VACANZA IN TASSILI 

(ALGERIA)

BY BACCILIERI PAOLO 

1989-1990

IL TASSILI E' STATO VISITATO VOLTE

PARTECIPANTI : CLAUDIO E MARIA CLARA

 

 

 

ALGERIA

Algeria (Ufficialmente, Repubblica democratica popolare di Algeria), stato dell'Africa nordoccidentale, bagnato a nord dal mar Mediterraneo e confinante a est con la Tunisia e la Libia, a sud con il Niger, il Mali e la Mauritania, a ovest con il Marocco. Ha una superficie di 2.381.741 km2 e la sua capitale è Algeri.
Territorio
Il territorio algerino può essere diviso in quattro regioni fisiche. Lungo la costa mediterranea, comprendente la maggior parte delle terre coltivabili del paese, si trova l'Atlante del Tell, una fascia costituita da strette pianure litoranee, fertili vallate e massicci montuosi appartenenti alla catena dei monti dell'Atlante; dall'Atlante del Tell nasce il Cheliff (lungo 725 km), il principale fiume del paese e l'unico a regime permanente, che sfocia nel Mediterraneo. Più a sud - e fino all'Atlante Sahariano - si estende l'altopiano degli Chott, solcato da corsi d'acqua a regime stagionale e costellato da numerose depressioni salate (dette, appunto, chott) che, durante la stagione delle piogge formano laghi poco profondi. Il 90% del paese - la parte meridionale - è occupato da una vasta zona desertica, il Sahara algerino; in questa zona si alternano due tipi di paesaggio, il deserto di sabbia delle regioni del Grande Erg Orientale e del Grande Erg Occidentale, e il deserto roccioso, delimitato a sud dal massiccio dello Hoggar che comprende il monte Tahat (2918 m), la cima più elevata del paese.
Clima
Le diverse regioni fisiche godono di climi differenti. Quello dell'Atlante del Tell è tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche (25 °C di media) e inverni miti e piovosi (11,1 °C), in cui le precipitazioni vanno da 400 a 1000 mm annui. Durante l'estate spira dal Sahara lo scirocco (chiamato localmente Chehili), un vento caldo e asciutto. Verso sud il clima diventa via via più secco; le precipitazioni nella zona degli altipiani e in quella dell'Atlante Sahariano diminuiscono e vanno dai 200 ai 400 mm annui. La regione del Sahara infine ha clima tipicamente desertico, caratterizzato da forti venti, grande aridità e temperature elevate, con precipitazioni annue inferiori ai 130 mm.
Flora e fauna
Paese sottoposto per secoli al diboscamento per la creazione di pascoli, l'Algeria conserva alcune foreste - con pini, cedri e querce - nelle zone più elevate dell'Atlante del Tell e dell'Atlante Sahariano; le aree più basse e la regione dell'altopiano degli Chott hanno scarsa vegetazione, perlopiù di tipo arbustivo. La grande siccità che caratterizza il Sahara permette la crescita solo di piante molto resistenti come l'acacia e l'albero dello jojoba.
La scarsa vegetazione condiziona anche la vita animale, presente in numero limitato; si possono comunque trovare sciacalli, iene, avvoltoi, antilopi, lepri, gazzelle, alcuni rettili.
Popolazione
In base alla stima del 1993, la popolazione algerina è di 27.256.252 unità, con una densità media di 11 abitanti per km2. Essa è costituita essenzialmente da arabi e berberi; dopo l'indipendenza del paese, proclamata nel 1962, il 90% degli ebrei (circa 150.000) e dei coloni francesi (circa 1.000.000) che vi risiedevano hanno infatti lasciato il paese. Oltre la metà della popolazione vive in villaggi o in fattorie ed è perlopiù concentrata nella fascia costiera del Tell. La lingua ufficiale è l'arabo, parlato da oltre l'80% degli abitanti; molto diffuso è anche l'uso del dialetto berbero, mentre il francese viene utilizzato solo dalle persone colte. La religione ufficiale è l'Islam.
