delle stradine e dei paesi minori dell'entroterra imperiese, con soste in cui gustare le specialità della zona e passeggiare per i carrugi di antichi borghi. Da una dozzina di anni onoriamo ad intervalli di due-quattro anni questo appuntamento che ci permette di tornare in luoghi a noi particolarmente cari (in questo tratto di Riviera di Ponente ci abbiamo entrambi passato le vacanze, da ragazzi, e ci siamo conosciuti lì): con certezza possiamo documentare le edizioni 2003, 2005, 2006, 2008, 2009 e questa, ma ne rammentiamo almeno una a cui abbiamo partecipato con la Cagiva River, quindi prima del 2001.

Per non andare di corsa (e non spararci in giornata 600 km di autostrada più il tour) abbiamo organizzato un bel weekend lungo, dal sabato al lunedì, e a buon peso siamo riusciti a ingolosire anche Emanuela, una collega di Bian, ed il marito Andrea: dopo 10 anni di lavoro nella stessa azienda e chiacchierate alla macchina del caffè sui rispettivi viaggi, finalmente ne abbiamo fatto uno insieme e con reciproca grande soddisfazione !!! 

LA GALLERIA FOTOGRAFICA

blu: andata - verde: ritorno

rosso: Motogiro - viola: qualche km in più :)

Visualizza 20121021 Strega A/R in una mappa di dimensioni maggiori

Visualizza 20121021 Strega: il tour in una mappa di dimensioni maggiori


Sabato 20 ottobre 2012, appuntamento alle 10.30 al casello autostradale della A7 Milano-Mare, saluti di rito e ammirazione per la nuova Mukka ADV di Andrea ed Emy (e, mi raccomando, i puristi del marchio di Monaco non dicono che è una BMW R1200 GS ADV, ma che E' una ADV, tanto basta), e quindi tranquilla partenza a ritmi autostradali in una giornata che si lascia gustare per la mitezza del clima: è l'ultimo weekend prima del ritorno dell'ora solare in cui le ore di luce si accorceranno drasticamente. A Tortona si devia sulla A21 fino ad Asti e da lì si procede a spizzichi e bocconi per la costruenda A33 fino ad Alba dove giungiamo verso mezzogiorno, fermandoci per un aperitivo nella gremita piazza Savona, di impianto ottocentesco: poco più in là ci sarebbe da visitare il nucleo medievale, ma sarà per un'altra volta.

Ripartiamo per la curvosa SP32 che sale a Diano d'Alba iniziando a far scaldare le gomme intorpidite dall'autostrada e dalla sosta (e serve davvero, se sono fredde si rischia un lungo... vero Bian?), ma con l'intenzione di trovare un'osteria dove fermarsi per il giusto tempo (nè troppo nè troppo poco) necessario a gustare qualche specialità locale, e così in località Tre Cunei di Albaretto della Torre ci fermiamo, a caso, all'Osteria "La Nocciola". Veniamo accolti da un accento che proprio albese non è... ma i dubbi si fugano aspirando i profumi della cucina ed ammirando la cassetta di porcini che odora ancora di sottobosco. Il signor Alessandro è calabrese, ma vive da molti anni in Langa e, da quel cuoco provetto che è, ha fatto sue le tradizioni del posto. Non ci chiede cosa vogliamo, inizia a portarci antipasti vari: acciughe al bagnet, salumi vari, frittata con tartufo... ehi, quelli non sono pomodorini ripieni, sono peperoncini piccantis... "Emy, hai cambiato colore?" ;) poi propone, anzi quasi impone, una spettacolare spadellata di tagliatelle con porcini che onoriamo chiudendo con un assaggio di dolci, caffè... e poi via, dobbiamo guidare!

Andar per Langa...

