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ALESSANDRIA Giovedì 01 Febbraio 2001

Sindaci allarmati per il doppio progetto a Casei Gerola
CENTRALE ELETTRICA e rifiuti inquietano la Valle Scrivia

Ettore Piraccini
CASTELNUOVO SCRIVIA «La nostra amministrazione comunale, unitamente a tutte quelle della bassa valle Scrivia, esprime forte preoccupazione in merito alla realizzazione nel vicino Comune di Casei Gerola di una centrale termoelettrica». Questo il parere del sindaco di Castelnuovo Scrivia, Gianfranco Isetta, che teme le conseguenze ambientali dell’iniziativa. «In una serie di osservazioni che abbiamo fatto pervenire al ministero dell'Ambiente, alle Regioni Piemonte e Lombardia, alle Province di Alessandria e Pavia - dice Isetta - abbiamo evidenziato i nostri timori». Ma non c'è solo la realizzazione della centrale termoelettrica a cielo aperto, tenuta segreta per tanto tempo e poi svelata quando forse si supponeva che si fossero esauriti i tempi tecnici per eventuali e motivate opposizioni. L’altro grave motivo è il potenziamento in grande stile dell'impianto di trattamento dei reflui da lavorazione industriale dell'ex Cerestar di Casei Gerola, che potrebbe diventare per volere della Solchem Italia (Sir) uno «smaltitore chimico» di rifiuti speciali e pericolosi della portata di 30/40 mila tonnellate, provenienti dalla Lombardia ma anche dall'estero. Tali «operazioni» hanno destato perplessità e una valanga di interrogativi nei Comuni della zona interessata e nelle associazioni agricole (la Coldiretti ha già preso una decisa posizione contraria): i sindaci Isetta (Castelnuovo), Pradi (Pontecurone), Arfini (Isola S. Antonio), Cereda (Guazzora) e Caldirola (Alzano) si sono riuniti nei giorni scorsi e, insieme a funzionari e tecnici della Provincia di Alessandria, hanno formulato una serie di osservazioni, sperando che prima di decidere si consultino le amministrazioni locali ed i cittadini. C'è nell'aria, insomma, un’agitazione che ha fatto capolino ieri sera in un’affollata assemblea a Casei Gerola, ma che potrebbe manifestarsi clamorosamente domattina, sempre nel centro oltrepadano, in una manifestazione alla quale prenderanno parte anche autorità alessandrine e della Regione Piemonte. Non è ancora nota la posizione degli amministratori pavesi e della Regione Lombardia, responsabili di aver concesso «autorizzazioni contestatissime». «Su questo territorio - afferma Antonello Brunetti, promotore di tante battaglie ecologiche - abbiamo una delle più importanti centrali di smistamento dell'Enel, una ragnatela fittissima di elettrodotti con relativi effetti elettromagnetici, due autostrade trafficate con inquinamento da rumore e da fumi, due antenne per telefoni cellulari, aziende a rischio, sei linee di oleodotti, gasdotti e ossigenodotti. E' ora di dire ‘’basta’’: qui la gente vuol continuare a vivere e a lavorare, anche nell'agricoltura che è da sempre il nostro vanto».

 

ALESSANDRIA
Sabato 03 Febbraio 2001

Lovelli: «Ambiente a rischio con questa serie di progetti»

NOVI LIGURE Dopo i timori espressi nel Tortonese sul progetto di realizzare una centrale termoelettrica a Casei Gerola, ora il sindaco di Novi, Mario Lovelli, sollecita un tavolo di concertazione provinciale per approfondire le tematiche ambientali relative alla produzione energia in Valle Scrivia con questo tipo di impianti. Questo è in sintesi il testo di una lettera inviata al presidente della Provincia, Fabrizio Palenzona, e all’assessore all’Ambiente, Ennio Negri. Lovelli è preoccupato dell’impatto ambientale che più iniziative di questo genere potrebbero causare sul territorio. «Secondo le notizie diffuse in questi giorni – commenta -, pare che alla proposta della centrale turbogas allo stabilimento Ilva di Novi si aggiunga ora l’eventualità di riconvertire l’ex Cerestar in una centrale termoelettrica. Oltre a questo progetto, è quanto mai attuale l’ipotesi dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti, sempre nell’area della Valle Scrivia. A questo punto, l’approfondimento in sede provinciale di queste tematiche è necessario per una corretta programmazione di simili interventi sul territorio, anche alla luce degli orientamenti previsti dal piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti». In merito al progetto di Emilio Riva per l’Ilva, l’industriale bresciano ha sempre smentito l’eventuale realizzazione di un forno elettrico, che doveva invece sorgere a Genova Cornigliano. La recente bocciatura dell’impianto, da parte del Tar Liguria e della stessa Regione, potrebbe riproporre l’ipotesi novese per il forno elettrico. A dicembre, intanto, gli esperti incaricati da Riva hanno presentato al Comune uno studio di prefattibilità della CENTRALE ELETTRICA a turbogas: si attendono nuovi approfondimenti tecnici per consentire agli stessi amministratori pubblici e ai consulenti dell’Università di Alessandria (interpellati dal Comune) di esprimere un giudizio su questo progetto.[m. pu.]

