[1] Per un’analisi più dettagliata di questa evoluzione storica si possono consultare, tra gli altri, i seguenti lavori: Jesús González Pérez, El procedimiento administrativo, Publicaciones Abella, Madrid, 1964, pp. 83-108; Francisco López Menudo, “Los principios generales del procedimiento administrativo”, Revista de Administración Pública, n. 129, 1992, pp. 38-50, e Martín Bassols Coma, “La significación de la legislación de procedimiento administrativo en el Derecho Administrativo español. Especial consideración de la LPA de 1958”, in Benigno Pendas García (a cura di), Administraciones Públicas y ciudadanos, Praxis, Barcelona, 1993, pp. 33 e ss.
[2] In Spagna, il principio del contraddittorio ha giocato un ruolo capitale fin dagli inizi nella costruzione del procedimento amministrativo. Buona prova ne è la precoce istituzionalizzazione nella base decima dell’art. 2 della LBPA del 1889 mediante il tramite dell’udienza agli interessati; una pratica che ha goduto da allora di una validità ininterrotta come momento precettivo e generale nell’iter dei procedimenti amministrativi (attualmente è prevista dall’art. 84 LAP). La costanza del legislatore spagnolo è stata accompagnata nel suo divenire dalla pertinace posizione della dottrina scientifica, sempre propensa a configurare la partecipazione degli interessati come tramite fondamentale ed essenziale del procedimento amministrativo; nonché dalla posizione mantenuta dalla giurisprudenza, che, allo stesso modo, non ha avuto esitazioni nell’appoggiare la trascendenza del contraddittorio amministrativo.
[3] Cfr. José Gascón y Marín, “Necesidad de un Código de procedimiento administrativo”, Revista de Estudios Políticos, n.48, 1949, pp. 11 e ss., e Narciso Amorós Rica, “El procedimiento administrativo español”, Revista General de Legislación y Jurisprudencia, t.185, 1949 (gennaio-giugno), p.733.
[4] Sui principi ispiratori della LPA, si veda Laureano López Rodó, “Directrices de la Ley de Procedimiento Administrativo”, Documentación Administrativa, n. 8-9, 1958, pp. 17 e ss.
[5] Si veda, ad esempio, Georges Langrod, “Quelques problèmes de la procédure administrative non contentieuse en droit administratif comparé”, Revue Internationale des Sciences Administratives, 1959, in particolare pp. 10-16.
[6] Cfr. Jesús González Pérez, “La revisión de la Ley de Procedimiento Administrativo”, in Libro Homenaje al Profesor José Luis Villar Palasí, Civitas, Madrid, 1989, p. 567, e José Luis Piñar Mañas, “Procedimiento administrativo y Comunidades Autónomas”, in AA.VV., Gobierno y Administración en la Constitución, vol. II, Instituto de Estudios Fiscales, Madrid, 1988, p. 1476.
[7] Jesús González Pérez, “Ante la nueva regulación del procedimiento administrativo”, Revista Española de Derecho Administrativo, n.77, 1993, pp. 27 e ss.; Sebastián Martín-Retortillo Baquer, “Acotaciones escépticas sobre la nueva regulación del procedimiento administrativo”, Revista Española de Derecho Administrativo, n.78, 1993, pp.213 e ss.; Eduardo García de Enterría, “La problemática puesta en aplicación de la LRJ-PAC: el caso del Real Decreto 1398/1993, de 4 de agosto, que aprueba el Reglamento de procedimiento para el ejercicio de la potestad sancionadora. Nulidad radical del Reglamento y desintegración general del nuevo sistema legal”, Revista Española de Derecho Administrativo, n.80, 1993, pp. 657 e ss., e, dello stesso autore, “Algunas reflexiones sobre el proyecto de Ley de régimen jurídico de las Administraciones Públicas y del Procedimiento Administrativo Común”, Revista Española de Derecho Administrativo, n.75, 1992, pp. 325 e ss.; Laureano López Rodó, “El procedimiento administrativo, garantía de los administrados”, in Procedimiento Administrativo, ponencias del cuarto encuentro hispano-argentino sobre Derecho Administrativo, EGAP, Santiago de Compostela, 1994, p. 26.