La SP32 prosegue sinuosa tra i filari di viti ed i paesi che sorgono in costa alle linee delle colline che separano le valli: "Langa", nel linguaggio locale, è la cresta assottigliata di una catena collinare, da cui l'espressione "andar per langa", muoversi secondo gli spartiacque, come fanno, nella regione, molte delle strade, evitando le brevi vallette e i calanchi che ne discendono © Touring Club Italiano "Guida rapida d'Italia" ed. 1995, Vol. 1, pag.22 (autorizzazione alla riproduzione concessa).
Superiamo Serravalle Langhe e Bossolasco oltrepassando il Passo della Bossola 712m (sono le Langhe, mica le Alpi...) percorrendo un tratto della bella SS661 che punterebbe verso Montezemolo e poi riprendendo la SP32 in direzione di Ceva, danzando ancora tra le curve in quasi totale assenza di traffico. Da Ceva a Bagnasco e oltre la SS28 non emoziona particolarmente ma si lascia guidare senza problemi. A Garessio deviazione: una visita proposta e pianificata da Emy ad un paesino segnalato su I borghi più belli d'Italia ci porta alla divertentissima SP582 di Erli ed al Colle San Bernardo 957m, dominato da imponenti pale eoliche appena installate delle quali Andrea (che lavora nel campo) ci descrive le caratteristiche. Entriamo in Liguria ed una deviazione sulla SP44 ci porta, in quattro bei tornanti, a Castelvecchio di Rocca Barbena, insignito di recente anche dalla Bandiera Arancione del TCI, dove ci fermiamo per una passeggiata per le antiche stradine che si arrampicano verso il castello feudale, ammirando inconsueti scorci e abili ristrutturazioni che hanno conservato il tema del borgo.

Castelvecchio di Rocca Barbena   Castelvecchio di Rocca Barbena

Il pomeriggio volge al termine, verso le 17 ripartiamo in direzione di Albenga dove infiliamo l'autostrada A10 che in poche decine di minuti ci porta a Sanremo, dove pernotteremo, ma prima passiamo a Taggia alla sede del Moto Club Valle Argentina dove ci iscriviamo al giro ricevendo la mappa, i tagliandi per i punti ristoro e il consueto ricordo, una bandana. La tirata autostradale di Midori Ryuu l'ha portata in prematura riserva, ed è solo grazie alla pendenza dell'Aurelia Bis che riusciamo a raggiungere per inerzia e gravità un distributore a prezzi "liguri" dove mettere dentro un paio di litri, avendo evitato i precedenti a prezzi "troppo liguri". Una volta sistematici all'hotel Rosa dei Venti, a Sanremo, la serata prosegue con pizza e passeggiata sul lungomare Imperatrice, e quindi appuntamento a domattina.


Domenica 21 ottobre 2012: colazione in hotel, per esperienza sappiamo che a Taggia ci sarà l'assalto al banchetto delle brioches e del cappuccino. Riempiamo i serbatoi per la giornata e in una ventina di minuti raggiungiamo Taggia dove ci fermiamo per iniziare ad immergerci nell'atmosfera della manifestazione, la concentrazione di moto di ogni tipo che pian piano, alla spicciolata, inizieranno a percorrere l'itinerario proposto con i suoi punti ristoro. Prima cosa, togliere le imbottiture termiche ai giubbotti: la giornata è solatia, la temperatura ben oltre i 20°, sottocasco e guanti non servono, è una meraviglia.

Si potrà criticare questo modo di percorrere le tranquille strade delle Alpi Liguri: in effetti la presenza di centinaia di mezzi a due ruote su carreggiate larghe anche meno di tre metri e non in perfetto stato causa assembramenti non proprio salutari, vista anche la presenza di qualche scalmanato, ma ogni tanto si potrà indulgere a una manifestazione così ben gestita, rispettando il consiglio qui a fianco, no?

Dopo una passeggiata tra le centinaia di moto che affollano il piccolo borgo, partiamo lungo l'itinerario proposto con le ruote puntate a nord sulla abbastanza agevole SS540 superando Badalucco e Montalto, fino al primo bivio presso Molini di Triora che, fino ad alcune edizioni fa, era il penultimo punto di ristoro in quanto il giro veniva chiuso a Triora, paese famoso per i processi per stregoneria celebrati nel Cinquecento (in memoria di questo, il logo del Moto Club è una strega che cavalca una moto-scopa con tanto di gatto nero) ma che, essendo discretamente lontano dall'autostrada, era disagevole per i partecipanti più lontani.

A Molini si svolta sulla tortuosa SP65 che corre in folti boschi fino a raggiungere il valico di Colla Langan 1127m da cui un bivio porterebbe al lago Tenarda ed alla Colla Melosa 1540m, sulla Via del Sale, ma non è questo il nostro itinerario: si scende invece in paesaggi più ariosi, col baluginare del mare verso sud, a Pigna, prima tappa-ristoro per chi ha i tagliandi bianchi (chi li ha viola si fermerà ad Isolabona, un semplice ed ottimo sistema per dividere i partecipanti nella sosta tradizionalmente più frequentata per evitare di affollare i paesi).

