ASTR-ALEX
IL MIO SITO DI ASTRONOMIA AMATORIALE
BARLOW
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Televue 2X
Celestron Omni 2X
Schema di come lavora una barlow : l'ingrandimento risultante e' dato dalla differenza tra le 2 distanze D e d.
Una lente di Barlow non e' altro che una lente, o un gruppo di lenti, con focale negativa. Lo strumento viene situato tra l'obiettivo e l'oculare (appena prima dell'oculare) e la sua funzione e' quella di rendere meno convergenti i raggi provenienti dall'obiettivo, allungando, in questo modo, la focale risultante. La focale risulta allungata, rispetto all'originale, non in modo fisso, ma varia a seconda della distanza dal fuoco primario. La formula : Fr = (Fo*Fb) / (Fb-d) riassume il tutto. Fr=focale risultante; Fo=focale obiettivo; Fb=focale neg. della barlow; d=distanza della lente dal fuoco principale. Si nota che se vogliamo variare il fattore d'ingrandimento, basta allontanare la barlow dal fuoco originale aumentando d.
Le barlow sono calcolate per fornire i risultati migliori lavorando fino a 3x. Il principale vantaggio lo si ottiene con i telescopi a corta focale, perche' non e' sempre facile trovare oculari con focali minime e comunque sono sempre molto scomodi da utilizzare per la loro poca estrazione pupillare (oggigiorno ci sono, comunque, oculari con e.p. notevoli anche nelle focali corte).

Una delle accortezze che bisogna considerare se si vuol acquistare una lente di Barlow e' quella di prenderla di qualita'. Non deve essere formata da una lente singola, altrimenti possono insorgere alcune aberrazioni. In quelle a doppietto la sferica e il cromatismo indotti sono, comunque, trascurabili. Il mercato ne offre molti modelli, l'ideale e' orientarsi su quelle definite "apo" nelle quali, si spera, il costruttore abbia utilizzato vetri di miglior qualita'.
Questa e' la lente di barlow che ho tuttora. Una rinomata Televue. La costruzione e' simile alla Omni, il gruppo lenti si compone di un doppietto a bassissima dispersione. Il tubo estensore e' un po' piu' lungo che non nell'altra, le finiture sono buone e il bloccaggio dell'oculare avviene mediante un anello di ritegno. Corpo e cella sono neri con serigrafie verdi sul primo, tipiche della casa americana, il tubo e' lucido. Il doppietto si svita ma il passo della filettatura non e' comune, cosi' non lo si puo' applicare alla base degli oculari (nota negativa). Con la binoculare devo percio' utilizzare la barlow completa, con maggior volume, ingombri e pesi sul focheggiatore. L'utilizzo visuale mi ha confermato la maggior bonta' rispetto alla precedente : immagini un po' piu' luminose e definite (ottimo l'utilizzo accoppiata ai plossl della medesima casa) e cromatismo indotto praticamente assente. Anche in questo caso gli ingrandimenti sono raddoppiati (2X).
La prima lente di barlow che ho posseduto. Marca Celestron serie Omni. Composta da un doppietto (dichiarato a bassa dispersione) in cella, avvitato al tubo estensore con filettatura classica da filtri (31.8mm) e quindi removibile ed applicabile direttamente alla base degli oculari. Il corpo e' interamente in metallo, liscio il tubo estensore e cromato, brunito il corpo, dove si inseriscono gli oculari, e la cella ottica. Il blocco dell'oculare avviene mediante la classica vite. La fattura complessiva e' buona e la resa e' soddisfacente. Con pochi soldi si porta a casa una barlow piu' che decente. Le immagini non sono mai troppo scure, la definizione rimane buona anche ad alti tiraggi e non induce troppo cromatismo. Gli ingrandimenti sono raddoppiati, ma se si utilizza solo il doppietto, applicato alla base dell'oculare, si riducono a 1,5X.
Mi son pentito d'averla venduta, perche' sarebbe stata utile con la torretta bino, utilizzando solo il gruppo negativo.