Gli indiani dell'America del nord


360 Grazie alla comune origine il genere umano forma una unità. Dio infatti "creò da solo tutte le nazioni degli uomini" (At 17,26):

Meravigliosa visione che ci fa contemplare il genere umano nell'unità della sua origine in Dio...; nell'unità della sua natura, composta ugualmente presso tutti di un corpo materiale e di un'anima spirituale; nell'unità del suo fine immediato e della sua missione nel mondo; nell'unità del suo "habitat": la terra, dei cui beni tutti gli uomini, per diritto naturale, possono usare per sostentare e sviluppare la vita; nell'unità del suo fine soprannaturale: Dio stesso, al quale tutti devono tendere; nell'unità dei mezzi per raggiungere tale fine;... nell'unità del suo riscatto operato per tutti da Cristo.

361 "Questa legge di solidarietà umana e di carità", senza escludere la ricca varietà delle persone, delle culture e dei popoli, ci assicura che tutti gli uomini sono veramente fratelli.

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Capitolo primo, paragrafo 6, pg.105.


I popoli indigeni dell'America hanno indubbiamente subito l'espansionismo culturale, religioso e sociale dell'invasione spagnola e multinazionale, così come oggi non ci sono più molte frontiere che tengano all'espansionismo americano: è solo un dato di fatto. Certo è che dopo il massacro di Wounded Knee del 1890 gli indiani dell'America settentrionale furono confinati in anguste riserve, avendo perso gran parte dei territori di caccia e di vita detenuti da sempre. Gli 'indiani' erano detti pellerossa per via del colore che apponevano sulla cute del volto per proteggersi dagli insetti.
La tribù era costituita da clan parentali ed era divisa in bande pronte ai vari impegni di caccia e di vita. La gerarchia era composta dal capo e da altri sottocapi e vi erano capi di pace e capi di guerra. Il capo tribù otteneva l'investitura per diritto ereditario o per saggezza e valore dimostrati. Ogni clan aveva un capo e ogni banda aveva un capo da seguire in guerra e in caccia. L'abitazione più diffusa nelle grandi pianure era il tepee. I tepee venivano disposti a cerchio o seguendo più cerchi concentrici. Vi era anche la lodge, abitazione fissa, o il riparo estivo costituito da fogliame. Il tepee era facilmente smontabile e trasportabile proprio come serviva a queste popolazioni nomadi. Le donne lo smontavano e i pali venivano attaccati lateralmente ai cavalli e si faceva una specie di slitta, il travois, su cui poggiavano le pelli piegate. Gli indiani del sud vivevano nei pueblo (piccole abitazioni abbarbicate), i Navajo negli hogan (sorta di igloo).
Ma come vivevano in tempo di pace gli indiani. Era un vivere operoso e pieno di risorse. Le donne conciavano le pelli portate dalla caccia dagli uomini, cucivano gli abiti e le pelli per i tepee, raccoglievano la legna e la frutta selvatica, cuocevano e conservavano i cibi, crescevano i bambini. Gli uomini si portavano nelle battute di caccia, costruivano e riadattavano armi e parlavano fra loro. Ogni uomo poteva vivere con più donne, le squaw, e una donna poteva lasciare il suo uomo, in qualche tribù. Al padre della squaw andavano armi cavalli e pellicce in cambio. Gli adolescenti dovevano superare delle prove di ardimento e coraggio, cavandosela da soli, così da arrivare al titolo di guerrieri.
Riguardo alle armi non tutti sanno che un arco indiano poteva scagliare una freccia contro un bisonte trapassandolo da parte a parte. Gli indiani delle praterie usavano l'arco lungo, quelli del deserto l'arco corto. Il materiale usato era il legno di frassino, di cedro o di arancio (Osage), mentre la corda era di nervi di bisonte intrecciati. Le frecce dapprima con punta in osso furono fatte con punta in ferro e coda con piume di volatile. Poi usavano la mazza che aveva manico in legno e testa di pietra. Il tomahawk era la versione rituale della mazza da guerra e poteva essere usata anche come pipa. Il coltello molto usato era in origine in pietra, poi in ferro.
Lo scudo era anche occasione per scatenare la fantasia artistica ed allegorica degli indiani, con ornamenti vari. Essi arricchiranno più tardi anche le armi da guerra importate dai bianchi, i fucili, ornandone i calci e fornendoli di magnifici contenitori da trasporto. Spettacolari erano le cacce al bisonte a cavallo in cui ai cacciatori
seguivano le donne per scuoiare i bisonti cacciati e trattarne le carni.
Per gli indiani le vicende terrene erano determinate dagli spiriti che bisognava ingraziarsi i qualche modo. Da qui la necessità di cerimonie propiziatorie magiche, individuali e collettive. La mattina, prima di accendersi la pipa, l'indiano si inchinava al cielo e alla terra, girandosi poi verso i punti cardinali. C'era la Danza del Sole per iniziare crudelmente i giovani alla vita adulta, la Danza dei Bisonti, per una buona caccia e la Danza dei Serpenti, per favorire la pioggia. Il rito diretto dallo stregone o sciamano (the medicine man) poteva durare alcuni giorni. Lo sciamano, anche attraverso l'uso di droghe, aveva visioni in cui gli spiriti parlavano alla tribù.
Gli indiani ad est del Mississipi erano ormai praticamente estinti alla metà dell'Ottocento e quelli rimasti vivevano nel Territorio Indiano dell'Oklahoma, nella miseria.
Dopo gli anni della Guerra Civile (1865-1876), anche i liberi indiani delle praterie dovettero affrontare la civiltà che avanzava sulle rotaie del mostro sbuffante di ferro che invadeva i territori di caccia. Le Guerre Indiane durarono dal 1862 al 1890 ma l'esercito statunitense si trovò ad affrontare più di novecento combattimenti nelle cosiddette campagne di 'pacificazione' contro le tribù (Sioux, Apaches...), dal 1865 al 1898. Il 25 giugno 1876 sul Little Big Horn gli indiani annientarono il settimo reggimento di cavalleria del generale George Armstrong Custer che vi perse la vita forse suicida. Gli indiani adoperarono fucili ed archi.

Links:

The Indian Circle (Esclusiva consultazione).

Gathering of Nations: Pow Wow

Soconas

Native American Sites