 

Parcheggiata la moto sotto le indicazioni dei volontari del MC e della polizia locale, saliamo alla piazza vecchia ove è allestito il punto ristoro in cui ci vengono offerti pizza o focaccia e una bibita: il raduno è Zero-Alcool (per chi non resiste ci sono i bar) e decliniamo le bevande più comuni provando di nuovo l'emozione di bere una spuma dopo almeno quarant'anni dall'ultima volta. Pigna, Bandiera Arancione del TCI, vanta interessanti esponenze architettoniche, ma anche senza addentrarsi nelle strette vie, i palazzi nella piazza dalle facciate policrome sfoggiano portali ed architravi che meritano di essere ammirati.

Pigna, la piazza vecchia

Lasciamo Pigna diretti a sud lungo la SP64 della valle del Nervia fino a Isolabona, dove le indicazioni ci fanno svoltare per Apricale, altra Bandiera Arancione del TCI e membro de I borghi più belli d'Italia, gradevolissimo paesino visitato in altre edizioni del Motogiro da cui scendendo e risalendo versanti di valle coperti da uliveti si raggiunge Perinaldo, detto "Il poggio delle stelle" per la presenza di un osservatorio astronomico dedicato a Giandomenico Cassini che qui ebbe i natali, e quindi ci si re-immerge nei boschi del Monte Bignone fino a San Romolo, dove un bivio ci conduce a Coldirodi e ci fa ri-ammirare il mare dall'altro di Capo Nero, con Sanremo a sinistra e Ospedaletti a destra, verso la quale scendiamo a tornanti per raggiungere il punto-aperitivo.

Ospedaletti  venne fondata nel XIV secolo dai crociati Cavalieri di Rodi, che, ivi naufragati durante una tempesta, eressero in segno di gratitudine per lo scampato pericolo dapprima una cappella dedicata a San Giovanni, patrono del loro Ordine e quindi un Hospitium, da cui deriva il nome del paese. Siamo particolarmente legati a questa piccola ma gradevolissima località, dal clima più mite della Riviera di Ponente grazie alla conformazione del golfo, perché oltre che essere il luogo dove il Bian ha passato innumerevoli vacanze estive ed invernali in gioventù, è anche quello dove lui e Gege si sono conosciuti. Di anno in anno troviamo il paese sempre più cambiato, essendo in costruzione una Marina e, soprattutto, essendovi stata smantellata dal 2001 la ferrovia, ma i punti caratteristici sono ancora tutti lì. Proprio sull'area della ex sede ferroviaria, dove è stata realizzata una lunga ciclabile che porta fino a San Lorenzo al Mare, è stato allestito il punto di ristoro dove ci vengono offerte tartine di paté liguri preparate nell'ex Magazzino Merci della Stazione, adibito a centro culturale. Della Stazione stessa, al momento inutilizzata tranne che per i due appartamenti al piano superiore, si diceva che dovesse divenire la sede del nuovo municipio, vedremo... comunque la sosta di fronte al mare, con il sole che ci scalda, è davvero piacevole e ci prepara per l'ultimo tratto.

La SS1 "Aurelia" tra Ospedaletti e Bordighera è ampia ma molto tortuosa, ma non abbiamo fretta. A Bordighera svoltiamo lasciando il lungomare in corrispondenza della bella chiesetta di Sant'Ampelio percorrendo la pineta e salendo alla frazione Sasso, da cui l''ultimo tratto di strada ci fa giungere a Seborga, termine del giro... beh, a dire il vero l'affluenza di 1400 partecipanti costringe i volontari del MC a far fermare pericolosamente le moto lungo la strada, a ben un paio di km dal paese che ha una ricettività molto bassa in termini di parcheggi, ma siccome alcuni motociclisti che scendono avvisano che c'è spazio disponibile, proseguiamo e riusciamo a parcheggiare presso la piazza dove è allestito il "rancio".

