SODOMA

1994 - Atom
Cassetta

Credits
Deca: sintetizzatori, programmazione ritmica, voce, elaborazioni digitali
Jiza: voce, rumori
Registrazioni e master: Nightmare Studio - 1994
Artworks: Deca
Prodotto da Deca

Lato A
Introducta - 5.18
Artheria Carnalis - 7.26
Sonda Ictus - 8.23

Lato B
Alpha-Omega - 7.42
Sodoma Possessed - 8.14
Annihilus - 7.21

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Nella primavera del 1994 Deca sembra imporsi una nuova svolta sperimentale, dettata in parte dall’esigenza di staccarsi da una certa etichetta di artista fuori dal coro delle avanguardie nazionali, in parte dalla volontà di seguire percorsi sonori per lui inediti. Il progetto Sodoma - inizialmente pubblicato come opera singola, poi diventato dialogia nel 1996 - parte da un nucleo di idee originali che qualche anno prima Deca aveva denominato S.ON.D.A., acronimo di Sex ONeiric Distorted Activity. Idee concentrate parzialmente intorno al movimento della Distorsione Onirica, ma con una chiave di lettura erotica che attinge agli strati profondi del subconscio e dell’istinto.
Sodoma diventa così un lavoro molto programmatico, di cui l’autore cesella ogni dettaglio senza lasciare nulla al caso. A partire dai titoli dei sei brani, che vengono studiati attentamente ed integrati con maniacale aderenza alle atmosfere musicali; quindi dalla copertina, composta di fotografie elaborate di corpi nudi e di pochissime indicazioni scritte sulla paternità e la gestazione dell’album. In effetti, quest’ultima sembra essere una precisa rivelazione del nuovo corso di Deca sul fronte sperimentale, al punto che il suo nome compare soltanto all’interno, in caratteri minuscoli e smembrato su quattro angoli.
I contenuti prettamente sonori dell’opera, se da un lato ricalcano certe ambientazioni cupe e abissali già ascoltate in Premonizione Humana, dall’altro si arricchiscono di campionamenti e interventi vocali, fino a questo momento piuttosto assenti dalla discografia di Deca. I ritmi ora cadenzati, ora vorticosi seguono percorsi inequivocabilmente oscuri, pulsando su toni bassi e sfuggenti echi stridenti, mentre voci distorte ed enigmatiche emergono a tratti tra il soffiare di un vento desertico e i grugniti di un porcile infernale. La seconda sezione, soprattutto, raggiunge tinte drammatiche e incalzanti che virano la tradizionale impronta soundtrack di Deca verso il filone ritual-esoterico; quando la prima sezione, invece, appare più riflessiva e ambientale.
Sodoma non viene pubblicato ufficialmente e circola attraverso canali davvero sotterranei nell’ambito di ristrette cerchie di appassionati e cultori. Confezionato con cura, con copertina a colori, su supporti di alta qualità, l’album esce solo su nastro. Si guadagna la stima di molti addetti al settore, che invitano Deca ad un’uscita più consona ed ufficiale.

a. bianchi