Alcuni giudizi sul film


LA LEGGE
DELLA TROMBA







       Basterebbero le pause, i silenzi, e il pathos alto ed acuto di quelle rarefazioni improvvise in cui precipita, e che peraltro sempre sott'intende, l'azione, a dirci della personalità precisa ed intensa che affiora da questo film.
       E a saper sfuggire al solito e sterile tranello dei «riferimenti» (Vigo, Chaplin, Clair) si tratta a mio parere di una autentica eccezionale originalità.
       Insomma è un film che mi ha colpito e a tratti emozionato moltissimo.

Francesco Maselli


       La « Legge della Tromba» è il film più strabiliante che abbia mai visto, il più fuori dal comune. lo credo che dietro questo film ci sia una personalità.
       I produttori italiani oggi sembrano molto propensi a rischiare sui giovani. Io mi auguro che ce ne sia uno disposto a chiamare Tretti e fargli questo discorso: Ti lascio libero di fare quello che vuoi, dimmi solo cosa, quanto e quando.
       E chissà alla fine, fra le altre sorprese che Tretti riserberà, non ci sia anche quella della riuscita speculazione finanziaria.

Florestano Vancini


       La «Legge della Tromba» di Augusto Tretti ci fa ringiovanire. Contiene infatti gli estri, un po' anarchici, il salutare bisogno di nuovo, di diverso e anche gli errori della giovinezza.
       A me sarebbe piaciuto che la sua vena satirica, assai forte, si fosse italianizzata di più nei suoi bersagli, ma non vorrei far prevalere ora la critica di fronte a un'opera prima in cui si possono cogliere così spesso battute, immagini, invenzioni sonore cariche di quei valori creativi che sono così rari nella maggior parte dei films e che sono i soli che contano.
       Auguri con tutto il cuore per il suo secondo film che spero di vedere prestissimo.

Cesare Zavattini


       Ho veduto la « Legge della Tromba» di Augusto Tretti. Il film risente delle infinite difficoltà economiche incontrate durante la lavorazione e il suo linguaggio è tutt'altro che risolto.
       Ma, sottolineati questi limiti, bisogna aggiungere che siamo di fronte ad un'opera assolutamente nuova di un regista che domani sicuramente diventerà un autentico autore.
       Vengono in mente le fantasie di Charlot, i films di Tati, intere sequenze sono rette da un miracoloso equilibrio di ironia e di lirismo. Poi il film lavora nella memoria.
       E così Liborio, la seduzione, l'inaugurazione del trombifìcio, il consiglio d'amministrazione e le grandi manovre acquistano una precisione di linguaggio e una dimensione poetica per cui assolutamente secondaria rimane quella certa impronta goliardica del film.
       Io spero di vedere un altro film di Tretti e lo invito ad essere fedele sino in fondo alle sue idee ed al suo temperamento.

Valerio Zurlini


       Passato il primo momento di stupore, «La Tromba» suona nella mente con un timbro esatto e prolungato. Di rado il cinema italiano ha dato una verità così precisa come quei campi, quelle scarpate, quella desolata officina e quei personaggi, che demistificano la lustra apparenza dei "miracoli" economici e ritrovano una provincia farsesca e sinistra.

       Quelle che possono sembrare le debolezze del film sono invece la sua forza: quel che di smarrito, di disperso, di scucito. L'autore della «Tromba» salta sopra le nostre teste, e sopra quelle del pubblico viziato, ritrova lo stupore delle verità elementari. Se la parola poesia è troppo grossa, sceglietene un'altra. Ma, a quell'uomo, bisogna mettere in mano una macchina da presa: non capita spesso di poter sentir suonare il Dies Irae con l'accento stralunato e straziante d'una trombetta di latta.

Franco Fortini


       Io non mi intendo di films, perché, tra l'altro, sono un cattivo frequentatore di cinematografi, però 'le orecchie le ho buone e nel film « La Legge della Tromba}} ho gustato come raramente, e forse mai, la parte chiamiamola così musicale (dico chiamiamola così, perché in questo film pazzo anche la musica che lo accompagna è a suo modo pazza).

       Veramente le trovate rumoristiche e sonore per la loro essenzialità, ingenua ed elementarità fanno centro in certe situazioni e diventano elemento integrante con quello che avviene sullo schermo.

       Ricordo per esempio la musica gracchiante che accompagna le grandi manovre, che tra parentesi sono a mio avviso uno dei più bei pezzi del fìlm, la bandetta a bocca e le macchine del trombifìcio, senza contare gli innumerevoli piccoli rumori, come quando Liborio si gratta in testa...

       Insomma Tretti ha trovato una sua orchestra insostituibile e non mi resta che dirgli tre volte bravo per la trovata originale di aver supplito con mezzi primitivi al solito commento sonoro, senza contare l'originalità unica di questo suo lavoro che merita di essere visto e divulgato perché mi pare che segni nel suo genere, una tappa nuova nella storia del cinematografo.

Giorgio Federico Ghedini (Direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi - Milano)


       La «Legge della Tromba» mi ha molto divertito. Qualcuno obbietta che il film ricorda Chaplin e Tati. Può darsi. Ma Tretti, il regista, non disponeva né di Chaplin né di Tati, disponeva soltanto di una cuoca settantenne, e tuttavia è riuscito a fare un film di alto livello comico. Vi sembra poco, in un paese dove il comico ha quasi sempre il tono della farsa dialettale?

       In questo giovane e nel suo film c'è estro da vendere.

Michelangelo Antonioni


       Dò un consiglio a tutti i miei amici produttori:

       Acchiappate Tretti, fategli firmare subito un contratto, e lasciategli girare tutto quello che gli passa per 1a testa. Sopratutto non tentate di fargli riacquistare la ragione; Tretti è il matto di cui ha bisogno il cinema italiano.

Federico Fellini





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