NOVI VINODOLSKI (Croazia)

Fin dall'inizio delle attività, le missioni di aiuto a Novi Vinodolski erano rivolte non solo ai profughi, ma anche ai bambini orfani o appartenenti a famiglie disagiate ospitati in un istituto per l'infanzia. Il primo contatto era stato impressionante ed aveva indotto subito i volontari dell’AVIP a decidere di continuare a portare gli aiuti: l'edificio era in stato di degrado, erano ancora occhi tristi quelli dei bambini. Un po' alla volta l'istituto di Novi diventò un punto stabile negli obiettivi dell'AVIP.In occasione delle varie visite i volontari si avvicinavano ai bambini - ovviamente con le solite attività di animazione (giochi, canti, ecc.) - ma un po' alla volta si è creato un rapporto stabile, cominciando a conoscere uno per uno quei bambini ed a rispondere alle richieste di aiuto materiale che venivano formulate dalla direzione dell'istituto. Così, con il   passare dei mesi e degli anni, l'AVIP ha continuato a far visita all'Istituto con regolarità (cinque o sei volte all'anno). Col finire della guerra, i profughi ospitati e Novi sono rientrati nelle loro case in Bosnia ma l'AVIP ha voluto continuare la sua presenza in quel posto, per non abbandonare i bambini dell'Istituto. Le missioni avvengono con le solite modalità, anche se ci si rende conto che i bisogni sarebbero tanti, mentre noi facciamo solo quello che è nelle nostre possibilità. Dopo un po' di tempo si è verificato un fatto molto positivo: viene nominata una nuova direttrice la quale segue l'istituto con passione e competenza. Ella riesce a programmare meglio gli interventi sulle strutture e sulla vita nell'istituto, ottiene maggiori finanziamenti dal Ministero o da donatori privati, ed anche gli aiuti dell'AVIP vengono utilizzati al meglio, così che l'edificio assume un volto nuovo: è più decoroso, più funzionale, più salubre. Si rafforza soprattutto l'intesa tra la direzione dell'istituto e i volontari dell'AVIP; gli interventi danno sempre soddisfazione, le visite ci bambini proseguono regolarmente e diventano un fatto essenziale e significativo per i volontari - anzi - nuovi volontari si associano all'AVIP proprio per la possibilità di fare qualcosa di concreto e tangibile per quei bambini. Tra i volontari e i bambini si crea una vera amicizia: ci si conosce per nome, si inviano reciprocamente saluti per posta, sembra quasi di avere dei familiari che vivono a 300 chilometri di distanza. In questo clima nasce la bella esperienza chiamata “Pasqua in Italia”: nel 2001 e nel 2002 una decina di bambini - a turno - è venuta a passare le festività pasquali presso alcune famiglie di Sant'Angelo e Bovolenta. Sono state vissute insieme alcune giornate di grande serenità: si è rafforzato il legame di amicizia ed affetto tra i volontari e i bambini, si è intensificata l'esperienza di stare insieme tra i soci AVIP, sono stati trovati nuovi sostenitori nelle famiglie che hanno ospitato i bambini.