A cura di Bruno di Marcello
Bernardino era un mio amico. Se n’è andato troppo presto l’11
febbraio del 2000.
Bernardino era uno sceneggiatore, uno dei più grandi del cinema
italiano, di quel cinema italiano che è scomparso o va scomparendo troppo
rapidamente. Nel panorama della letteratura italiana era “uno strano fungo”
(come lo definì qualcuno, con sua somma approvazione) perché in un paese
solare, che ha sempre privilegiato la commedia, Bernardino era nato con una
voglia imprescindibile di grottesco, bizzarro, horror, grandguignolesco. Per certi
aspetti “gl’è annata male”, come avrebbe detto lui da buon romano, è nato nel
posto sbagliato, eppure a ben guardare sia Fellini (in Toby
Dammit, Satyricon, Casanova) che
Dino Risi (in Fantasma d’amore e Anima persa) sia
Dario Argento (in Profondo rosso) gli hanno dato la possibilità di
esprimere al meglio la sua anima noir.