Compito fondamentale del volontario è fare in modo che il malato non si senta un "numero" della complessa macchina ospedaliera ma una persona con tutta la sua problematica e con la possibilità di dire quello che nessuno in ospedale può o vuole ascoltare da lui

Art. 10 del Decalogo del volontario

I 5 punti essenziali attorno ai quali si articola 

l’impegno del volontario ospedaliero sono:

Il fine precipuo dell’AVO è l’assistenza morale ai malati, ma ce n’è un altro più ampio che per noi è importantissimo, quello di essere testimonianza, attraverso il nostro piccolo impegno, a stimolare la società civile.

 Infatti, molteplici sono le difficoltà e i disagi per chi è costretto al ricovero per malattie, traumi, incidenti e, anche se il compito dei volontari ospedalieri  è un ruolo del tutto secondario, in quanto fondamentale è il compito dei medici e del personale sanitario, ognuno di noi può impegnarsi in prima persona per il miglioramento e l’umanizzazione delle nostre strutture sanitarie. E dico nostre, non a caso, perché è proprio attraverso il contributo, anche il più piccolo di ognuno di noi, che le tanto criticate e malfunzionanti strutture pubbliche, possono migliorare. C’è bisogno, è vero, di un’accurata opera di risanamento, che parte dalla programmazione e arriva alla realizzazione concreta dei piani di riadeguamento delle strutture sanitarie, ma c’è bisogno anche di non dimenticare che il principale utente degli ospedali è l’uomo. Infatti, spesso, il rischio che si corre in occasioni di grandi riordini strutturali e non solo, è proprio quello di lasciare da parte un valore essenziale,  di mettere in disparte i bisogni  forse non quelli primari, come quello di una cura adeguata e tempestiva, ma altrettanto essenziali, quelli di chi soffre ed è solo. “Guarire” non vuol dire solo eliminare il dolore fisico, vuol dire qualcosa di più e gli ospedali non sono soltanto luoghi di sofferenze dove ognuno di noi è solo ad affrontare,  a volte, una estenuante battaglia, ma luoghi dove gli vengono forniti gli strumenti per vincere e superare momenti difficili. Ci sono i medici, gli infermieri, e poi, i volontari: persone che hanno tanta voglia di dare e di ricevere conforto, speranza, affetto, amicizia  a chi sta soffrendo. Compito non sempre facile. Capita spesso infatti di dover assistere impotenti alla sofferenza e alla disperazione di qualche malato, consapevoli di non poter far altro che tenergli le mani, sperando di dargli un minimo di sollievo, ma poi è sufficiente un sorriso, un grazie di una persona anziana, sola, che  chiede semplicemente che qualcuno le spazzoli i capelli, un gesto che forse può sembrare banale, di poca importanza, ma che in quel momento per lei vuol dire forse che non è solo di medicine che ha bisogno, ma anche di un semplice contatto umano. Sono necessari i grandi progetti, le grandi idee, ma è necessario anche guardare alle piccole cose,  ai problemi concreti che ognuno di noi vive sulla propria pelle, e i volontari dell’A.V.O. si adoperano per questo, nella loro piccola realtà vissuta a contatto con i problemi del quotidiano, di tutti i giorni, con i loro piccoli e modesti mezzi, ma con una grande tenacia e forza d’animo e consapevoli che l’unica ricompensa che riceveranno non sarà uno stipendio o un posto in paradiso, ma semplicemente la certezza di aver fatto qualcosa di concreto per aiutare chi  soffre. Ed è per questo che l’A.V.O. di Formia ha ritenuto opportuno instaurare un rapporto nuovo con le istituzioni locali, all’insegna di una attenta e operosa collaborazione fra società civile, nella fattispecie volontariato, e rappresentanti di quelle istituzioni di cui tanto ci lamentiamo ma che hanno bisogno anche del nostro fattivo intervento per essere risanate, affinché possano garantire a tutti condizioni di vita migliori. 

Daniela Padulo (volontaria A.V.O.)