...DICONO DI DECA...




Deca vanta una preparazione tecnica tale da consentirgli di confrontarsi liberamente con ogni forma d'espressione musicale restando sempre credibile
Aldo Chimenti su Rockerilla

Negli anni '80 l'approccio più innovativo nel linguaggio cosmico venne dal disco "Claustrophobia" dell'italiano Deca
Piero Scaruffi in History of Rock Music

Deca è uno dei più importanti compositori viventi grazie ad un'attività ventennale che lo ha visto produrre album fondamentali per la scena elettronica italiana
Francesco Nunziata - Ondarock

Un autentico "one-man-band per l'anno 2000.
Gino Tozzini - Rockerilla

Intorno a Deca si muovono strane forme di fanatismo, dal delirante al mistico.
Paolo Bertoni - su Ciao 2001

Se il simbolo primeggia sul fenonemo, Deca ha colto nel segno: le sue scelte, pregne di cultura non solo musicale in senso stretto, sono assemblate da una cultura filosofica in senso lato.
Franco Xibilia - su Rockerilla

Deca è un tessitore di novelle e mappe siderali per stati di coscienza pronti a perdersi nelle pieghe di universi sonori senz'epoca e frontiere
Aldo Chimenti - su Rockerilla

Il capolavoro di uno dei più influenti e potenti personaggi della scena musicale italiana e non solo, per quanto defilato e sempre un passo oltre. "Simbionte" concentra in mezz'ora tre decenni di cultura del suono sperimentale e tecnologico, densificandoli a tal punto da renderlo un'opera irrinunciabile. E nel contempo compone un affresco cosmico ed esoterico che lascia una traccia indelebile nel subconscio dell'ascoltatore.
S. Armonica - su RateYourMusic

Questo musicista italiano, ormai a pieno titolo compositore storico della scena d'avanguardia mondiale, è diventato un autentico outsider che ha saputo salire agli onori delle cronache musicali senza mai piegarsi alle logiche di mercato e senza mai fare compromessi; neppure con se stesso, oserei dire, visto che ogni nuovo lavoro propone sempre qualche nuovo spunto.
Roberto Rocchi - su Debaser

“Simbionte” è uno dei 100 album italiani che bisogna assolutamente avere.
Claudio Fabretti - su Ondarock

Se “Claustrophobia” era stato un esorcismo di paure scaturite dall’interno e preludio ad una trasformazione, “Premonizione Humana” è un grande affresco degli esterni orrori universali, più o meno sottili, più o meno materiali. Attraverso il filtro onirico - come sempre nelle opere di Deca - emozioni violente e sensazioni apocalittiche si esternano in sonorità drammatiche ed evocative armonie.
Antonio Bartoccetti - su Musik Research

La sua potrebbe essere definita musica pura perchè generata non dall’ortodossia delle regole compositive partendo da un progetto di rapporti ritmico-armonici, bensì dall’intuitiva e geniale alchimia del suono inteso nella sua accezione più ampia.
Christian Rossi - su Stereofonia

“Phantom” è un’opera monumentale per la ricchezza di suoni e per la complessità delle strutture analogiche messe in atto (...) Belle e coinvolgenti le otto tracce, composte con eccezionale inventiva in un ipnotico migrare di timbri e impulsi elettronici che riaffermano l’enigma senza risolverlo.
Aldo Chimenti - su Rockerilla

“Phantom” sembra essere un passo molto sofferto dentro l’esistenza del suo autore e sicuramente è un eccellente disco per tutti i cultori della musica elettronica e sperimentale.
Maurizio Pustianaz - su DLK Chain Magazine

Album come “Claustrophobia” possono avere una collocazione che va ben oltre la soglia dei generi, del virtuosismo, delle formule consuete che gran parte dei musicisti di grido adotta sistematicamente
Doris Macchi - su Sound Planet

“Electronauta” è un felice esempio di manipolazione elettronica che veste i colori del synth-pop d’annata fra reminiscenze Clock DVA e soluzioni alla Kraftwerk che trovano in Deca un degno prosecutore, dotato d’inventiva e grande immaginazione.
Aldo Chimenti - su Rockerilla

Fautore di cosiddette “colonne sonore mentali” Deca è un musicista di nicchia assai interessante, anche se purtroppo i suoi dischi sono quasi introvabili!
Gabriele Ferraris - su Tuttolibri/La Stampa

Con “Simbionte” siamo lontani anni-luce dalla musica pop: intenzioni e presupposti sono completamente differenti. L’intrattenimento, se così si può chiamare, richiede una soglia di attenzione e partecipazione molto alta.
Giampaolo Gulli - su Il Secolo XIX

Deca rappresenta una figura ecelettica di musicista che ha spaziato con personale originalità dall’elettronica più pura al minimalismo pianistico, senza mai cedere alla tentazione di seguire le mode e rinnovandosi continuamente.
Fabiano Balinesi - su Ondarock

Uno dei nomi storici dell'underground metropolitano più claustrofobico ed elettronico.
Lino Terlati - su Drive Magazine

È difficile trovare musicisti che a distanza di tanto tempo dai loro esordi riescano ancora a pubblicare capolavori senza ripetersi, eppure Deca appartiene a questa minoranza.
Fabio Sartirani - su Debris

”Simbionte” evidenzia subito le sue caratteristiche di opera eccezionale, scaturita da processi compositivi realmente alternativi e distanti anni-luce da ciò che siamo abituati a considerare musica elettronica
Franco Damiani - su MusicMag