GENOVA Giovedì 18 Gennaio 2001

La giunta di Marta Vincenzi vota una delibera per le Acciaierie. Domani a Cornigliano manifestazione contro l’accordo
Riva: la Provincia ritira la diffida e dice sì al forno elettrico

GENOVA La Provincia ritira la diffida a Riva e promuove il forno elettrico, annunciando nello stesso tempo una lettera del ministro per l’ambiente Willer Bordon. La giunta di Marta Vincenzi ha infatti ratificato ieri mattina le decisioni sulle date della chiusura delle Acciaierie di Cornigliano prese a Roma il 10 gennaio scorso, che prevedono lo spegnimento dell'altoforno il 30 maggio, e ha quindi adeguato i termini della sua diffida inviata al gruppo Riva quando il termine era ancora fissato al 19 gennaio. Come ha spiegato il presidente Marta Vincenzi, insieme con l'assessore all'Ambiente, Renata Briano, la giunta provinciale ha indicato il parere tecnico sul forno elettrico proposto dall'imprenditore Riva. Le valutazioni saranno ora inviate alla Regione, che le integrerà con quelle del Comune e le invierà poi alla commissione per la valutazione di impatto ambientale (Via) del ministero per l'Ambiente. «Il nostro parere è favorevole ma solo nel caso che vengano rispettate certe prescrizioni - ha detto Renata Briano - a cominciare dai rigidi controlli sulle polveri, sugli ossidi e sulle altre sostanze inquinanti dell'aria». La Provincia chiede anche severi controlli sul tipo di vernici usate nell'eventuale impianto di decapaggio; l'uso di gas naturali per fare funzionare la CENTRALE ELETTRICA; il mantenimento dei rumori entro i limiti di legge; indicazioni più precise sul tipo di impianto di monitoraggio previsto per verificare la radioattività dei materiali in entrata. Sull’altro fronte, il Comitato difesa salute e ambiente di Cornigliano (che fa capo a Patrizia Avagnina, una leader storica della protesta del quartiere, negli anni in cui l’inquinamento ambientale veniva messo sotto accusa soprattutto dalle donne), in collaborazione con il Wwf, annuncia per domattina una serie di osservazioni tecniche e valutazioni sulla dismissione della siderurgia a caldo. E sempre domani, ma alle 17, scendono in piazza l’associazione «Per Cornigliano» e Legambiente, con raduno ai giardini Melis e corteo in via Cornigliano. La manifestazione popolare è indetta, come spiega il presidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti, «per dare voce ai cittadini» che vedono nella chiusura del ciclo a caldo fissata per il 30 maggio «la vera vittoria dell’industriale Riva». «Una situazione paradossale - dichiara ancora Sarti - a fronte di provate e conclamate inadempienze e violazioni da parte dell’Ilva, praticamente si è concessa una deroga ad inquinare, e proprio a chi pone ostacoli all’attuazione del processo di dismissione». Duro anche il giudizio sul forno elettrico «che consegna il quartiere a un nuovo rischio ambientale potenziale, chiamato rumore, diossine e inquinamento radioattivo». «A me il ministro per l’Ambiente Willer Bordon ha detto: se io fossi un genovese o abitassi a Genova riguardo le Acciaierie di Cornigliano la penserei come lei»: il presidente della Regione Sandro Biasotti conferma l’intervento dei tecnici di via Fieschi e dell’Arpal, l’agenzia regionale per l’ambiente, che lunedì prossimo verificheranno la situazione dello stabilimento dell’Ilva e i livelli delle emissioni inquinanti.[a.p.]