ALTRI SISTEMI SOLARI
- Sono stati trovati tre
piccoli corpi in orbita attorno alla pulsar PSR 1257+12. Essi
sono stati designati come "PSR1257+12 A, ..B, e ..C".
Uno è grande quanto la Luna, gli altri due sono circa 2 o 3
volte la massa della Terra.
Furono scoperti misurando le variazioni nella velocità di
pulsazione della pulsar, che possono essere interpretate come
effetti gravitazionali di tre piccoli pianeti. Le prime
impressioni sono state poi confermate ma, ovviamente, non ci sono
immagini dirette, poiché ciò sopravanza di molto le capacità
dei nostri telescopi migliori.
Si ritiene che questi pianeti si siano formati in seguito alla
supernova che ha prodotto la pulsar. Se così non fosse, infatti,
gli attuali pianeti si sarebbero dovuti trovare all'interno della
stella progenitrice e quindi non avrebbero avuto molte
possibilità di sopravvivere all'esplosione della supernova, o
comunque non sarebbero rimasti su orbite circolari.
Vari decenni di osservazioni della pulsar PSR 0329+54, effettuate
da Tatiana Shabanova (Lebedev Physics Institute), dimostrano
l'esistenza di un pianeta con un periodo orbitale di 16,9 anni e
una massa >= 2 masse terrestri.
Però, se queste cose sono provate in maniera abbastanza buona,
tuttavia non si tratta precisamente di ciò che intendiamo quando
parliamo di 'sistemi solari'.
- Fin dal 1983 si sa che la
stella Beta Pictoris è circondata da un disco di gas e polvere.
Gli spettri di Beta Pictoris mostrano delle righe di assorbimento
che si pensa siano dovute a nubi di gas di tipo cometario
occultanti la stella, le quali hanno tratto origine dai detriti
rimasti in seguito alla formazione di pianeti. Sebbene questo non
sia certo, alcuni ritengono che possano essersi formati dei
pianeti intorno a Beta Pictoris.
L'HST ha osservato Beta Pictoris e ha scoperto che il disco è
notevolmente più sottile di quanto si credesse (immagine). Le stime basate sulle immagini di
Hubble quantificano lo spessore del disco intorno a non più di
1,6 miliardi di chilometri, cioè 1/4 delle stime precedenti
fondate su osservazioni effettuate da terra. Il disco è messo
quasi di taglio rispetto alla Terra. Poché la polvere ha avuto
abbastanza tempo per sistemarsi su di un piano, il disco potrebbe
essere più antico di quanto si stimasse in principio. Il fatto
che il disco sia sottile, inoltre, aumenta le probabilità che
durante l'accrescimento del disco si siano formati corpi grandi
come comete o più. Secondo la teoria corrente, entrambe le
condizioni sono ritenute essere caratteristiche di un ipotetico
disco intorno al nostro Sole, necessario precursore della fase di
formazione dei pianeti del sistema solare.
Più recenti osservazioni dell'HST hanno mostrato che il disco è
leggermente defomato, proprio come ci si aspetterebbe se ci fosse
l'influenza gravitazionale di un pianeta. Ciò è stato
confermato dalle osservazioni all'ESO.
- Recenti osservazioni
radio di una nube di gas conosciuta come Bok Globule B335 hanno
prodotto le immagini di matariale collassante su una stella
neonata (di soli 150.000 anni). Queste osservazioni ci aiutano a
capire come si formino le stelle e i pianeti. I fenomeni
osservati collimano con la teoria sulla formazione del sistema
solare: una grande nube di gas è collassata fino a dare vita a
una stella con un anello circostante nel quale, dopo un certo
tempo, i pianeti si sono formati per accumulo della materia del
disco, orbitando intorno al Sole.
- Il satellite IRAS ha
scoperto che Vega emette anche una notevole quantità di onde
infrarosse, e questo è stato attribuito ad un guscio di polveri
(con una massa pari a quella della Luna).
- Osservando la vicina
Stella di Barnard, si era pensato di trovate la prova di effetti
gravitazionali di pianeti: ma ora questa congettura sembra essere
sbagliata.
- La stella Gl229 sembra
avere un oggetto con una massa pari a 20 volte la massa di Giove
in orbita ad una distanza di 44 UA. Un corpo così grande è
probabilmente una nana bruna piuttosto che un normale pianeta.
- Quella che potrebbe
essere la prima scoperta di un pianeta in orbita attorno ad una
stella normale e simile al nostro Sole, è stata annunciata dagli
astronomi che studiano 51 Pegasi, una stella della sequenza
principale, classe spettrale G2-3 V, che si trova a 42 anni luce
dalla Terra. In occasione di una recente conferenza tenuta a
Firenze, Italia, Michel Mayor e Didier Queloz dell'Osservatorio
di Ginevra hanno spiegato di aver osservato 51 Pegasi con uno
spettrografo ad alta risoluzione e di aver scoperto che la
velocità della stella rispetto alla linea visuale cambia di
circa 70 metri al secondo ogni 4,2 giorni. Se ciò è dovuto a
movimenti orbitali, questi numeri suggeriscono che c'è un
pianeta a soli 7 milioni di chilometri da 51 Pegasi -- molto più
vicino di quanto sia Mercurio rispetto al Sole -- e che tale
pianeta ha una massa pari ad almeno la metà di quella di Giove.
Queste caratteristiche fisiche si basano sull'assunto che la
nostra linea visuale giace quasi sul piano orbitale del pianeta.
