Marco 'sto cazzo!
Una fiaba tratta dal libro per bambini "Fottiti!"

C'era una volta ma ora c'hanno fatto una grande vetrata con due colonnine ai lati, e c'era una piccola bestiolina; una piccola bestiolina sofferente.
Iniziò a soffrire fin dalla nascita, a causa di un nome che non sentiva veramente suo. I genitori, lei: primogenita di un rabbino niuiorchese produttore di piscine, e lui: pescatore svizzero da generazioni, si incontrarono in una crocera organizzata dalla Parmatour attorno al triangolo delle bermuda (che, voi mi insegnate, se le bermuda sono mutandoni, cosa potrà mai essere il triangolo?...). "Che figa" esclamavano i croceristi (o crocerossini che dir si voglia) mentre solcavano l'ipotenusa "proprio noi abbiamo vinto questo viaggio. E dire che ci è bastato comprare soltanto ottomilacinquecentoventisette cartoni di latte fresco blu e diecimilacinquecento euro di azioni della parmalat."
I due piccioncini si incontrarono su una grondaia mentre scagazzavano allegramente giù, sul ponte, in testa ai passanti delle cinture. Ad un tratto lei schizzita schizzò per sbaglio sul golfino nuovo di lui e lui stizzito le stizzò proprio sotto i suoi occhi e le disse: "Non capisci un tubo!" e lei " No tu non capisci un tubo" e iniziarono a tubare....

Naque un idillio che tutt'oggi non scema
e poi naque Marco, che scemo lo rimarrà per sempre...
Marco crebbe col dolore nel cuore per un nome non voluto: perchè a lui? perchè proprio a lui, così slegato dall'insano e perverso regno del dio Denaro doveva avere un nome così blasfemo per i suoi ideali? Perchè proprio lui così generoso e incurante del quotidiano esercizio della compravendita e del lavoro-per-il-guadagno? proprio lui che lavorava solo per le bolle, e sia chiaro non intendo quelle "da accompagnamento" sebbene accompagnare, o meglio accompagnarsi, fosse uno dei suoi obbiettivi, ma le bolle che che lo avrebbero portato un giorno a ricevere la massima onorificienza del mondo dei bollatori, cioè quella di Maestro "GRAN BOLLA" guadagnando così la stima e l'affettato di tutti gli amici salumieri e non...?
Questo periodo era un po lungo... in effetti fu un lungo periodo quello che passò scervellandosi o scervellandosi, che legger si voglia, in arrovellamenti del pensiero, cercando una via d'uscita in quella mente chiusa e costruita senza porte e ne finestre, figuriamoci le porte-finestre, ma con soltanto un abbaino dal quale latrava inviti alla sua dolce meta, irragiungibile se non con il lancio di un buon quaterback. E la sua metà, una Labrador di nome Ittina, rispondeva guaendo, a sua volta, tenere risposte d'amore in una lingua incomprensibile anche a se stessa. A volte lei stessa addirittura non capiva ciò che pensava e si chiedeva di ripetere ma il suo pensiero, che a sua volta non la capiva, si ammutoliva.

Ma un giorno ci fu la svolta.
Lui che era sempre stato un destrista convinto, assistette a un concerto dei Modena city ramblers e divenne mancino. Lo stesso giorno conobbe, dai propri genitori il vero motivo per il quale fu battezzato Marco. Durante la crocera (sì lo so che crocera si scrive con la "i" ma mi sta sul cazzo e lo trovo ingiusto. Perchè crocerista si scrive senza? e crocefiggere? crocevia? la i non ci va, punto! anzi, se tolgo la i tolgo anche il punto!) mentre osservavano il mare color cobalto lui disse: "Com'è cobalto questo mare!" e lei " Oh, sì e pensa che io ho sempre sognato che un giorno un bellissimo principe cobalto, cavalcando una bellissima onda color-spuma-di mare, mi sarebbe venuto incontro urlandomi <Come si ferma 'sto surf?>" e lui "E con ciò?" e lei " E con ciò guarda che splendido Mar Cobalto" e lui "Oh, cara, ho un idea! Perchè non chiamiamo nostro figlio proprio Marco Balto, in onore del nostro eterno idillio?" e lei " Tesoro, come ti amo! hai proprio ragione ma Balto lo togliamo per favore che è il nome di un cane di un cartone animato? non vorrei che si innamorasse un giorno di un'altra cagnetta, chessò? di una labrador.." e lui "Ok baby..".

Purtroppo eliminare Balto non bastò ma Marco fu sufficiente ( sì, qui secondo me la "i" ci vuole) per rovinargli la vita. Il piccolo, una volta venuto a conoscenza di questa storia si emozionò ma cercò comunque un nome più appropriato alla sua immagine di duro-di-coduro. Iniziò consultando l'elenco del telefono ma trovò soltanto nomi tipo: luca, simone, giuliano, kennet, matteo, ecc... insomma, nomi del cazzo. Così tentò un'altra strada che gli fu indicata dall'altro suo amore di sempre, quello più rude, quello più maschio, quello di Andrea R. (erre di "ricchione"? mah...forse erre di "caffè"...) il quale un giorno, durante una conferenza mondiale dal titolo " La fine affinità tra i rapporti sessuali e i cambi shimano", nel bel mezzo di un amplesso rock, gli urlò "Sei una bestia! Sei un animale!". Marco (ancora per poco) capì che doveva cercare la sua identità tra i nomi degli animali. Voleva un animale fiero, e chi c'è più fiero di una fiera?una sagra forse? no! Quindi decise che per lui Leone andava benone! Ma spuntò il pedro che disse: "No ferma, qua di leone ci sono già io e te sta calmo che se no accendo il cappello di babbo natale."

Concluse che Leone era un nome da beone e ne cercò altri:
Ponga: c'era già donetti...
Tigre: c'era già l'Uomo, e lo stesso discorso valeva per Ragno, Gatto, Cavallo, Pipistrello, e un sacco di altre bestie... anche di Vacche ce ne erano già tante.
Andò per esclusione e rimase da scegliere tra Stercorario, Salamandra, Anguilla, Cappone lesso, Anatra alla Rancia, Salmone affumicato, caffè ammazza-caffè, dolce della casa della prateria e il conto per favore. Oppure Balena.
Ci pensò molto ma alla fine pensò che la Balena non era poi niente male, soprattutto con un pizzico di rosmarino e un goccio d'aceto, e poi era un grande animale, padrone dei mari (sui quali lui stesso era stato concepito) ed era forte, maestoso e incuteva timore, proprio come lui...be va beh... quasi...solo che era femmina. Con una piccola operazioncina a casablanca diventò finalmente Baleno (anche se qualcosa di femminile l'ha mantenuto...) e si attaccò a questo nome come i moscerini al finestrino.

Oggi l'ormai non più Marco ha tanti amici e con le fighe vive di rendita. E' felice anche se sembra sempre incazzoso, speriamo solo che non si incazzi per aver rivelato l'affascinantissima storia della sua vita, male che vada si ricomincia il 2004 con un'altra denuncia.

Fine

a cura della merda (che porta fortuna)
e adesso pubblicità di Greenpeace