Spieghiamo brevemente che cos'e' un oculare e in quali schemi e' stata sviluppata la sua costruzione nel corso degli anni. Ovviamente sara' una breve e semplice descrizione, per chi vuole saperne di piu' e in modo approfondito, consiglio di procurarsi dei manuali astronomici, ottimi sono quelli di W.Ferreri, ma nelle librerie se ne trovano anche altri. L'oculare e' la parte del telescopio alla quale si appoggia l'occhio per "vedere" l'immagine formata dall'obiettivo. Questa immagine e' troppo piccola perche' il nostro apparato visivo riesca a rilevarla senza uno strumento che la ingrandisce, appunto un oculare, che fa le veci di un microscopio semplice. Solitamente l'oculare non e' composto da una singola lente (ne esisteva un modello simile, il kepleriano, con campo ridotto e forti aberrazioni, composto da una lente convergente, utilizzato in passato quando non esistevano i trattamenti antiriflesso e il numero di lenti incideva negativamente sulla quantita' di luce trasmessa) ma da un complesso di lenti, lavorate e disposte secondo vari schemi costruttivi. Questi schemi servono per avere visioni differenti, per cercare di ridurre le aberrazioni piu' comuni e per avere un campo apparente (tradotto poi in campo visivo reale) di varie ampiezze angolari. L'immagine risulta ingrandita di un valore assoluto, calcolato dividendo la focale dell'obiettivo per quella dell'oculare. Importante e' anche l'estrazione pupillare, in pratica la distanza alla quale va posizionato l'occhio per scorgere l'immagine, piu' e' elevata e piu' comoda risulta la visione.
Qui di seguito sono elencati gli schemi ottici dei principali tipi di oculari , diciamo i tipi classici. Negli ultimi anni sono state create moltissime combinazioni ottiche, anche con 7 o 8 lenti, che permettono ampi campi visuali , i cosidetti Super wide angle (attorno ai 65 - 70 gradi di campo apparente) o gli Ultra wide angle (che possono arrivare fino a 84 gradi). Ultimo arrivato e' l'Ethos, di casa Televue, dove si dichiara un campo apparente di ben 100 gradi.
Questo oculare, come gia' accennato, era molto usato nel passato, quando non esistevano i trattamenti antiriflesso e quindi un minor numero di lenti siglificava una minor perdita di luce. Oggigiorno non ha piu' molto senso e se si aggiunge che le aberrazioni indotte da una lente singola (piano-convessa) sono notevoli (distorsione e cromatismo) eccone spiegata l'estinzione. Inoltre con questo schema si dispone di un campo apparente molto ridotto.
In questo caso ci troviamo di fronte ad un oculare ancora utilizzato, specialmente in dotazione a telescopi economici e senza tante pretese. E' formato da due lenti piano-convesse, con le "pance" rivolte verso l'obiettivo. Questo semplice schema ha il suo punto di forza con telescopi dal rapporto focale notevole (da il meglio con f10 o superiori), mentre con telescopi molto aperti, lascia trapelare parecchio cromatismo, seguito da sferica e coma. Il campo corretto si attesta attorno ai 30°-40° e l'estrazione pupillare e' di circa 1/2 della focale. Il fuoco cade all'interno, tra le due lenti.
E' una variante del precedente dove la lente di campo e un menisco positivo (convergente). Il campo risulta leggermente superiore al modello classico.
Altra variante dell' Huygens classico. Anche qui la lente di campo e un menisco positivo (convergente) piu' incurvato e la lente oculare e' biconvessa.Mostra una miglior correzione all'aberrazione sferica.
Altra soluzione a due lenti, ma questa volta il fuoco e' esterno. Formato da lenti piano-convesse con uguale focale e le convessita' rivolte al centro. Ha aberrazioni inferiori all'huygens, cosi' e' adatto a telescopi con rapporti focali inferiori. Il campo e' simile al precedente e l'estrazione pupillare e' di circa 1/4 la focale. E' ancora utilizzato, ricoprendo le lenti di strati antiriflesso multipli.
Anche qui ci troviamo di fronte ad un'evoluzione dei precedenti. La lente oculare (un doppietto) ha una focale inferiore alla lente di campo (piano-convessa). L'estrazione pupillare e' leggermente inferiore al H e il campo corretto si attesta sui 45°. Il piano focale che cade vicino alla lente di campo rende visibili i corpuscoli che si depositano sulla superficie (un po' come nel Ramsden).
Nello schema classico, un tripletto, posto come lente di campo, corregge i difetti della lente singola posta all'oculare. I punti di forza dell'oggetto sono : estrazione pupillare che si avvicina ai 4/5 della focale, ottima correzione del cromatismo e della sferica, un campo ben corretto oltre i 40° se si utilizzano rapporti focali elevati.
Lortosopico di plossl e' composto da due doppietti, coni vetri crown posti all'interno, molto vicini. Riesce a lavorare bene anche con rapporti focali piu' spinti (f6 - f8) e non induce aberrazioni tipo astigmatismo o curvatura. Il campo corretto si attesta sui 50°. L'estrazione pupillare e' superiore all'Abbe.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una variante del precedente oculare. Tra i due doppietti viene inserita una lente biconvessa, che corregge ulteriormente le aberrazioni e permette un campo piu' elevato (alcuni modelli attuali arrivano a 60°).
Si tratta di oculari con schema a 5 o 6 lenti. Come potete vedere dall'immagine o due doppietti e una lente di campo singola, oppure tre doppietti. Sono oculari piu' costosi dei precedenti ma che ripagano con un campo visivo corretto molto ampio (65°-70°). Si adattano molto bene anche con telescopi dai rapporti focali piu' spinti. L'estrazione pupillare e' leggermente superiore ad 1/2 della lunghezza focale e sono oculari che non presentano aberrazioni rilevanti.