Algeri, importante porto del Mediterraneo, è la capitale dello stato; grande e moderna metropoli, conta 1.687.579 abitanti (1987). Importanti sono anche Orano, grande polo commerciale, e Costantina, importante mercato agricolo della regione.
Istruzione e cultura
Il sistema scolastico algerino, che per lungo tempo è stato modellato dal colonialismo francese, ha subito un drastico cambiamento dopo l'indipendenza del paese. Il governo ha attuato un programma educativo volto alla diffusione della lingua e della cultura arabe; nel 1976 ha abolito tutte le scuole private e ha reso obbligatoria l'istruzione primaria per un periodo di nove anni (dai 6 ai 15 anni d'età).
Delle otto università algerine la più importante è quella di Algeri, fondata nel 1879; altri centri universitari con facoltà scientifiche e tecniche sono stati istituiti dopo l'indipendenza.
Nonostante l'influenza francese, che ha a lungo dominato la vita culturale, il paese ha visto la nascita di numerosi movimenti impegnati a recuperare le origini arabo-berbere, tendenza che ha avuto un deciso incremento grazie al placet del governo algerino indipendente.
Tra le istituzioni culturali sono da ricordare la Biblioteca nazionale di Algeri (1835), il Museo etnografico della preistoria (1928) e il Museo nazionale (1897).
Economia
L'Algeria è una delle nazioni più ricche del continente africano. Lo sviluppo economico si fonda essenzialmente sulla produzione e sull'estrazione di prodotti minerari grazie alle imponenti riserve di petrolio e di gas naturale. Importanza non secondaria rivestono anche i depositi di fosfati e i giacimenti di ferro, carbone, piombo e zinco.
Quasi tutte le attività industriali, strettamente controllate dallo stato, sono ubicate alla periferia delle città di Algeri e di Orano; alla produzione tradizionale di tappeti e tessuti si affiancano le industrie alimentari, farmaceutiche, plastiche, di materiali da costruzione, raffinerie di petrolio e manifatture di tabacco. Il rapido sviluppo industriale del paese ha permesso la crescita anche della produzione di ferro, acciaio, carta e componenti elettrici.
L'agricoltura occupa più del 20% della forza lavoro e contribuisce per circa il 16% alla formazione del prodotto interno lordo. La produzione agricola è costituita soprattutto da coltivazioni di frumento, orzo, uva, agrumi, olive e datteri; rilevante, inoltre, l'allevamento di ovini, caprini e bovini.
Nonostante i programmi di riforestazione, attuati fin dagli anni Settanta, il manto forestale ricopre meno del 2% del territorio; la produzione di legname ha essenzialmente scopi industriali. La pesca, soprattutto di sardine, alici, tonni e crostacei, è importante per l'economia del paese.
Flussi monetari, banche e commercio
L'unità monetaria è il dinaro algerino. Le funzioni monetarie e bancarie del governo algerino sono delegate alla Banca centrale di Algeria e dal 1966 sono stati nazionalizzati tutti gli istituti bancari privati o stranieri.
Il paese esporta principalmente petrolio, gas naturale, fosfati, minerali ferrosi, sughero, cuoio, tabacco, frutta e verdura; importa macchinari industriali, zucchero, cereali, carbone e benzina. I principali partner commerciali sono i paesi dell'Unione Europea (circa due terzi delle esportazioni algerine), gli Stati Uniti e il Giappone. Il volume del commercio e la bilancia dei pagamenti dell'Algeria dipendono essenzialmente dal prezzo del petrolio.
Trasporti e comunicazioni
Il sistema dei trasporti è abbastanza sviluppato nella regione settentrionale del paese, il collegamento con quella meridionale è comunque assicurato da un tratto (completato nel 1985) della Transahariana, che da Algeri si spinge fino alla frontiera con il Niger. La rete ferroviaria che si estende per 4730 km, è composta anche da cinque linee che collegano la zona costiera con i centri minerari e petroliferi del Sahara. La rete stradale, sviluppata per 90.000 km, garantisce i collegamenti interni e lo sbocco al mare. La compagnia di bandiera Air Algérie assicura il trasporto aereo nazionale e internazionale.