Comunque, altri indizi suggeriscono che questa sia una buona
ipotesi. Un mondo situato a soli 7 milioni di chilometri da una
stella come 51 Pegasi dovrebbe avere una temperatura di circa
1.000 gradi Celsius, quasi incandescente. Probabilmente privo di
atmosfera, il pianeta potrebbe essere una palla fusa di ferro e
roccia, con un diametro e una gravità alla superficie sette
volte più grandi di quelli della Terra. Una faccia potrebbe
essere sempre rivolta verso la stella, come fa la Luna rispetto
alla Terra.
Queste osservazioni sono ora state confermate da svariati
studiosi indipendenti. E c'è qualche indizio dell'esistenza di
un secondo pianeta più esterno: ma questo non è stato ancora
confermato.
[ 51 Pegasi, di magnitudine 5,5, è facilmente visibile con un
binocolo, alta nel cielo notturno, tra Alpha and Beta Pegasi, la
coppia occidentale delle stelle nel Grande Quadrato di Pegaso. Le
coordinate equinoziali (2000) della stella sono A.R. 22 ore 57
minuti, Dec. +20 gradi 46 minuti.
- Il 17 gennaio 1996
Geoffrey Marcy e Paul Butler annunciarono la scoperta di pianeti
orbitanti intorno alle stelle 70 Virginis e 47 Ursae Majoris. 70
Vir è una stella G5V situata a circa 78 anni luce dalla Terra;
47 UMa è una stella G0V distante più o meno 44 anni luce.
Queste scoperte vennero effettuate usando la medesima tecnica
"effetto doppler" grazie alla quale si è trovato il
pianeta intorno a 51 Pegasi.
Il pianeta di 70 Vir ruota attorno alla stella su un'orbita molto
eccentrica, con un periodo di 116 giorni, e ha una massa pari a
nove volte quella di Giove. Usando le formule standard che
mettono in relazione la luce solare assorbita e il calore emesso,
Marcy e Butler hanno calcolato che la temperatura del pianeta si
aggira sugli 85 gradi Celsius, adatta quindi alla presenza di
acqua allo stato liquido e di molecole organiche complesse. La
stella 70 Vir è quasi identica al Sole, sebbene sia parecchie
centinaia di gradi più fredda e forse tre miliardi di anni più
vecchia.
Il pianeta di 47 UMa venne scoperto dopo aver analizzato le
osservazioni di otto anni effettuate al Lick Observatory. Il suo
periodo orbitale è poco più di tre anni (1100 giorni), la sua
massa tre volte quella di Giove, e il suo raggio orbitale circa
il doppio della distanza che separa la Terra dal Sole. Anche
questo pianeta ha probabilmente una zona nella sua atmosfera
nella quale la temperatura è adatta all'acqua liquida.
- Nell'aprile 1996, i
dottori Marcy e Butles hanno scoperto ancora un altro pianeta,
questa volta intorno alla stella HR3522 (cioè Rho 1 Cancri, 55
Cancri), situata a circa 45 anni luce dalla Terra. Si ritiene che
il pianeta abbia una massa pari a 0,8 la massa di Giove. È
verosimile che molti altri pianeti saranno scoperti intorno al
primo gruppo di 120 stelle messo sotto osservazione.
- Molti altri pianeti
extrasolari sono stati scoperti utilizzando il metodo
Butler/Marcy. Sembra proprio che ci sia un gran numero di pianeti
là fuori.
- Un altro pianeta è stato
scoperto intorno a 16 Cygni B. Ma a differenza dei precedenti,
questo pianeta ha un'orbita davvero molto eccentrica (0,6): ciò
lo fa andare da un minimo di 0,6 UA fino ad un massimo di 2,7 UA
di distanza dalla sua stella. Questo fenomeno mette in
discussione molte teorie sulla formazione dei pianeti.
- Rilevare direttamente un
pianeta extrasolare è assai difficile. Perfino l'Hubble Space
Telescope non sarebbe capace di vedere i pianeti che sono stati
ipotizzati con quelle dimensioni e a quelle distanze dalle
rispettive stelle.
Ciò che l'HST ha trovato è stata la presenza di dischi di
materia intorno alle stelle osservate in controluce sulla
Nebulosa di Orione (immagine). Questa è una grande
prova di quanto siano comuni questi oggetti, ma la scala è
troppo piccola per poter vedere direttamente qualcosa. Sono ora
disponibili immagini più dettagliate dell'HST.
- Comunque, in presenza di
alcune condizioni, dovrebbe essere possibile rilevare la
radiazione infrarossa di pianeti molto grandi (come Giove o
più).
- Con un grosso colpo di
fortuna, l'HST ha raccolto un'immagine di quello che sembra
essere un pianeta in allontanamento da un sistema di stella
doppia. Vedi l'annuncio del 29 maggio 1998. Se ciò sarà
confermato, l'esistenza di pianeti extra solari sarà innegabile.
ATTUALMENTE
SONO 63 I NUOVI PIANETI SCOPERTI NEL COSMO.
GIGANTI INFERNALI E PICCOLE SFERE GELATE; LEGATI AD UNA STELLA O
VAGANTI NELLO SPAZIO (MONDI ZINGARI).
OGNUNO HA LE SUE CARATTERISTICHE MA ANCORA NON E' POSSIBILE
CONOSCERLI A FONDO; CON I NOSTRI ATTUALI STRUMENTI POSSIAMO SOLO
CERCARE DI ANALIZZARLI DECIFRANDO LE POCHE INFORMAZIONI VISIBILI
SU RAREFATTE IMMAGINI.