RAZZISMO NELLE AMERICHE.

Le scoperte geografiche del XV e XVI secolo erano state seguite da conquiste territoriali e da sottomissioni di popoli. Gli indiani d’America erano considerati bottino privilegiato della conquista. Mentre gli anglosassoni dell’America del nord, privilegiando il loro intento colonizzatore, non si fusero mai con la popolazione indigena (mantenendo la purezza della razza) e furono in continuo conflitto con loro, minacciandone l’estinzione, i portoghesi e gli spagnoli agirono da conquistatori privilegiando l’arricchimento (ricerca dell’oro - Eldorado) e si fusero con la popolazione sottomessa che abitò sempre il loro territorio. Accomuna gli anglosassoni e portoghesi e spagnoli la vergognosa tratta degli schiavi neri che sradicati con violenza dalle loro tribù nell’Africa vennero portati in America per essere impegnati nelle piantagioni come animali da lavoro.

 

AMERICA MERIDIONALE E CENTRALE.

Le conquiste territoriali dei portoghesi e degli spagnoli erano finalizzate al ritrovamento dell’oro il famoso “Eldorado” (territorio in cui si raccontava dell’abbondanza dell’oro tale che gli uomini se ne vestivano). Le popolazioni amerinde, gli indios, furono sottomesse e convertite alla religione dei conquistatori, ciò rese facili e frequenti i matrimoni misti. Il forte razzismo iniziale si stemperò con l’aumento progressivo del numero degli abitanti a sangue misto. Gli indios non furono cacciati dal loro territorio naturale e ebbero perciò la possibilità di non interrompere i rapporti parentali con la società in cui erano abituati a vivere. I conquistatori oltre a distinzioni materiali portarono anche malattie (anche le più banali) che per gli indios furono letali provocando disastrose epidemie. La carenza di manodopera da utilizzare favorì l’importazione di schiavi negri dall’Africa. Lo schiavismo in sud America fu praticato più a lungo che negli altri stati. La presenza di negri importati come schiavi dall’Africa portò ad una più vasta varietà di individui “melting pot”. Nella popolazione attuale del sud America detta anche America latina per la prevalenza di abitanti di lingua latina, oltre ai bianchi europei prevalenti si distinguono:

                    Gli indios: amerindi originari

                    I meticci: figli di un bianco con un’amerinda e viceversa

                    I creoli: indigeni di puro sangue europeo discendenti dagli antichi coloni spagnoli                     e portoghesi

                    I mulatti: figli di un bianco con una negra

                    I zambos: figli di un negro con una bianca

Attualmente gli indios rivendicano il riconoscimento della loro storia e della loro cultura e un peso più importante nelle decisioni dello stato.

 

RAZZISMO NEGLI U.S.A.

A differenza dell’America del sud negli U.S.A. i primi colonizzatori (i padri pellegrini) e i successivi non cercavano di impossessarsi delle ricchezze delle popolazioni locali, ma intendevano costruirsi una società tutta loro (ciò che non erano riusciti ad ottenere nella loro patria l’Inghilterra). Per questo (i colonizzatori anglosassoni) a salvaguardia della propria identità culturale e intenti alla realizzazione della loro società ideale nella nuova terra non si integrarono mai con le popolazioni locali: i pellerossa. Anzi tra gli indigeni e gli anglosassoni sbarcati sul continente americano, ebbe subito inizio una lotta accanita. Essa non ebbe fine fino a che i pellerossa furono annientati dalle continue ondate di nuove genti bianche, assetate di terre da coltivare e dotati di armi ben più micidiali di quelle di qui disponevano gli indigeni Pellerossa. Questi che, prima della scoperta dell’America, erano sedentari e praticavano l’agricoltura mais, grano, fagioli, zucche, con l’addestramento e l’uso del cavallo importato dagli Spagnoli, ma ormai presente sul continente in numerosi branchi allo stato selvaggio, erano diventati grandi cacciatori di bisonti e della ricca selvaggina che popolava le praterie. Il territorio occupato dalle loro tribù era vastissimo comprendeva praticamente gran parte dell’America del nord. Respinti sempre più verso occidente, privati dei territori più ricchi di selvaggina, decimati dal vaiolo e da altre malattie, i cosiddetti pellerossa furono prima accolti nel territorio indiano (Kansas, Oklahoma, Nebraska, Dakota), ma i colonizzatori diretti nel far-west nella corsa all’oro, occuparono anche questi territori, e il territorio indiano si ridusse al solo Oklahoma.

I pellerossa si difesero come poterono: assalirono carovane dei coloni, treni, fattorie, fecero razzie di bestiame, vendette e stragi.

Per ridurre i pellerossa alla fame tra i 1872 1874 furono uccisi più di 3000 bisonti.

Con la creazione del nuovo Stato dell’Oklahoma il territorio indiano scompare. Le terre concesse in esclusivo dominio dei pellerossa si riducono alle sole riserve, costituite in gran parte in terreni sterili e aspri.

Oggi l’indiano é teoricamente libero di vivere nelle riserve o di emigrare nelle città. Qualunque sia la sua scelta resta, però, sempre un cittadino di seconda classe.

In America gli indiani sono stati definiti “la minoranza più disperata” di recente nella produzione cinematografica vi è stato un tentativo di rivalutazione dei pellerossa e della sua cultura con il film “balla con i lupi” solo un piccolo segno di ravvedimento.

I negri d’America mentre la legislazione spagnola divenne progressivamente favorevole agli indigeni, quella delle colonie anglosassoni del Nord America continuò a mostrarsi decisamente ostile.

Inizialmente furono gli indiani pellerossa considerati fin dagli primi coloni, se fatti prigionieri, come schiavi.

Ben presto alla schiavitù del indiani si sostituì quella dei neri, considerati di tempra più resistente.

Il traffico di schiavi “tratta dei neri” dall’Africa all’America si intensificò nel 600 per fornire manodopera alle piantagioni di zucchero, cotone, tabacco e fu praticato dai portoghesi, spagnoli e inglesi.

Sradicati con la violenza dalle loro terre gli africani, pur nella condizione di schiavi, espressero con il canto a danza, la musica, il loro dolore, la loro speranza, la loro rabbia in un modo tanto vero e originale da influenzarne la musica di tutto l’Occidente con la nascita del jazz.