Ordinamento dello stato
Secondo la Costituzione del 1989 l'Algeria è una repubblica democratica e popolare; la costituzione definisce inoltre l'assetto istituzionale del paese, stabilisce una forma di governo unicamerale e prevede l'elezione a suffragio universale del presidente (in carica per cinque anni) che ricopre anche il ruolo di comandante in capo delle forze armate. La camera di governo (o Assemblea nazionale popolare), costituita nel 1987, fu sospesa nel gennaio 1992 quando furono annullate le elezioni legislative che avevano portato alla vittoria il Fronte islamico di salvezza. Per contrastare l'ascesa del Partito fondamentalista musulmano e impedire che arrivasse al governo del paese, il potere supremo venne affidato a un Alto Consiglio di stato, diretto dal presidente della Repubblica. Per quanto riguarda il potere giudiziario le principali sedi della Corte d'appello si trovano ad Algeri, Orano e Costantina.
L'Algeria è amministrativamente suddivisa in 48 dipartimenti (wilaya), comprendenti a loro volta circa 700 comuni. Ogni dipartimento è amministrato da un governatore nominato dal governo federale. I consigli comunali hanno il compito di emanare leggi locali e di eleggere i pubblici amministratori.
Il governo algerino ha attivato una serie di servizi sociali per anziani, disabili e persone in difficoltà; ha intrapreso la riforma agraria, accelerato lo sviluppo delle opere pubbliche e la creazione di edilizia popolare. Dal 1974 allo stato compete anche l'assistenza medica che viene prestata gratuitamente a tutti i cittadini.
Storia
I primi abitanti dell'attuale Algeria furono i berberi, tribù di cacciatori e allevatori di bestiame che dall'8000 al 2000 a.C., si stabilirono nella regione dell'Hoggar. Nel 1100 a.C. i fenici fondarono Cartagine, nell'Africa settentrionale (attuale Tunisia) ed entrarono in conflitto con i romani. Durante le guerre puniche, combattute tra Roma e Cartagine nel III e II secolo a.C., Massinissa, capotribù dei berberi che regnò dal 202 al 148 a.C., si alleò con Roma e fondò il primo regno d'Algeria, la Numidia che fu conquistata da Giugurta nel 106 a.C. Ben governata da Roma, la Numidia divenne una provincia ricca, le sue città furono fortificate e la prosperità della sua produzione agricola le valse l'appellativo di "granaio di Roma".
Il declino dell'impero romano cambiò la situazione delle province d'Africa e nel III secolo d.C. permise l'affermarsi dell'indipendenza regionale e la crescita del movimento dei donatisti, setta cristiana del Nord Africa già avversata dalle autorità di Roma. Nel V secolo i vandali invasero la regione dando vita a un regno sulle coste nordafricane; quasi un secolo dopo, l'imperatore bizantino Giustiniano, che avrebbe voluto ricostituire l'antica grandezza dell'impero romano, sconfisse i vandali e riconquistò la Numidia.
I regni islamici
Successivamente, nel VII secolo, il Nord Africa fu invaso dagli arabi che, dopo aver combattuto la strenua resistenza delle tribù berbere, affermarono l'Islam nella regione. La lunga fase del dominio arabo fu turbata dalla lotta interna tra dinastie rivali fino all'affermazione, nell'XI secolo, del dominio della dinastia degli Almoravidi e in seguito degli Almohadi. Durante il regno degli Almohadi, Tlemcen, capitale del regno, fu abbellita con ricche moschee e divenne il principale centro artistico e culturale islamico.
L'impero turco-ottomano
