PHOBOS
Phobos è la più grande
e la più interna delle due lune di Marte. In tutto il sistema
solare, inoltre, è il satellite che orbita più vicino al suo
pianeta (6.000 km dalla superficie). È una delle più piccole
lune del sistema solare:
orbita: 9.378 km dal centro di Marte
diametro: 22,2 km
massa: 1,08e16 kg
Scoperta da Hall il 12
agosto 1877, questa luna venne fotografata dalle sonde Mariner 9
nel 1971, Viking 1nel 1977 e Phobos nel 1988.
Il destino di Phobos è
segnato: poichè esso orbita al di sotto dell'altezza sincrona,
le forze di marea stanno abbassando la sua orbita (attualmente di
1,8 metri al secolo). Tra circa 50 milioni di anni si schianterà
sulla superficie marziana oppure (più probabilmente) si
frantumerà diventando un anello (Questo è l'effetto opposto di
quello che fa allontanare l'orbita della Luna).
Phobos e Deimos
potrebbero essere composti di rocce ricche di carbonio, come gli
asteroidi di tipo C. Ma le loro densità sono così basse che non
possono essere di roccia pura. Più probabilmente essi sono
costituiti da una miscela di roccia e ghiaccio. Entrambi sono
fortemente craterizzati. Nuove immagini raccolte dal Mars Global
Surveyor indicano che Phobos è coperto da uno strato di polvere
fine di circa un metro di spessore, che assomiglia alla regolite
della Luna.
La sonda sovietica Phobos
2 ha rilevato una debole ma costante emissione di gas.
Sfortunatamente questa sonda è morta prima di determinare la
natura di questo materiale: l'ipotesi migliore è che sia acqua.
Phobos 2 ha anche raccolto alcune immagini.
La formazione più
caratteristica è il grande cratere chiamato Stickney, il nome da
nubile della moglie di Hall. L'impatto che lo ha creato deve aver
quasi distrutto Phobos. Probabilmente anche i solchi e le strisce
della superficie derivano dall'urto.
È ampiamente condivisa
l'opinione che Phobos e Deimos sono asteroidi catturati. Ci sono
alcune teorie le quali ipotizzano che essi si originarono nel
sistema solare esterno piuttosto che nella cintura principale
degli asteroidi.
In futuro Phobos e Deimos
potrebbero essere utili come "basi spaziali" da cui
studiare Marte o come tappe intermedie per raggiungere la
superficie marziana; specialmente se verrà confermata la
presenza di ghiaccio.