SPEDIZIONE ITALIANA ALLA CONQUISTA DEL POLO NORD

 

86° e 34’ DI LATITUDINE NORD

 

UMBERTO CAGNI,  UN ASTIGIANO VERSO IL POLO NORD NELL’APRILE DEL 1900

 

   

Cartolina  con annullo speciale edita dall'Associazione Filatelica Astigiana per il centenario della sfida italiana al Polo Nord, la cartolina dipinta da Gianni Peracchio è ricavata da una foto d'epoca in bianco e nero scattata il 23. 6. 1900 giorno del rientro alla base della spedizione e riprende Cagni, Canepa, Petigax e Fenoillet.

 

 

Era di Asti, ed aveva trentasei anni Umberto Cagni, l’ufficiale della Regia Marina protagonista di una missione ai limiti dell’impossibile: tentare di raggiungere il Polo Nord per via “di superficie”, cioè su quel mare di ghiaccio e chissà cos’altro, che Umberto Nobile sorvolerà in dirigibile con Roald Amundsen, ventisei anni più tardi.

Dunque, Umberto Cagni (figlioccio di battesimo del futuro Re Umberto I) insieme con l’amico, anch’egli ufficiale della Regia Marina, Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, responsabile della spedizione artica finanziata dal Re stesso, parte il 12 giugno 1899 da Christiania (l’odierna Oslo) sulla baleniera norvegese Jason, ribattezzata “Stella polare”, appositamente attrezzata per quei viaggi, e raggiunge la baia di Teplitz: sono imbarcati, oltre al Cagni e a Luigi Amedeo, dodici italiani, otto  norvegesi (l’equipaggio), un centinaio di cani da slitta, provviste alimentari e attrezzature varie.

I due hanno una solida esperienza professionale in marina ed una altrettanto forte passione per le ascensioni in montagna: sei anni prima, con la “Cristoforo Colombo” avevano fatto il giro del mondo, scalando, nelle soste, diverse cime, così come erano soliti fare, nel tempo libero, in Valle d’Aosta, con le guide locali.

Il gruppo italiano passa l’inverno a quella gelida latitudine, per acclimatarsi ed addestrarsi in vista della spedizione. Ma accadono due incidenti: la nave, imprigionata dai ghiacci, si squarcia su un lato e si inclina, tanto che la spedizione deve allestire, sulla banchisa, accanto alla nave, un campo base di fortuna; e il Duca degli Abruzzi subisce l’amputazione di due falangi, a causa di congelamenti che, tra l’altro, hanno colpito anche altri membri della spedizione, e deve rinunciare al tentativo di raggiungere il Polo.

Giunge la primavera: la spedizione al Polo Nord inizia l’11 marzo 1900. Tre gruppi di persone, con slitte e cani, viveri e materiali, si mettono in marcia: i primi due gruppi, di sostegno al terzo, dopo alcuni giorni, in considerazione delle difficoltà incontrate, tornano al campo base (ma il primo gruppo, probabilmente, si perde, e dei tre uomini e del loro equipaggiamento non se ne saprà più nulla). Prosegue invece il terzo gruppo, di quattro uomini, con materiali e cibo per tre mesi: il comandante Cagni, il marinaio Canepa e le guide valdostane Petigax e Fenoillet. Il 25 aprile, tra mille difficoltà, il gruppo raggiunge gli 86° e 34’di latitudine nord : era stato superato di 21’ il record stabilito da Fridtjof Nansen sette anni prima.

 

Itinerario percorso dalla pattuglia Cagni verso il Polo Nord

 

 

Se il comandante Cagni avesse deciso di proseguire ancora, sarebbe diventato pressoché impossibile il ritorno: il Polo distava ancora 3° e 26’, equivalenti a 381 Km. L’obiettivo della spedizione non poteva quindi essere raggiunto, è vero, ma il primato di avvicinamento al Polo Nord era stato conquistato.

Inizia dunque il ritorno, che sarebbe durato quasi due mesi: in assoluto isolamento, con strumenti ricognitivi rudimentali, stridori sinistri del pack che si spacca, amputazioni per congelamento,  maglioni che diventano corazze per il sudore gelato, dopo dieci giorni di marcia verso il campo base, il gruppo, che si trova a metà strada dal campo, deve abbandonare quasi tutto sui lastroni di ghiaccio alla deriva. Con una sola tenda, dodici cani e le provviste strettamente necessarie, sulle slitte rimaste i quattro uomini riescono finalmente a raggiungere la baia di Teplitz, ove li attende la “Stella polare” ancora inclinata: sono le otto del mattino del 23 giugno 1900. Cagni e i suoi hanno percorso 1400 chilometri in 104 giorni : un’impresa storica, che è ormai leggenda.

 

A cento anni di distanza, l’Associazione Filatelica Astigiana ha ricordato il concittadino Umberto Cagni e la spedizione al Polo Nord con un annullo postale (Asti, 10 novembre 2000), una cartolina ufficiale disegnata da G.Peracchio, ed una busta speciale (ideata da F.Migliasso) che riproduce una cartina del Grande Nord con il percorso della spedizione.

 

 

Umberto Cagni, nato ad Asti il 13 luglio 1863, morto a Genova il 23 aprile 1932, è sepolto nel cimitero di Asti: è diventato Ammiraglio, Senatore del Regno, Commissario al Consorzio autonomo del porto di Genova, Presidente dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, incaricati di costruire la nave “Conte di Savoia” su richiesta dell’ amico Duca degli Abruzzi, presidente della Società “Italia”.

 

                                                                                                                             Giancarlo Cocito

 

 

 

 

La conquista del Polo Nord Geografico viene comunemente attribuita allo statunitense Robert  Edwin Peary (1856-1920), ingegnere di marina, che, con il suo assistente Matthew A.Henson e i quattro “inuit” (nativi eschimesi) della spedizione, Ootah, Seegloo, Egingway e Ooqueah, partendo dalla Terra di Grant, dopo 740 chilometri raggiunsero il Polo il 6 aprile 1909. Le analisi compiute su alcune annotazioni di Peary, rinvenute nel 1996, hanno portato gli storici a credere che, anche se Peary era in buona fede nel ritenere di aver raggiunto il Polo Nord Geografico, in realtà era solo passato vicino ad esso, per la precisione a circa 20 miglia nautiche (37 chilometri).

Il Polo Nord Geografico fu raggiunto anche dalla spedizione guidata da un altro statunitense, Albert Frederick Cook (1865-1940), il 21 agosto 1908, partendo dalla costa nord-occidentale della Groenlandia: Cook descrisse la sua impresa nel libro “La mia conquista del Polo”, pubblicato nel 1911. La notizia del primato di Cook rispetto a Peary, accolta in un primo tempo con scetticismo, pare oggi certa.

 

 

“La Stella Polare e il suo viaggio avventuroso” è il titolo di un libro di Emilio Salgari (1862-1911), cronista d’eccezione, che descrive con il consueto stile avvincente la leggendaria impresa italiana per la conquista del Polo Nord.

 

 

Il centenario della sfida italiana al Polo Nord è stato ricordato filatelicamente anche a VARAZZE (SV), patria del marinaio Simone Canepa, componente della pattuglia Cagni, con un annullo postale speciale, il 22 aprile 2000.

 

 

 

Cartolina a cura dell'Associazione "U CAMPANIN RUSSU" di Varazze Per gentile concessione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, edita per il centenario della sfida italiana al Polo Nord, raffigura La "STELLA POLARE" imprigionata dai ghiacci e i ritratti di S. A. R. Luigi  Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi e il marinaio varazzino Simone Canepa