Cronaca - Un percorso esemplare

 

Conclusa la vicenda crevalcorese. Il suo percorso esemplare potrebbe essere assunto come modello dalle altre regioni italiane, dove si registrano richieste di costruzione di nuove centrali termoelettriche.
 
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l'articolo del Resto del Carlino
sull'argomento (29 settembre 2000)

 

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l'articolo della Repubblica
sull'argomento (29 settembre 2000)

"No alla centrale termoelettrica ai Beni Comunali di Crevalcore (BO), ma no alla centrale anche in tutto il comune di Crevalcore". Questa è la decisione finale del sindaco e della giunta. Il 27 settembre, il pregevole teatro comunale in stile barocco della cittadina era stracolmo. Sul palcoscenico, sedevano a un lungo tavolo, di fronte alla platea e ai palchi, il sindaco, gli assessori e i capigruppo della maggioranza e dell'opposizione. Nel silenzio delle grandi occasioni sono state rievocate le tappe del percorso di questa vicenda: dalla richiesta della Southern Company del marzo 2000, all'incontro con i tecnici della società americana, ai contatti con i responsabili dei comuni limitrofi, in particolare con Finale Emilia, da cui ci separa solo il fiume Panaro, comune che aveva ricevuto ben due proposte da due società diverse.

Il sindaco ha sottolineato la specificità dell'esperienza crevalcorese: unico comune ad avere coinvolto i cittadini nel dibattito sulla centrale, e per essersi fatto promotore presso la regione della richiesta di intervento di questo organo amministrativo superiore nella gestione della questione energetica.
E su questo punto si registra il vero salto di qualità: d'ora in poi, le aziende produttrici di energia elettrica non potranno più rivolgersi ai singoli i comuni ponendoli di fronte al ricatto degli investimenti e dell'occupazione in competizione con altri comuni del territorio.

Il 20 settembre, il Consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna ha precisato il proprio impegno, le procedure da seguire, il tipo di valutazioni da esprimere nella definizione del Piano Energetico Regionale, individuando le esigenze del territorio, la sua ecosostenibilità, le centrali termoelettriche esistenti e la loro riconversione. La Regione promuoverà dunque concertazioni di coordinamento, coinvolgendo anche la provincia, i comuni del territorio e gli enti interessati allo sviluppo e al controllo. Si intende governare questi insediamenti nel rispetto dell'ambiente e del territorio.
Nessuna decisione sarà imposta alla popolazione da questo tavolo di concertazione regionale e il nostro comune terrà informati i cittadini.

Il senso della decisione finale era stato anticipato in una riunione ristretta il 15 settembre scorso, ma in quella occasione erano rimasti i timori che ciò che si cacciava dalla porta potesse rientrare dalla finestra, imposto dal tavolo regionale.
Ora la chiarezza è assoluta. Tutti i capigruppo sono stati unanimi nel bocciare la proposta della multinazionale americana, eccetto i socialisti, che hanno continuato a parlare, davanti a un'assemblea tutta di segno opposto, di vantaggi economici e occupazionali.

E' stato criticato il comportamento della società per non aver risposto alla richiesta di chiarimenti avanzata dal comune. Questi chiarimenti sono giunti solo due giorni prima dell'assemblea, il 25 settembre, e chi ha avuto il tempo di consultarli, ha espresso incredulità per le banalità riscontrate e le ridicole valutazioni sociologiche, come nel punto dove si accenna ai benefici occupazionali portati dalla centrale nella zona, impedendo la fuga dei giovani dalle campagne. E' stato fatto notare che nella nostra zona è in atto semmai un processo inverso, la tendenza ad uscire dalle città poco vivibili per installarsi in provincia. Il Comitato No Grazie ha espresso apprezzamento per la scelta del sindaco, in sintonia con l'opinione dei cittadini e dei 3000 firmatari.

L'esperienza maturata a Crevalcore e in Emilia-Romagna si propone come modello per tutte quelle situazioni, numerose in Italia, dove le società chiedono di costruire nuove centrali solo sulla base di valutazioni economiche.

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