La fine del regno degli Almohadi nel 1269 coincise con l'acuirsi della competitività commerciale tra le città portuali del Mediterraneo; per ottenere la supremazia Algeri assoldò i corsari, pirati che si impadronivano delle navi mercantili e sequestravano gli equipaggi e i carichi per ottenerne il riscatto.
Nel XVI secolo gli spagnoli conquistarono alcuni porti del territorio nordafricano, tra cui Algeri, e imposero ai musulmani il pagamento di tributi. Gli algerini chiesero aiuto, Selim I, sultano dell'impero ottomano, califfo di tutto l'Islam, che inviò la sua flotta comandata dai corsari Baba'Arug e Khayr al-Din, detto Barbarossa. I corsari sconfissero gli spagnoli e nel 1518 Khayr al-Din fu nominato beylerbey, rappresentante del sultano in Algeria.
Data la distanza da Costantinopoli, capitale turca, Algeri fu governata come una provincia autonoma in cui l'ordine e la sicurezza interna furono affidati a guarnigioni turche di giannizzeri. La città accrebbe il suo predominio sul Mediterraneo divenendo centro della pirateria a cui gli stati europei pagavano pesanti tributi per ottenere protezione o riscattare i prigionieri.
Alla fine del XVIII secolo ebbe inizio la decadenza di Algeri, soprattutto a causa dell'offensiva militare delle potenze europee che mirava a porre fine alla pirateria, dichiarata fuori legge da un accordo internazionale. Nel 1815 furono inviate forze navali contro Algeri, l'anno seguente la flotta anglo-olandese distrusse le difese del porto e nel 1830 la città cadde in mano alle armate francesi.
La colonizzazione francese
Nel 1834 l'Algeria divenne un possedimento coloniale francese. Il nuovo regime incontrò l'opposizione degli algerini: l'emiro Abd al-Qadir guidò la resistenza berbera contro i francesi; considerato un eroe dai nazionalisti algerini, Abd al-Qadir si arrese solo nel 1847. Dopo questa data la Francia iniziò la colonizzazione di tutta la regione e incoraggiò nuovi insediamenti concedendo terre confiscate; l'Algeria divenne un Dipartimento francese d'oltremare, controllato da una minoranza di europei che costituivano la classe dirigente del paese; con un grande apporto di capitali dalla madrepatria i coloni modernizzarono l'economia, crearono industrie, banche, scuole, attività commerciali e promossero un'agricoltura strettamente legata alle loro esigenze, privilegiando viti e agrumi destinati all'esportazione verso la Francia.
La popolazione, nonostante i vantaggi acquisiti con lo sviluppo economico e l'istituzione di servizi sociali, rimase sostanzialmente svantaggiata rispetto alla classe dominante, anche a causa delle restrizioni imposte: gli algerini non potevano riunirsi in pubbliche assemblee, portare armi e nemmeno lasciare le loro case o i villaggi senza speciali permessi.
Solo una piccola minoranza della popolazione autoctona, che nel 1930 contava 5 milioni di persone, frequentò le scuole francesi e adottò la cultura europea, ma non fu mai considerata al pari dei colonizzatori; proprio da questo gruppo ebbero inizio i primi movimenti nazionalisti algerini.
Il nazionalismo algerino e la guerra per l'indipendenza
Il movimento nazionalista algerino fu costituito dopo la prima guerra mondiale da gruppi musulmani di formazione culturale europea che inizialmente si limitarono a chiedere la totale eguaglianza di diritti tra algerini ed europei. Guidato da Ferhat Abbas e Ahmed Messali Hadj, il movimento indusse il governo francese a emanare nel 1936 un provvedimento che equiparava i veterani algerini ai professionisti dell'esercito della madrepatria. L'opposizione, da parte dei deputati delle colonie all'Assemblea nazionale francese, a qualsiasi riforma, rafforzò il movimento nazionalista che durante la seconda guerra mondiale creò il Partito militante antifrancese. Dopo la guerra, l'Algeria venne equiparata al territorio francese e fu concessa l'istituzione della prima Assemblea parlamentare con ugual numero di deputati musulmani ed europei (1947). Il provvedimento, che non soddisfece né i nativi algerini né i coloni, spinse molti militanti nazionalisti alla lotta armata.
