Cronaca

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Carlino Bologna 29.9.2000

Centrale elettrica, go home


E alla fine, dopo tre mesi di febbrili trattative, consultazioni e verifiche, il sindaco Novello Lodi ha respinto la proposta americana di installare una centrale eletttrica a Crevalcore. Pollice verso anche da parte dei consiglieri di minoranza 'Uniti per Crevalcore' e Lega Nord. Unica voce fuori dal coro, l'esponente dello Sdi Claudio Mariani, che ha manifestato alcune perplessità su un no così categorico.
Teatro gremito sin dalle 20 l'altra sera a Crevalcore. Sul palco sindaco, giunta comunale e gruppi consiliari. E' lui, il sindaco Lodi, a prendere per primo la parola. Trenta minuti di discorso per ripercorrere l'intera vicenda. E verso la fine, quando dalla sua bocca esce un secco no, un lungo applauso del pubblico soffoca l'ultima frase del primo cittadino.
"La zona dei Beni comunali (quella prevista per l'insediamento, ndr) - dichiara Lodi - non possiede le condizioni idonee per l'installazione della centrale". Poi, alzando il tiro: "No su tutto il territorio persicetano, ma no anche nella zona modenese a noi confinante ".
La parola passa a Massimo Frabetti, che a nome del gruppo di opposizione 'Uniti per Crevalcore' e Lega Nord dice: "Il nostro no è sempre stato chiaro e forte. No pertanto su tutto il fronte. Sul nostro territorio abbiamo già due discariche e poiché siamo persone che si accontentano, questi privilegi ci bastano e avanzano...".
E' Claudio Mariani, capogruppo dei socialisti dello Sdi, ad andare controcorrente: "Gli elementi per dire no ai Beni comunali erano scontati, ma noi non ci sentiamo di porre un veto categorico. Occorre approfondire e valutare meglio la proposta della Southern Company Inc., che potrebbe rappresentare un'occasione di sviluppo economico".
Dopo gli interventi del pubblico, le conclusioni spettano al sindaco. "Riteniamo - ribadisce Lodi - promuovere un fitto coordinamento fra gli enti locali (modenesi e bolognesi) interessati alla richiesta americana, al fine di valutare, 'vigilando', eventuali alternative".
di Mauro Spinato

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