Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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4-5 ottobre 2014: dalla Valmareno alla Valbelluna

Contatore delle visite dal 29/12/2009:       

Gli ispiratori di questo tour sono due, e li ringraziamo in ordine alfabetico: AquilaSolitaria del forum di Mototurismo e Nicholas degli Amici Honda Deauville. E’ grazie ai loro report e notizie pubblicate sui forum che abbiamo programmato questa gita in una particolare zona di quella bellissima regione che è il Veneto: non è solo questione di “erba del vicino”, il Veneto è davvero bello. Il tour avrebbe dovuto essere svolto in agosto, ma questa pazza estate piovosa ce l’ha impedito e così, dovendo sfruttare una SmartBox già prenotata per il pernottamento, siamo slittati fino al primo weekend di ottobre che è stato fortunatamente molto mite.

Il percorso programmato avrebbe dovuto essere il seguente: andata via Rovereto, Pian delle Fugazze, Schio, Salto del Granatiere, Asiago, Enego, Feltre, passo di San Boldo, Revine Lago, con giretto alla grotta del Caglieron e poi su in vetta al monte Pizzoc. Ritorno per Valdobbiadene, Asolo, Bassano del Grappa, Valstagna, Asiago, Lavarone, Rovereto (ovviamente A/R autostradale Milano-Rovereto). Poi un po’ di troppa “carne al fuoco”, di tempi dilatati e una foratura ci hanno ridimensionato ma la cartina è pronta per la prossima primavera, di cose da vedere e di strade da percorrere ce ne sono davvero tante.

La galleria fotografica

Valmareno e Valbelluna
Marostica, la Piazza degli Scacchi Sabato 4 prepariamo i bagagli, facciamo colazione e partiamo con molta calma alle 10.30 (chi si alza tutti i giorni alle 5.10 non ha voglia di alzarsi alle 7 anche di sabato…): infiliamo la A4 insolitamente trafficata in direzione di Brescia ma poco prima della Leonessa d’Italia foriamo la gomma posteriore, la ripariamo in una piazzola di emergenza e ne controlliamo tenuta e pressione alla successiva area di servizio che, per fortuna, è solo 10 km dopo. Il tutto ci allunga la tabella di marcia di un’oretta abbondante e rinunciamo all’attraversamento del Pian delle Fugazze e dell’altopiano di Asiago, puntando direttamente su Vicenza Ovest da cui raggiungiamo la prima nuova sosta, Marostica, la bella cittadina murata famosa per la biennale partita a scacchi viventi. Qui pranziamo frugalmente in un bar proprio in piazza e poi passeggiamo per rinverdire ricordi di una gita di una ventina d’anni fa. Proseguiamo poi per Bassano del Grappa dove non ci fermiamo, la conosciamo già, e puntiamo sulla bella Asolo che non riuscimmo a visitare nella gita di esattamente un anno fa. Qui sono eccellenze il Duomo con una pala di Lorenzo Lotto e la villa Scotti-Pasini. La stretta via Browning dai portici ornati da eleganti negozi, a senso unico alternato regolato da semaforo, ogni tanto è teatro di un ingorgo di auto che non hanno rispettato il rosso…

Lasciamo Asolo intravedendo la casa di Eleonora Duse e quindi puntando verso Possagno dove biancheggia il grande tempio di Antonio Canova, poi per strade minori passando per il Golf Club raggiungiamo Valdobbiadene circondata dalle belle colline coltivate a vigneto da cui si produce il famoso Cartizze. Il sole è alle nostre spalle e la luce del tramonto tinge i filari di viti di caldi colori mentre danziamo sulla bella strada a mezza costa, molto curvaiola, che ci porta nella Valmareno a Combai e poi a Folina: da qui in una manciata di chilometri raggiungiamo l’hotel Cà de Lach a Revine Lago, dove ceneremo e pernotteremo con soddisfazione anche se il ristorante, dalla qualità molto elevata, ha anche prezzi commisurati alla qualità…

Domenica 5 si punta ancora verso est: a Vittorio Veneto ci fermiamo per vedere il bel borgo di Serravalle animato da un mercatino dell’antiquariato. Balza all’occhio la bella piazza Flaminio con i suoi palazzi cinquecenteschi ma perderemo gli affreschi di San Lorenzo dei Battuti, la visita guidata va prenotata in anticipo. Qui come nelle altre cittadine che abbiamo appena sfiorato e che sfioreremo in seguito ci si rende conto di quanta Storia permea le architetture civili e religiose e di quanto tempo sarebbe necessario per esplorare a fondo il Veneto.