Nel marzo 1954 Ahmed Ben Bella, ex sergente dell'esercito francese, costituì, con altri otto cittadini algerini in esilio in Egitto, il primo comitato rivoluzionario del Fronte di liberazione nazionale (FLN). Il 1° novembre dello stesso anno il Fronte diede inizio alla guerra di liberazione contro la Francia con una serie di attacchi contro edifici pubblici, caserme di polizia ed esercito e installazioni per le telecomunicazioni.
La rivolta sfociò in azioni di guerriglia che per due anni insanguinarono il paese e costrinsero la Francia a inviare più di 400.000 soldati in Algeria. La tattica della guerriglia e il clima di forte tensione instaurato dall'FLN riuscirono in un primo periodo a disorientare e immobilizzare le forze francesi, numericamente superiori. In seguito la repressione della Francia, affiancata da nuclei terroristici di coloni oltranzisti, fu durissima, brutali incursioni nei villaggi musulmani e massacri di popolazione civile.
Nel 1956 la guerra raggiunse le città e culminò nel rastrellamento dei quartieri arabi della capitale (battaglia di Algeri). Gruppi di civili furono deportati in campi di prigionia, furono uccisi tutti coloro che erano sospettati di aver aiutato i guerriglieri e furono chiuse con recinzioni elettrificate le frontiere con Tunisia e Marocco al fine di isolare la forze dell'FLN. Condannata anche dalla NATO per l'intervento armato in Algeria, la Francia non fu in grado di trovare una soluzione politica alla guerra.
L'indecisione della madrepatria portò alla sedizione dei militari francesi e dei coloni di Algeri che cercarono di rovesciare il governo francese nel maggio 1958. Il Comitato di salute pubblica chiese il ritorno del generale Charles De Gaulle, leader della Francia libera durante la seconda guerra mondiale; una volta al potere, De Gaulle annunciò (1959) la sua intenzione di concedere all'Algeria la possibilità di scegliere tra l'integrazione con la Francia e l'indipendenza.
I coloni estremisti si ribellarono apertamente a De Gaulle nel 1960 e l'anno seguente un gruppo di generali, che aveva creato un'organizzazione armata segreta, tentò inutilmente di rovesciare le autorità governative francesi di Algeri. Nel marzo 1962 fu finalmente firmato a Evian (Francia) l'armistizio tra il governo francese e i rappresentanti del Fronte di liberazione nazionale. Nel giugno dello stesso anno fu indetto il referendum che portò l'Algeria a conseguire l'indipendenza e costrinse i coloni a lasciare in massa il paese.
L'indipendenza
A Evian oltre all'armistizio fu stipulato tra i due paesi un accordo per regolamentare la restituzione all'Algeria dei territori occupati dalla Francia e l'erogazione di speciali forme di aiuto che risarcissero le devastazioni di otto anni di guerra sul territorio algerino. In cambio, i rappresentanti del Fronte di liberazione nazionale si impegnarono a garantire diritti civili e protezione ai cittadini europei che avrebbero avuto tre anni di tempo per scegliere tra la cittadinanza algerina e quella francese. Nonostante le divisioni interne, i leader nazionalisti approvarono, nell'incontro di Tripoli, la risoluzione che proclamava l'Algeria stato indipendente socialista e riconosceva come autorità di governo il Fronte di liberazione nazionale.
Con la proclamazione della repubblica, Houari Boumedienne fu nominato comandante delle Forze armate e nel settembre 1962 Ahmed Ben Bella fu eletto primo presidente dell'Algeria indipendente.
