Radicondoli - Castelnuovo Val di Cecina
Qualche notizia sul territorio di Radicondoli
Il territorio che attraverseremo è stato abitato dall'uomo fino dall'antichità, lo testimoniano i manufatti preistorici riguardanti l'industria litica ed il materiale fittile risultato di una approfondita ricerca di superficie. Solo nel 1951 è stata fatta una scoperta importante nei pressi del Bagno delle Galleraie; fu scoperto un sepolcreto dell'età del Bronzo e di recente sono stati trovati, in posizione dominante lungo il corso del fiume Cecina, i resti di un abitato riferibile alla prima età del Ferro.
Nella zona non ci sono grandi tracce del periodo etrusco; la notevole distanza dalla città di Volterra e dal mare ha contribuito ha determinare l'esclusione di Radicondoli dai traffici e dai contatti culturali e conseguentemente da un grave ritardo per quello che riguarda i modelli insediativi e culturali. Solo nel corso del III Secolo a.C. il territorio di Radicondoli venne influenzato dagli interessi politici e di conquista da parte dei Romani, ma non si hanno mutamenti di grande impatto nella struttura del territorio. Attorno al I Secolo d.C. si ha qualche mutamento nella situazione territoriale con alcuni siti romani che aumentarono di numero nell'età Longobarda. <Il toponimo "Radicondoli" deriva da nomi germanici di persona (da Radi, indeclinabile, abbreviazione di Radipest, Radacauso o simili, seguito dal genitivo dipendente Cundelus).>
Fra il 976 ed il XIV Secolo furono attestati undici castelli fra cui oltre a Radicondoli, quello di Elci, Belforte e Montingegnoli, luoghi che vedremo durante la nostra escursione. Era il territorio in cui i Vescovi di Volterra , i Conti Alberti, i Conti Aldobrandeschi ed i Conti Pannocchieschi si dividevano il potere ed i castelli fino all'avvento della Repubblica di Siena che nella sua espansione territoriale ne conquistò la maggior parte fino alla sua caduta per mano dei Medici.
Nel Medioevo fu comunque un territorio popolato e vivace dal punto di vista economico; agricoltura e pastorizia costituivano le attività principali, ma sviluppate erano anche le attività artigianali con un'importante corporazione di lanaioli.
Il territorio di Radicondoli risulta parte integrante della "Regione Boracifera" dove è nato lo sfruttamento prima chimico poi energetico, dei flussi geotermici. Le manifestazioni naturali (lagoni, putizze, fumarole, sorgenti calde) sono state utilizzate, sin dai primi insediamenti umani nella zona, a fini terapeutici (vicino al paese di Castelnuovo Val di Cecina di recente sono venuti alla luce resti di terme etrusche che testimoniano la presenza e l'utilizzo delle risorse naturali del sottosuolo fin da tempi remoti) e per produrre zolfo, allume, sali di boro e vetriolo. Nel 1940 ad opera del principe Piero Ginori Conti, l'industria boracifera toscana veniva trasformata in industria per la produzione di energia elettrica. Nel 1963 iniziava la gestione ENEL dell'energia geotermica.
La nostra escursione inizia in località Belforte, a pochi chilometri da Radicondoli.
Belforte, insieme a Radicondoli, fu tra le prime comunità con propria organizzazione comunale e nel medioevo i due castelli vennero ipotecati a garanzia del patto di alleanza stipulato dai Conti Aldobrandeschi con Siena; attorno al borgo è ancora visibile la cinta delle mura con una torre quadrata e due rotonde, e al centro una torre in mattoni con porta ad arco acuto in pietra ed originali mensole scolpite.
Passeremo dal piccolo borgo di Montingegnoli che mostra ancora lo schema del castello medioevale strutturato a semicerchio all'interno del quale sono numerose abitazioni rustiche percorse da una caratteristica viuzza con romantici cavalcavia.
In lontanaza, verso sud-ovest il piccolo borgo di Elci.
Il castello di Elci è stato uno dei centri medioevali più importanti e popolosi del territorio di Radicondoli. La prima menzione del castello è del 988; nel 1164 era patrimonio dei conti Alberti, da questi ceduto ai Pannocchieschi e divenne la sede principale del dominio di un ramo della famiglia: i conti d'Elci; nella seconda metà del Duecento si trovarono a fronteggiare i senesi i quali distrussero per ben due volte il castello e per due volte ricostruito. Attualmente si presenta in larga parte abbandonato.
Scendiamo fino ad un ponte sul Cecina e risaliamo verso Anqua.
Già nel 1300 esisteva una chiesa con attorno un abitato rurale ma solo nel '600 il borgo cominciava ad avere una certa importanza quando nel 1572 fu fatta costruire una villa dal Conte Marcello di Tommaso Pannocchieschi d'Elci, come ricorda l'epigrafe posta in facciata sotto il grande stemma comitale. Il complesso, nel tempo, ha subìto vari interventi di restauro che però non ne hanno mutato i caratteri; il pozzo del cortile è datato 1789, mentre un iscrizione sull'architrave della porta sulla strada reca la data 1814. Accanto alla villa si trova la chiesa, costruita in mattoni e risale probabilmente ad una ricostruzione seicentesca.
Continuiamo verso Solaio: è un piccolo borgo agricolo di origine medioevale trasformato in villa nel XVI Secolo; grazie ad un sapiente lavoro di recupero architettonico si possono osservare i vari locali adibiti ai differenti usi dell'epoca: la villa padronale con la sua foresteria, la chiesa, il frantoio e la cantina.
Dopo Solaio il nostro percorso devìa a sinistra e passa accanto ad un caratteristico soffione boracifero e, prima in salita e poi in discesa, si arriva alla strada asfalto che porta a Castelnuovo Val di Cecina. Noi continueremo per un sentiero in salita sulla destra che ci porterà al paese mèta della nostra escursione.
Castelnuovo Val di Cecina. Si trova sulle pendici di un colle coperto di castagneti e presenta ancora integro il suo nucleo più antico nella parte più alta del borgo dove si trova la chiesa di origine medioevale ed i segni di antiche fortificazioni con basamenti a scarpa, in un tessuto edilizio sviluppato lungo assi viari lastricati paralleli alle curve di livello. Alla base del nucleo originario si sviluppa il borgo contadino, contraddistinto da un'edilizia più povera con scalette, sottopassaggi, strette stradine. Il borgo Cinquecentesco è sviluppato invece in senso lineare lungo la statale.