Padova, 20. 02. 1993

       Caro Tretti,
le scrive lo studente di Lettere che il 2 novembre 1991 è venuto ad intervistarla a Conferazene. Il motivo della mia lettera si trova a pag. 109 della rivista che le ho allegato.
       Il direttore de "La Cosa Vista", Enzo Kermol, non aveva mai sentito parlare di Augusto Tretti, ma l'articolo che ho ricavato dalla chiaccherata di quel giorno gli è piaciuto e ha quindi deciso di pubblicarlo.
       Purtroppo non è stato possibile farlo prima, in quanto la rivista, per una serie di intoppi, è uscita solo ora dopo un anno di "silenzio", con un numero triplo.
       Nel frattempo, come lei ricorderà, c'è stata l'iniziativa di "Cinema Uno" del marzo-aprile 1992, grazie alla quale ho avuto la possibilità di rivedere "La legge della tromba" e di vedere "Il potere" e "Alcool".
       Successivamente, sulla falsariga dell'articolo pubblicato da "La Cosa Vista", ho deciso di scrivere una tesi non solo su Augusto Tretti, ma in particolare sui films di Augusto Tretti.
       Ne è risultata un'analisi ancora molto incompleta, che spero di approfondire in seguito (riuscirò a rivedere i suoi films?) o che spero venga fatta da quei Critici e Studiosi di Cinema non troppo occupati dal cantare le sorti magnifiche e progressive del Nuovo Cinema Italiano (Salvatores & Co.).
       Le allego comunque una copia della tesina; se vorrà scrivermi per critiche, consigli, imprecisioni, ecc., le sarò in ogni caso, grato fin d'ora.

Cordialmente
Stefano Andreoli





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