Serravalle di Vittorio Veneto  Fregona: forra del Caglieron

Poco più a est di Vittorio Veneto, nel comune di Fregona, le Grotte del Caglieron sono un’attrattiva irresistibile: il torrente Caglieron ha scavato una profonda forra nello strato di arenarie e marne, poi a partire dal XVI secolo l’uomo ha scavato delle gallerie per estrarre queste pietre come materiale da costruzione lasciando colonne inclinate per sostenere la volta, e tramite un percorso attrezzato si può percorrere la forra e visitare le gallerie ammirando le cascate formate dal torrente. Da Fregona possiamo vedere la vasta pianura veneta, purtroppo offuscata dal vapore acqueo; inoltre alle nostre spalle la vetta del monte Pizzoc, che dovrebbe essere la prossima destinazione, è ornata da un bel pennacchio di nubi: rinunciamo quindi alla salita (che ci porterebbe via tra andata e ritorno oltre 40 km) e puntiamo sulla nuova destinazione: Feltre, tentando di riprendere almeno per il ritorno l’itinerario programmato.

Torniamo verso Revine Lago e svoltiamo a destra nella valle che già conoscevamo ma che stupisce sempre: in fondo sembra impossibile che la strada si possa inerpicare sulle pareti di roccia e invece il Passo di San Boldo con i suoi 18 tornanti, di cui gli ultimi 5 in galleria, ci porta dalla Valmareno alla Valbelluna, scendendo dolcemente verso Trichiana.

Passo di San Boldo

A dire il vero anche Feltre meriterebbe una visita ma, vista l’ora (quasi le 13), lo stomaco reclama qualcosa di meno frugale del pranzo di ieri e così puntiamo direttamente su Pedavena e la sua famosa birreria. Croce e delizia, oggi c’è la Gran Adunanza per la discesa delle mandrie dagli alpeggi. Il viale della birreria è transennato ma i motociclisti hanno ampi spazi per il parcheggio. Attendiamo una ventina di minuti per avere un tavolo iniziando ad assaggiare una Centenario e poi ci accomodiamo per pranzare: nel frattempo inizia la sfilata dei mandriani con gran scampanar delle vacche e a fine pranzo dobbiamo aspettare un’ulteriore mezz’ora perché passi l’ultima mandria; a questo punto, con grande efficienza, la strada viene liberata e ripulita in un batter d’occhio permettendo a tutti, noi compresi, di ripartire, l’ora si è fatta tarda.

Lasciamo Feltre diretti verso la Valsugana infilando, per guadagnare tempo, la lunga galleria che evita le Scale di Primolano (ma ci dobbiamo tornare, sia per i tornanti che per la Rimessa Locomotive) e l’idea di percorrere comunque l’altopiano di Asiago si spegne guardando l’orologio: dovremmo salire per i numerosi tornanti di Enego, raggiungere Asiago, scendere per altri tornanti verso Piovene-Rocchette e infilare l’autostrada… preferiamo, purtroppo, percorrere la Valsugana sino a Bassano e puntare su Vicenza Ovest, dove riprendiamo la A4… rischiando un incidente per un idiota di principiante a cui evidentemente non hanno insegnato che la corsia di accelerazione dell’autostrada serve ad accelerare ed immettersi nel traffico a una velocità paragonabile al medesimo… no, lui la prende come uno stop… per non parlare del disuso della corsia di destra, che com’è noto è disonorevole e non va percorsa, specialmente nel tratto Bergamo-Milano dove le corsie sono addirittura quattro. Abbiamo applicato il codice: percorrere la corsia libera più a destra, ma avremmo voluto avere le mitragliatrici per coloro che viaggiano a 110 km/h in corsia centrale e  a 120 km/h in corsia di sorpasso, tutti belli intruppati: a scattare una foto si direbbe di essere in Gran Bretagna.

Veleni a parte, pensiamo alla prossima primavera: come dicevamo la cartina è pronta per essere riutilizzata, il Veneto ci attende.


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