Quattro chiacchere d’arte.

di Umberto Maria Milizia

PICASSO E IL CUBISMO

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Tra le molte (troppe) espressioni dell’arte d’avanguardia moderne il cubismo è quella che maggiormente attrae l’attenzione del profano; Le deformazioni e le scomposizioni di ciò che si vede pongono non pochi problemi allo spettatore; si intuisce che deve esserci un motivo preciso in tutto ciò, ma non si trova “a prima vista” e tutto sembra essere un trucco, più che altro, per l’incapacità del pittore di saper disegnare.

Per quanto riguarda la pittura cubista e Picasso in particolare possiamo affermare che non vi è (quasi) nulla di casuale e che tutto nasce da precisi ragionamenti. I pittori, non sentirono il bisogno di scrivere i loro pensieri perché si espressero, come è logico, direttamente con le immagini ma i critici d’arte sin dalle origini spiegarono le motivazioni di un modo di vedere il mondo che riduceva tutto a “piccoli cubi”; l’espressione citata era di Vauxcelles.

In effetti già da più di trent’anni gli impressionisti avevano dimostrato che si poteva fare arte solo col colore e la luce, senza preoccuparsi di riprodurre esattamente quello che si vedeva e si era posto il problema di tornare a rappresentare la realtà, come nella pittura classica. I cubisti tentarono questo ritorno e per questo sempre i critici hanno parlato anche di origini classiciste del cubismo; vediamo come.

Anzitutto la realtà non è più vista così come è ma nelle sue componenti geometriche di base, un po’ come nell’arte negra e nei bambini, e questo spiega le forme semplificate e rigide, ma rimane da capire il perché di certe strane deformazioni e degli “spostamenti” di pezzi di quello che viene rappresentato. Prendiamo ad esempio un Ritratto di Signora conservato al Kunstmuseum (museo di pittura) di Basilea, come si vede è come se il pittore avesse fatto a pezzi la donna e ne avesse ricucito le parti che compongono il busto ed il volto, per non parlare dello sfondo, secondo qualche misteriosa intenzione.

Per un momento allarghiamo i nostri interessi alle scoperte della fisica di quegli anni ed in particolare alla teoria della relatività che tutti connettiamo al genio di Einstein. In base a queste teorie il tempo, che fino ad allora era stato considerato una costante, divenne una variabile, connessa alla massa ed alla velocità della luce. Ai pittori la fisica in sé non interessava, ma la cosa era comunque occasione di meditazione sulla realtà che dipingevano.

I cubisti volevano rappresentare questa realtà totalmente, in ogni suo aspetto fisico, cosa che gli impressionisti avevano tralasciato, visto che si erano occupati solo di “impressioni” momentanee; ragion per cui decisero di rappresntare quello che dipingevano da tutti i punti di vista contemporaneamente. Nel ritratto citato si può vedere chiaramente un occhio di profilo ed uno di fronte e che il lato della bocca che si vede, sempre di profilo, è quello opposto all’occhio che è di sopra. Al centro si trovano l’altro occhio ed il naso accuratamente geometrizzati e messi l’uno sopra l’altro per guadagnare spazio; a destra la nuca ed i capelli riprendono quasi il punto di vista della bocca e della guancia sinistra, aumentando la riconoscibilità dell’immagine. Del cappello parleremmo se sapessimo come era fatto in origine.

Questa analisi può essere estesa a tutta l’immagine. Una cosa importante da notare è che assieme ai punti di vista cambia anche l’illuminazione; Picasso ci fa vedere prima un pezzo e poi un altro del soggetto e la luce sembra venire (se si riesce a tornare all’immagine originaria) prima da una parte e poi dall’altra. Prima... poi... ecco dimostrato che il tempo non è un momento unico ma varia, esattamente come nella teoria della relatività.

Come ultima osservazione noteremo che essendo l’immagine tutta intellettuale Picasso usa due soli colori, un azzurro ed un giallo oltre al nero ed al bianco.

Intendiamoci bene, capire un quadro non vuol dire che si sia obbligati ad apprezzarlo, noi ci asteliamo da giudizi che possano influenzare chi legge e ci limitiamo a far notare che le deformazioni che alcuni celebri disegnatori, come Walt Disney, introdussero nei cartoni animati derivavano proprio dal cubismo e dal surrealismo (ma ne parleremo un’altra volta). Si sa che Picasso regalava questi ritratti alle signore che erano state particolarmente carine con lui, tanto probabilmente gli eventuali mariti non se ne sarebbero mai accorti, contetente loro...

Per dimostrare che Picasso, se voleva, poteva disegnare e dipingere secondo i canoni più classici e che, perciò, il cubismo non nasce per caso ma da scelte precise riproduciamo anche il ritratto di Olga KoKova, della Collezione Picasso; ognuno faccia le sue scelte.

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