Seborga è anch'esso Bandiera Arancione del TCI e vanta una curiosità: in base alla presunta non annessione ufficiale all'Italia, è ritenuto dal 1963 da alcuni suoi abitanti un Principato indipendente, come lo era nel Medio Evo. Di fatto territorio italiano con Sindaco e tutto, vi "regna" un principe con funzioni esclusivamente simboliche (ma soprattutto folcloristiche e turistiche), e vi si conia una moneta, il Luigino, con valore pari a 6 USD ma spendibile solo nel comune: stando a Cesare Borgia, mancherebbe solo l'ammimistrazione della Giustizia per farne una Nazione, visto che a suo dire "prerogativa di uno stato sovrano è battere moneta ed avere il boia".

Ultima coda per il pasto in piazza, invero un po' più povero delle edizioni precedenti (quando c'erano salsiccia e polenta), mentre in attesa della tradizionale lotteria ove vengono estratti premi a carattere sia motociclistico che culinario offerti dagli sponsor viene diffusa musica: la manifestazione di fatto è terminata ma anche la giornata di Andrea ed Emanuela volge al termine, verso le 16 ripartiranno alla volta di Milano e ci saluteremo con grande affetto per come si sono svolti questi due giorni, reciprocamente abbiamo trovato dei compagni di viaggio con ritmi, curiosità ed interessi molto simili. Noi abbiamo ancora due ore abbondanti di luce, per cui facciamo quattro passi nel paese e poi la consultazione della cartina ci fa propendere per una strada sottilissima e mai percorsa.

Partiamo da Seborga verso nord e una stradina deserta e tortuosissima, ma sempre asfaltata, ci porta alla frazione Negi, poi piega a sud costeggiando il crinale e torna a puntare a nord riportandoci a Perinaldo dove incontriamo nuovamente la SP62 che però percorriamo in direzione di Dolceacqua, arrivandoci da una prospettiva diversa rispetto a quella classica della Val Nervia. In questi 25 km incontreremo soltanto alcuni 4x4 guidati da cacciatori.

Dolceacqua è l'ennesima Bandiera Arancione del TCI di questo tour, tipico borgo medievale ligure di cui gli attributi principali sono il Castello Doria alla sommità ed il bel ponte pedonale che supera il torrente Nervia. Il nucleo vecchio è un dedalo di carrugi che, con piacevole sorpresa, troviamo animati: le botteghe artigiane sono aperte così come le enoteche che offrono il nettare locale, il Rossese di Dolceacqua, un vino di uve Rossese 95-100% il cui discipinare DOC risale al 1972.

Panorama di Dolceacqua

All'imbrunire ripartiamo verso la costa, superata Camporosso arriviamo nell'intensa conurbazione Ventimiglia-Vallecrosia-Bordighera e riattraversiamo Ospedaletti sul corso regina Margherita (il rettilineo del Circuito) per poi arrivare a Sanremo mentre il sole tramonta alle nostre spalle.


Lunedì 22 ottobre 2012: abbiamo l'intera giornata da sfruttare per il ritorno, e la carta ci suggerisce sia strade già note che altre mai percorse, ed allora decidiamo di rientrare ancora attraverso le Langhe per godere ancora dei colori autunnali. Partiamo da Sanremo con tutta calma, verso le 10, sull'Aurelia in direzione di Imperia, su curve e controcurve che ben conosciamo: quante volte abbiamo percorso il tratto da Ospedaletti a San Lorenzo con una Fiat 500, quella vera, col tetto aperto... Uno stormo di gabbiani disposti a V vola elegante sopra di noi. A Imperia deviazione per la SS28 "del Col di Nava" che attraversa la zona industriale del capoluogo di provincia. Sappiamo che più avanti la statale si infilerà in una serie di viadotti e gallerie che tagliano in rettilineo il tracciato della vecchia strada, ed a Borgoratto abbandoniamo la strada per una deviazione sulla SP28 che ci porta in un paesaggio di coltivazioni a gradoni prima e di bosco poi, per Caravonica e Colle San Bartolomeo 621m. La strada è deserta e ci fa godere appieno dei colori e dei profumi della Liguria malgrado il cielo non sia limpido come nei due giorni precedenti. Ridiscendiamo per l'originario tracciato della SS28, declassato nel 1980, raccordandoci al termine dell'ultimo viadotto della strada nuova e iniziamo a salire verso il Col di Nava evitando le nuove varianti in galleria di Pieve di Teco. La strada è agevole e consente anche di superare in scioltezza i pochi camion che vanno verso il Cuneese evitando la più lunga autostrada A6 Savona-Torino. Le ultime curve prima dell'abitato di Colle di Nava, che coincide con il vero e proprio Col di Nava 934m, mostrano Forte Bellerasco, uno dei cinque forti del complesso difensivo del colle, raggiungibile per una breve deviazione ma non visitabile in quanto ancora proprietà del demanio militare.