La prima Costituzione, che stabiliva una forma presidenziale di governo, fu approvata nel 1963. Ben Bella governò l'Algeria per tre anni ma fu deposto nel 1965 dal colpo di stato del generale Boumedienne, ministro della Difesa. Guidato dal colonnello Boumedienne, il paese si avviò verso un rapido sviluppo economico, favorito dalla nazionalizzazione delle risorse minerarie e delle compagnie petrolifere. Il colonnello, che era stato il presidente del Consiglio della rivoluzione e comandante in capo delle Forze armate, affiancò ai membri dell'FLN i comandanti militari che avevano fatto parte del Consiglio della rivoluzione e governò il paese assumendo contemporaneamente le funzioni di presidente della repubblica, primo ministro e ministro della Difesa.
Eletto ufficialmente presidente della repubblica nel 1976, Boumedienne promulgò una nuova Costituzione in cui venne ribadito il carattere socialista della politica algerina. Alla sua morte, nel 1978, fu eletto presidente il colonnello Chadli Benjedid, che governò l'Algeria seguendo la stessa linea politica del suo predecessore. Nel 1980 Benjedid rimise in libertà Ben Bella e, nel 1984, fu nuovamente eletto presidente della Repubblica.
Nuove elezioni e conflitto civile
Nel 1988 sanguinosi moti popolari provocati dai fondamentalisti islamici contro il governo spinsero Benjedid a modificare l'assetto costituzionale del paese. La nuova Costituzione, approvata da un referendum nel febbraio 1989, sanciva la separazione tra stato e partito ponendo fine al sistema del partito unico. Alle elezioni comunali e provinciali del 1990 il Fronte islamico di salvezza (FIS) si impose sui candidati del Fronte di liberazione nazionale. Nel gennaio 1992 quando fu chiaro che il Fronte islamico avrebbe avuto la maggioranza in Parlamento, un gruppo di funzionari civili e di militari costrinse Benjedid alle dimissioni. Annullate le elezioni, fu dichiarato lo stato di emergenza e l'autorità di governo fu affidata a un Alto Consiglio di stato, presieduto da Mohammed Boudiaff. I fondamentalisti islamici compirono numerosi atti terroristici, uccidendo indiscriminatamente militari e civili, senza risparmiare intellettuali, giornalisti e musicisti. Il governo rispose con una dura repressione, processando sommariamente e condannando a morte chiunque fosse anche solo sospettato di essere fondamentalista.
Dopo l'assassinio di Boudiaff (giugno 1992), la presidenza dell'Alto Consiglio di stato fu affidata a un collettivo di cinque persone con a capo Ali Kafi. Nel marzo 1993 l'Algeria ruppe le relazioni diplomatiche con Iran e Sudan, accusando i due paesi di favorire gli atti di violenza dei fondamentalisti. Nel gennaio 1994 l'Alto Consiglio cessò la sua funzione di governo e nominò presidente ad interim dell'Algeria il ministro della Difesa Liamine Zeroual, con il proposito di raggiungere una conciliazione nazionale. Diplomatico e militare di carriera che aveva combattuto per l'indipendenza dalla Francia, il generale Zeroual cercò di negoziare la pace con il Fronte islamico e con gli altri gruppi fondamentalisti, ma la spirale di terrorismo e violenza che continuò a insanguinare il paese durante tutto il 1994, lo costrinse nell'ottobre dello stesso anno ad ammettere il fallimento delle sue trattative. Nel 1995 nuove elezioni confermavano Zeroual e il suo governo. Tuttavia la dubbia trasparenza delle operazioni elettorali, unita alle tensioni preesistenti, acuirono la reazione dei fondamentalisti e aggravarono lo stato di guerra civile in cui versa il paese.

 

DJANET  
   
TAM ZOUMIAK  
   
   
   
   
   
   

 

IDEATO E CREATO DA BACCILIERI PAOLO EDIZIONE 27 GENNAIO 2001