[8] In particolare si vedano i lavori delle Giornate tenutesi a Siviglia il 23 e il 24 febbraio 1997 raccolti nel volume collettivo dal titolo Jornadas de estudio sobre la reforma de la Ley 30/1992, Ministerio de las Administraciones Públicas, Madrid, 1997.
[9] Vid. Il Decreto Reale 1259/1999, del 16 luglio, che regola le Carte dei Servizi Pubblici e i premi per la qualità nell’Amministrazione Generale dello Stato.
[10] Vid. art. 42.4 LAP modificato dalla Legge 4/99.
[11] El art. 3.5 LAP, introdotto dalla Legge 4/99, segnala che nei loro rapporti con i cittadini le Pubbliche Amministrazioni agiscono in conformità con i principi di trasparenza e di partecipazione.
[12] L’influenza del Diritto comunitario nella regolazione dei procedimenti amministrativi nazionali è stata avvertita anche dal legislatore italiano. Serva da riferimento l’art. 20.5 della Legge Bassanini uno Legge 15 marzo 1997, n. 59 che include tra i principi che devono orientare la semplificazione e riordinazone dei procedimenti amministrativi, l’adeguamento della disciplina sostanziale e procedimentale dell’attività e degli atti amministrativi ai principi della normativa comunitaria, anche sostituendo al regime concessorio quello autorizzatorio (questo principio, citato alla lettera g-quater fu introdotto dalla Legge Bassanini ter Legge 16 giugno 1998, n. 191).
[13] Vid. art. 3.1 LAP nella sua versione modificata.
[14] Un aspetto che, del resto, oggi è comune a qualsiasi tentativo di riforma amministrativa. Cfr. Feliciano Benvenuti, Il nuovo cittadino, tra libertà garantita e libertà attiva, Venezia, in particolare pp. 64-70.
[15] Si noti, del resto, che il Libro bianco per il miglioramento dei servizi pubblici presentato dal Ministro delle Pubbliche Amministrazioni nel febbraio del 2000 ha per titolo, appunto, “Una Administración al servicio de los ciudadanos”.
[16] Cfr. Pascual Sala Sánchez (coord.), Comentarios a la reforma del Procedimiento Administrativo, Tirant lo Blanc, Valencia, 1999; José Luis Piñar Mañas (dir.), La reforma del Procedimiento Administrativo, Madrid, 1999; Jesús González Pérez, Francisco González Navarro e Juan José González Rivas, Comentarios a la Ley 4/1999, de 13 de enero, de modificación de la Ley 30/1992, Civitas, Madrid, 1999; José María Álvarez-Cienfuegos Suarez, Comentarios a la Reforma de la Ley del Régimen Jurídico de las Administraciones Públicas y del Procedimiento Administrativo Común, Aranzadi, Pamplona, 1999; e il numero monografico della rivista Documentación Administrativa, n. 254-255, 1999, dedicato a La reforma del régimen jurídico de las Administraciones Públicas y del Procedimiento Administrativo Común.
Si possono ugualmente consultare alcuni interessanti lavori sul contenuto globale della riforma: Jaime Rodríguez-Arana Muñoz, “La reforma de la Ley 30/1992 y su incidencia en la Administración Local”, Revista de Estudios de la Administración Local y Autonómica, n. 277, 1998, pp. 11 e ss.; Jesús López-Medel Bascones, “La reforma del régimen jurídico y el procedimiento administrativo”, Poder Judicial, n. 52, pp. 321 e ss.; Manuel Martínez Bargueño, “La modificación de 1999 del Régimen Jurídico de las Administraciones Públicas, con referencia especial a los procedimientos de gestión de personal”, Revista Aragonesa de Administración Pública, n. 15, 1999, pp. 139 e ss.