Forte Bellerasco al Col di Nava

Il Forte Centrale invece è attraversato dal tracciato a "S" della vecchia strada, come nei forti veronesi detti "Chiuse", tracciato studiato per difendere il forte stesso dai tiri d'infilata. In esso ha sede l'APT del Colle, che però oggi è chiusa e quindi il forte non può essere visitato (ma potemmo accedervi in passato).

Accesso sud al Forte Centrale  Caponiera sul lato nord

Lasciato il Col di Nava si scende dolcemente verso Ponte di Nava e Ormea nella valle del Tanaro che si allarga man mano, accanto alla cessata ferrovia Ceva-Ormea. A Garessio, dove all'andata avevamo deviato per Erli, stavolta compiamo un'altra deviazione sulla SP178, segnata come panoramica, in direzione di  Pamparato. La strada è deliziosa, corre in un'ampia valle salendo su un suo versante per prendere quota fino alla Colla di Casotto 1381m tra boschi dalla bellissima tavolozza autunnale che però il pallido sole (il cielo nel frattempo si è velato) non riesce ad infiammare, ma lo spettacolo è comunque coinvolgente... e poi, ci siamo solo noi. Ci fermiamo a Pamparato per il pranzo. Il paese sembra deserto, c'è un anonimo bar e, in una strada laterale, una pensione-ristorante che però, essendo lunedì fuori stagione, è chiusa... stiamo per andare via quando la proprietaria esce da una porta e ci chiede "Volete mangiare? Qualche cosa possiamo prepararlo". Accettiamo immaginando di doverci accontentare della solita banale pasta al pomodoro, e invece ci viene servito un gustoso piatto di penne al sugo di noci fatto in casa che ci soddisfa pienamente: ripasseremo volentieri dalla Trattoria "Roma".

La SP164 che da Pamparato scende a Monasterolo è poi un ottimo esercizio di piega che agevola la digestione: bellissimo asfalto e un tracciato di curve regolari che si susseguono in modo "dolcemente insistente", con traffico nullo. Giunti al piano, il tratto verso San Michele Mondovì è un comune rettilineo che poi ci condurrebbe a Ceva, attraversata all'andata, ma la cartina evoca un'altra deviazione: la SP115 ci fa salire per Marsaglia con alcuni tornanti che attraversano una conca di calanchi e ci raccorda con la SS661 con la quale raggiungiamo da sud Belvedere Langhe... e qui è stato un vero peccato che il cielo e l'orizzonte non fossero limpidi. Il paese porta con onore il suo nome perché si trova su un balcone naturale da cui si domina tutta la catena alpina dalle Alpi Marittime al Monte Rosa, e ovviamente tutta la piana che c'è in mezzo, ce lo segnamo per una domenica dal clima favorevole. Nelle vicinanze di Dogliani possiamo ammirare i colori dei vigneti dei poderi "Luigi Einaudi", di proprietà della famiglia del secondo Presidente della Repubblica che era nativo della vicina Carrù, e proseguiamo per Barolo.

Poderi "Luigi Einaudi" a Dogliani  vista di Barolo

Avevamo già visitato Barolo anni fa: la notorietà del vino omonimo ne è un gran bel biglietto da visita; all'interno del Castello dei Marchesi Faletti vi sono allestiti musei e l'Enoteca Regionale del Barolo, in un altro palazzo è visitabile il curioso Museo del Cavatappi. La giornata però volge ancora al termine, ci dirigiamo verso Alba per strada sempre più pianeggiante ed anonima nelle zone industriali e re-imbocchiamo l'autostrada che in meno di un paio d'ore ci porterà a casa. Alla fine abbiamo percorso circa 850 km, una degan conclusione di stagione, visto che il clima e le ore di luce in meno non ci permetteranno tanto facilmente di replicare una gita così fino alla prossima primavera... ma mai dire mai!


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