02/12/2002 - Corradi: «Io, il nuovo Casiraghi»
«Ho il gol facile e non mollo mai. Negli spogliatoi mi chiamano Gigi»

PIACENZA - Bernardo Corradi, capocannoniere della Lazio con 6 reti. Intanto vuole raccontare il gol che dev'essersi visto soltanto dal campo? «Calcio d'angolo, batte Claudio Lopez, su Fiore, che riesce a difendere bene la palla. Assist per Stankovic, traversone molto teso, eravamo in tre in area, smarcati, disponibili per la conclusione. La palla è arrivata sulla mia testa e ho realizzato».
Errore della difesa del Piacenza, dunque?
«Quando la difesa sale, per il fuorigioco, può capitare una situazione del genere. Il fatto è, forse, che noi eravamo troppo sbilanciati. Abbiamo tentato il tutto per tutto e siamo stati premiati. Eravamo avanti con 8 undicesimi, sull'ultima azione, dopo essere stati sotto per 2-0. Significa che c'era grande voglia di conquistare i tre punti».
Lei aveva realizzato un altro gol, del 2-3, a metà secondo tempo. Perché è stato annullato?
«Era un gol altrettanto bello. Ho colpito da fuori, riuscendo a indirizzarla sul secondo palo. L'arbitro mi ha detto che era Sorin in posizione irregolare: di rientro, su rilancio lungo di Simeone. Peccato, ma l'importante erano i tre punti e li abbiamo conquistati».
Per lei sono sei gol in dodici partite: bella media.
«Arriviamo a 10, come l'anno scorso al Chievo Verona, e poi vedremo. Per migliorare c'è sempre tempo».
Dediche, per il primo posto?
«Intanto ci stiamo bene per un attimo. Vedremo successivamente quanto potremo durare. Dedichiamo questa impresa a noi stessi».
Dicono che lei somigli a Casiraghi, adesso brilla di luce propria.
«Meglio così. Nello spogliatoio già mi chiamano Gigi, ma non è un problema».
Qual è stato il segreto della rimonta biancoceleste?
«E' stata un'impresa autentica. Non siamo partiti benissimo, siamo stati bravi negli ultimi 7' del primo tempo: andare al riposo sul 2-2 è stato davvero fondamentale. Abbiamo legittimato il vantaggio nella ripresa». Da Empoli, gli auguri di Nesta: «Per me la lazio ora è un’avversaria, ma sono contento del suo cammino».