[17] Questa regola prosegue il tradizionale computo dei termini nell’ordinamento spagnolo, in cui è sempre stata mantenuta la regola per cui i termini per la realizzazione di azioni procedimentali o processuali, fossero essi espressi in giorni, mesi o anni, a seconda della norma, venivano calcolati a partire dal giorno seguente alla notificazione dell’atto o del provvedimento corrispondente. La LAP 1992 cambiò parzialmente questo panorama, nella misura in cui stabiliva che i termini espressi in mesi o anni fossero calcolati a partire dal giorno stesso della notificazione, ma non eliminava il riferimento al fatto che il calcolo sarebbe stato realizzato da “data a data” (de fecha a fecha), cosa che causò un effetto indesiderabile. Il calcolo da data a data era stato inteso dalla giurisprudenza come equivalente al computo per mesi naturali, cosicché, prima del 1992, ad esempio, un termine di un mese quando la notifica dell’atto si era verificata il tre marzo, cominciava il quattro marzo e si concludeva il tre aprile. Nel calcolare il termine non si teneva conto, cioè, del giorno della notificazione ed esso si concludeva sempre il giorno del mese di scadenza corrispondente al giorno prima di quello in cui si fosse cominciato a calcolare il termine. Questo sistema presupponeva un computo per mesi naturali, dato che il quattro aprile era già il primo giorno di un altro termine. La novità della LAP 1992 comportava che, nel nostro esempio, il termine cominciasse ad essere calcolato il tre marzo (giorno della notificazione e anche dies a quo), ma che si concludesse il due aprile (giorno del mese di scadenza equivalente al giorno precedente a quello in cui si era cominciato a calcolare il termine), cosicché i privati cittadini perdevano un giorno rispetto alla disciplina precedente.
[18] D’altra parte si tenga conto che, com’è previsto dall’art. 48.1 LAP, quando il termine è espresso in giorni, si intenderà che questi sono giorni feriali vengono esclusi quindi le domeniche e i giorni ufficialmente festivi mentre il termine verrà calcolato in giorni naturales solo in caso che ciò venga stabilito da una norma specifica.
[19] Cfr. Jesús González Pérez, Francisco González Navarro e Juan José González Rivas, Comentarios a la Ley 4/1999..., cit., pp. 396-398. Da parte sua, l’art. 72.2 LAP stabilisce che prima dell’inizio del procedimento amministrativo, l’organo competente, d’ufficio o su istanza di parte, nei casi d’urgenza e per la protezione provvisoria degli interessi coinvolti, potrà adottare le misure necessarie nei casi previsti espressamente da una norma con rango di legge. Le misure provvisorie dovranno essere confermate, modificate o sollevate nell’atto d’avvio del procedimento, che dovrà essere effettuato entro i quindici giorni seguenti la sua adozione, il quale potrà essere oggetto del ricorso pertinente.
In ogni caso tali misure rimarranno senza effetto se il procedimento non verrà iniziato entro il termine o se l’atto d’avvio non si pronuncia espressamente al riguardo.
Si tratta di misure cautelari la cui presenza nell’ordinamento si fa sempre più crescente. Dal punto di vista del processo amministrativo italiano, il Disegno di Legge n. 2934 recante Disposizioni in materia di giustizia amministrativa, introduce, com’è noto, questa stessa possibilità all’art. 3.
[20] Per un commento più dettagliato si veda, oltre ai commenti generali, il lavoro di Oriol Mir Puigpelat, “La reforma del sistema de responsabilidad patrimonial de las administraciones públicas operada por la Ley 4/1999, de 13 de enero, de modificación de la LRJPAC”, Revista Jurídica de Catalunya, n. 4/1999, pp. 49-90.
[21] Una precisazione che non è stata ricevuta positivamente da parte di alcuni autori, in quanto secondo quanto essi sostengono, a nostro avviso con ragione non si tratta tanto di definire i casi di forza maggiore, quanto di includere una causa di esclusione della responsabiltà patrimoniale, contrariamente a quanto previsto dall’art. 106.2 della CE. Cfr. Jesús Jordano Fraga, “La reforma del artículo 141, apartado 1, de la Ley 30/1992, de 26 de noviembre, o el inicio de la demolición del sistema de responsabilidad objetiva de las Administraciones Públicas”, Revista de Administración Pública, n. 149, 1999, pp. 321-336.
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