Storia dell’alimentazione
il cibo ha costituito nel corso dei secoli una tendenza, ma anche lo
specchio delle condizioni di vita della società.
Parliamo spesso di cibo
naturale, alimentazione tradizionale, ma esattamente in che consisteva
l’alimentazione di coloro che sono vissuti in epoche precedenti alle nostre?
Nel passato l’alimentazione costituiva un grande problema, produzione di cibo e
conservazione rappresentavano qualcosa di molto impegnativo rispetto ai giorni nostri. Le rese dei campi
erano molto inferiori, da un quintale di semente di cereali si ottenevano circa
quattro quintali di cereali (ai tempi nostri se ne ottengono trenta), mentre
gli animali da allevamento erano di peso inferiore, e le parti dell’animale più
pregiate in particolare, erano in proporzione ancora più ridotte. Si calcola che
una famiglia contadina era in grado di produrre mediamente cibi per una
famiglia e mezzo, pertanto nella società di allora circa il settanta per cento
della popolazione doveva essere costituita da addetti all’agricoltura
Le popolazioni che vivevano
nelle grandi foreste come i celti e i germani al tempo delle invasioni
barbariche, disponevano di spazi enormi e quindi di di una notevole abbondanza
di risorse, pertanto vivevano di caccia e di allevamento. In particolare
l’allevamento di suini praticato allo stato brado nelle foreste di quercie che
producevano ghiande, costituiva la fonte principale di cibo per quelle
popolazioni. L’Italia e gli altri paesi del Mediterraneo più evoluti, erano al
contrario già terre popolose, e tali popolazioni erano orientate quindi verso
una attività agricola molto diversa. L’allevamento che richiedeva grandi
pascoli non poteva essere praticato, e pertanto quelle genti si orientarono
verso la coltivazione dei cereali. Una medesima area di terreno infatti produce
una quantità di cibo come cereali notevolmente superiore alla quantità di carne
che si poteva ottenere dalla caccia o dall’allevamento.
Quando nel VI secolo si ebbe
una forte contrazione della popolazione, a seguito delle epidemie e della grave
situazione politica ed economica creatasi, anche nelle nostre terre la caccia e
l’allevamento vennero maggiormente utilizzati, ma tale situazione non durò a
lungo, e quando intorno all’XI secolo la popolazione tornò a crescere, si ebbe
un deciso ritorno alla tradizionale coltivazione di cereali.
L’alimento base era il pane,
non ancora la pasta, accompagnato da altre verdure e formaggi. Solo
nell’Ottocento con i nuovi sistemi agricoli e l’uso della refrigerazione per la
conservazione del cibo, la quantità di cibo a disposizione aumentò notevolmente
(l’ultima carestia nel nostro continente è del 1846-7) e lentamente aumentò la
quota di carne nell’alimentazione umana. Anche il sistema di trasporti conobbe
un miglioramento, e ciò contribuì ad una migliore distribuzione dei prodotti
agroalimentari. Progressivamente si arrivò ad una alimentazione più varia,
anche se non sempre più ricca.
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