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AWMR Italia - Associazione di Donne della Regione Mediterranea

Genoa Social Forum - documento AWMR Italia - 14 luglio 2001


Genere e Globalizzazione
Cristina Mangia

Che cos'è la globalizzazione?

La globalizzazione viene associata alla libera circolazione delle idee e delle persone. Possiamo accedere alle informazioni in tempo reale con un clic del mouse: cerchiamo informazioni su una malattia rara? Attraverso la rete possiamo trovare una cura sperimentata in un'altra parte del mondo. Le nuove tecnologie della comunicazione permettono con costi minimi e risparmi di tempo di avere accesso a numerose informazioni di mercato, di entrare nella comunità commerciale globale. L'idea che in qualche modo la globalizzazione ci rende tutti cittadini uguali del villaggio globale.

Ma ad uno sguardo più approfondito si vede che a circolare liberamente non sono le persone, anzi. Ci sono più barriere tra il Messico e gli Stati Uniti dopo la sigla del NAFTA ( North Americ Free trade Agreement) di quanto non ce ne fossero prima.

A circolare liberamente non è la conoscenza né tanto meno lo è l'accesso alla tecnologia con tutta la normativa messa a punto sulla proprietà intellettuale e sui brevetti. A circolare liberamente oltre i confini nazionali e in tutto il mondo sembrano essere solo gli interessi delle corporations transnazionali e il capitale.

La globalizzazione è più un processo di consolidamento del potere e della ricchezza attraverso la rapida integrazione e strutturazione delle economie nazionali in una economia globale attraverso la liberalizzazione del commercio, la privatizzazione e la deregolamentazione. Lo scopo è quello di rimuovere ostacoli al movimento globale del capitale, la produzione di beni in paesi industrializzati.

Le corporazioni transnazionali e i poteri nazionali

L'istituzione fondamentale è costituita dalle "corporations" transnazionali il cui unico scopo è quello di aumentare il profitto, competere per mercati mondiali, alla ricerca di lavoro a basso costo e sfruttamento delle risorse naturali.

La globalizzazione economica si sta realizzando attraverso una serie di accordi commerciali e negoziazioni, il più importante dei quali è il GATT ( General Agreement on Tariffs and Trade). Il GATT richiede che i singoli governi armonizzino le loro leggi a un'economia globale di liberi mercati.

Limitazioni alle TNC (TransNational Corporations) sono andate diminuendo e anche eliminate dal GATT, il che significa che il salario, il lavoro, le condizioni ambientali che una volta potevano essere imposte dai governi per proteggere la loro popolazione e la propria terra dallo sfruttamento possono diventare illegali (vedi il caso del Canada e la Ethil corporation o il problema dell'accordo di Kyoto e l'amministrazione Bush).

La globalizzazione si sta attuando anche attraverso le politiche imposte ai vari paesi. La Banca mondiale ha imposto la globalizzazione attraverso i "programmi di adattamento strutturale" che promossi come mezzi di ripresa economica molto sono consistiti in una "razionalizzazione" dell'agricoltura ad esempio con la sua commercializzazione e riorganizzazione sulla base dell'esportazione.

Questo processo di globalizzazione sta passando anche attraverso la ridefinizione di che cos'è la proprietà e di cosa si può possedere. Lo sapevate che dopo il GATT semi, piante e geni possono costituire la proprietà di qualcuno? Lo sapevate che il dipartimento di stato statunitense possiede i geni di una tribù della Papua Nuova Guinea? Lo sapevate che le corporazioni ora brevettano semi, e medicine che le popolazioni indigene hanno usato per secoli, che possono rendere illegale il possedere semi di qualche specie che hanno brevettato, anche se li hanno utilizzato per centinaia di anni?

Globalizzazione e vita umana

Il processo economico di globalizzazione tocca ogni aspetto della vita umana, dal cibo alla salute, all'educazione alla cultura all'ambiente. Questi accordi commerciali non riguardano solo il commercio, ma toccano il modo in cui le società vivono e si organizzano.

Come ha sottolineato Virginia Rassmussen alle Nazioni Unite " le corporazioni hanno fatto di loro stesse la forza principale del mondo". Modellano le nostre culture e le nostre comunità, definendo cos'è di valore e cosa no, quali notizie ascoltare quali no, cosa commerciare e cosa no. Definiscono il nostro lavoro, cosa è prodotto e consumato, quali investimenti devono farsi e quali tecnologie sviluppare. Danno forma alle nostre leggi, alle politiche, ai nostri politici.

Le corporazioni indirizzano la nostra vita e le identità delle giovani generazioni sempre più perse dietro la marca dei loro vestiti.

Perché è importante per le donne

L'attribuzione di ruoli specifici a maschi e femmine, la divisione tradizionale e sociale del lavoro basate sulle condizioni di produzione e riproduzione, e rafforzate da sistemi culturali, religiosi e ideologici delle varie società, pongono gli uomini e le donne in modo differente rispetto a quelle che possono essere le ripercussioni rispetto a scelte economiche politiche, culturali e ambientali.

Nel momento in cui l'economia diviene sempre più legata ai mercati globali sempre più si verificano riduzioni dei programmi sociali e finanziamenti pubblici, che trasferiscono i costi relativi a carico della famiglia, nella quale più frequentemente sono le donne a dover sopportare il carico aggiuntivo. Anzi, le politiche neoliberiste non sarebbero attuabili se non potessero contare sul lavoro non pagato delle donne. Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Umano del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite le donne contribuiscono con 11 trilioni di dollari con il lavoro non pagato all'economia globale. Così mentre il soddisfacimento dei bisogni sociali di cura tende ad essere scaricato in misura crescente sulla famiglia, il mercato del lavoro impone tempi e modalità di impiego spesso incompatibili con il lavoro riproduttivo.

Da un punto di vista politico, la globalizzazione dell'economia mondiale sta provocando una diminuzione del potere democratico, con uno slittamento di potere dai singoli stati nazionali agli interessi economici delle coorporations transnazionali. E questo sta mettendo oltre alla democrazia, a rischio tutte quelle istituzioni, quegli accordi, quei meccanismi attraverso i quali a livello internazionale molte donne avevano cercato di far emergere, far comprendere, e cambiare lo status delle donne.

Alla conferenza di controllo, 5 anni dopo la 4 Conferenza Mondiale delle donne a Pechino, l'impatto della globalizzazione nella vita delle donne è stato uno dei punti più controversi. I governi dei paesi industrializzati del NORD insistettero sulle "maggiori opportunità ed autonomia" che il processo della globalizzazione può generare sulle donne, opportunità legate all'ottenimento di un lavoro, fuori da famiglie e istituzioni patriarcali.

I governi del Sud del mondo insistettero a descrivere come la globalizzazione, in termini di liberalizzazione dei mercati e del commercio, privatizzazioni e programmi di aggiustamento strutturale, avessero un effetto predominante avverso sulla loro economia e sulle donne, spesso bastante a portare con sé un impoverimento generale e la femminilizzazione della povertà.

Un'analisi centrata sulle donne è spesso la lente più chiara per capire i processi di sviluppo… se gli obiettivi dello sviluppo includono migliori standard di vita, la rimozione della povertà, l'accesso a un lavoro dignitoso e la riduzione delle disuguaglianze, allora è abbastanza naturale cominciare con le donne, dal momento che le donne costituiscono la maggior parte delle persone povere, sottooccupate, economicamente e socialmente svantaggiate nella maggior parte delle società.
Il rapporto dello sviluppo umano indica che gran parte degli 1.5 miliardi di persone che vivono con 1 dollaro al giorno, o meno, sono donne.

Secondo il rapporto della FAO le donne rurali sono responsabili della metà della produzione di cibo, con un'oscillazione che va dal 60% all'80% nei PVS (Paesi in via di Sviluppo). Nonostante il loro notevole contributo alla sicurezza alimentare, il loro lavoro è poco considerato, e neutralizzato in strategie di sviluppo complessivo. Il pregiudizio di genere persiste: gli agricoltori sono considerati maschi nell'opinione pubblica così come nelle analisi dei piani strategici di sviluppo, questo riduce la possibilità delle donne di accedere ai finanziamenti, alle terre, ai servizi agricoli di base, all'istruzione, alla formazione e alle nuove tecnologie.

Di seguito ci sono alcuni dati significativi tratti dagli ultimi rapporti sullo Sviluppo Umano a cura dell'UNDP (United Nations Development Programme):

  • la ricchezza congiunta delle 200 persone più ricche del mondo nel 1999 ha raggiunto 1 trilione di dollari USA.
  • i 200 più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato la loro ricchezza negli ultimi 4 anni a 1 trilione di dollari.
  • i redditi congiunti di 582 milioni di persone che vivono nei 43 paesi meno sviluppati sono pari a 146 miliardi di dollari USA.
  • circa 100 milioni di bambini lavorano e vivono nelle strade.
  • in tutto il mondo, le donne guadagnano leggermente di più del 50 % rispetto a quanto guadagna un uomo.
  • in tutto il mondo le donne occupano soltanto il 14% dei seggi parlamentari.
  • alla fine del 1997 ci sono stati 12 milioni di rifugiati l'80% dei rifugiati sono donne e bambini. 840 milioni di persone sono malnutrite. I due terzi del miliardo di adulti analfabeti che vivono sul pianeta sono donne.
  • i due terzi degli 876 milioni di analfabeti del mondo sono donne, e non si prevede una diminuzione significativa del numero degli analfabeti nei prossimi 20 anni.
  • le donne più degli uomini mancano dell'istruzione di base e delle conoscenze pratiche di base sull'uso del computer necessarie per accedere alle nuove professioni nel campo della comunicazione e dell'informazione.
Come donne ci troviamo di fronte ad una scelta problematica: dobbiamo supportare stati e istituzioni intergovernativi che spesso hanno lavorato attraverso gerarchie, e con un linguaggio incomprensibile o dobbiamo porci e creare un sistema a parte?

Cristina Mangia
AWMR Italia - Associazione Donne della Regione Mediterranea

Riferimenti:
Women define globalization. WILPF 1998
Rapporti sullo Sviluppo umano a cura dell'UNDP 1997-1998-1999-2000.
Atti del convegno "Punto G, Genere e globalizzazione" Genova 15-16 Giugno 2001.

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