A.R.M.I. - Associazione Radioamatori Marinai Italiani
Associazione Radioamatori Marinai Italiani
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Augusta (inizi del 1900)Augusta - darsena (inizi del 1900)

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Il 9 marzo 1914 a bordo della nave da battaglia "Regina Elena" ormeggiata nel porto di Augusta (SR), Guglielmo Marconi ha svolto in onde corte esperimenti sulla Radiotelefonia.
L'A.R.M.I. (Associazione Radioamatori Marinai Italiani) ha attivato una stazione di radioamatore commemorativa con il nominativo IY9MAR, per celebrare l'evento marconiano ad Augusta.

QSL commemorativa IY9MAR

 

[Note storiche]

La “RADIOTELEFONIA” 

Non si può parlare dell’esistenza di una originale invenzione della radiotelefonia, Guglielmo Marconipoiché essa è stata una conseguenza "succedanea" dedotta dalla radiotelegrafia. Senza togliere lode e benemerenza all’opera notevole ed eletta del prof. Majorana, bisogna condividere ciò che, con perfetta aderenza ai tempi ed alle modalità circostanziate ebbe ad esporre il Marchese Luigi Solari:
"La radiofonia non è entrata nel campo delle pratiche applicazioni che dopo l‘introduzione delle valvole termoioniche. Il prof. Fleming dell’Università di Londra fu prima ad introdurre insieme a Marconi, di cui era collaboratore, le valvole termoioniche nelle radiocomunicazioni. Meissner, Armstrong, Langmujer, De Forest, Franklin, Round hanno ottenuto brevetti per la trasmissione radiotelefonica con valvole termoioniche, grazie alle quali, ripeto, la radiotelefonia è riuscita ad assumere un largo e pratico sviluppo. Risulta infine in modo incontestabile che per mezzo degli impianti a valvole termoioniche, ai quali Marconi ha dato il maggior impulso e per mezzo delle speciali lunghezze d’onda determinate da Marconi stesso, è stato possibile realizzare i primi efficienti servizi radiotelefonici e la prima trasmissione della parola umana dall’Europa all’Australia. Capita sovente che ogni grande invenzione vanta i suoi discepoli, ma le nuove conquiste della portentosa attività umana, tenendo viva l’opera del trionfatore, non l’oscurano quando contribuiscono a creare nell’ambiente in cui essa prospera una concomitanza di contributi, convergendo in nuove mete. E’ importante sapere che al plauso della stampa mondiale per il premio Santoro concesso al prof. Majorana, Marconi aggiungeva il suo compiacimento nel vedere che "il primo posto in questi studi veniva preso da un italiano".
Dopo l’invenzione della radiotelegrafia, erano stati fatti in Italia vari tentativi per realizzare la telefonia senza filo. Occorreva, innanzitutto disporre di onde portanti costanti in ampiezza, persistenti e continue nella generazione e nella propagazione; non bastava ancora. Gli studi degli sperimentatori erano rivolti alla ricerca di un microfono capace di reggere a forti intensità di corrente elettrica, poiché quello a granuli di carbone non era adatto: infatti i granuli riscaldandosi diminuivano la resistenza ohmica, ed il microfono si rendeva inservibile. Per opera del prof. Majorana, dal 1903 al 1912 (e dal prof. Giuseppe Vanni), con l’uso di uno speciale microfono a liquido vibrante (detto ad acqua od idraulico) in grado di sostenere correnti microfoniche intense e sotto altissima differenza di potenziale, applicato ad un generatore ad arco Poulsen, si poté alimentare le antenne con sufficiente quantità di energia. Anno per anno i progressi conseguiti dal prof. Majorana  si sono così realizzati.

-          1903: inizio dello studio di un sistema radiotelefonico;

-          1904: realizzo di chiare trasmissioni radiofoniche tra due sale del laboratorio (Istituto Superiore Telegrafico e Telefonico);

-          1907: conversazione radiofonica tra il laboratorio ed il forte di Monte Mario; tra Monte Mario e Porto d’Anzio (52 km); tra Porto d’Anzio ed il cacciatorpediniere “LANCIERE”, in rotta verso la Sardegna (ottime ricezioni sino a 150 km); tra Roma, la Sardegna, la Sicilia, (Becco di Vela: 300 km).

-          1908: conversazioni tra Roma ed una ricevente a Londra (nella Direzione del “Post Office”); tra Roma e Trapani (Monte San Giuliano) (420 Km.).

Il prof. Vanni per ottenere la telefonia senza filo, adottò un generatore di onde ad arco, ideato da Moretti (due elettrodi di rame, uno vuoto) attraversato da un getto d’acqua, munito di microfono a scorrimento liquido e lamina vibrante. Le prime prove furono eseguite all’Istituto Militare Radiotelegrafico di Roma, poi con la stazione di Centocelle dove era stato fissato il trasmettitore. Da Centocelle si radiotelefonò a Ponza (120 km), alla Maddalena (160 km), a Palermo (420 km) a Vittoria, presso Ragusa (600 km), ed infine a Tripoli (nel 1911), alla distanza da Centocelle di 1000 chilometri. I sistemi Majorana e Vanni, come è stato detto, rappresentano un interessante passo iniziale per lo sviluppo della radiotelefonia, superato a partire dal 1911 dall’avvento della valvola termoionica. Il progredire della tecnica nella costruzione dei triodi di grande potenza per la trasmissione e di forte rendimento amplificatore nella ricezione, non valse a distogliere Marconi dai perfezionamenti introdotti nella radiotelegrafia, che stentò molto ad abbandonare le onde lunghe. La grande svolta avvenne col 1923 con il passaggio alle onde corte “a fascio” che ammisero l’introduzione della radiofonia col sistema direzionale su lunghissimi tragitti. Il pensiero di Marconi è come sempre molto chiaro; ammetterà “Le stazioni di grande potenza a onde lunghe di questo Paese, che attualmente esplicano un servizio radiotelegrafico commerciale da e per gli Stati Uniti, sono atte, io ritengo, a trasmettere e ricevere contemporaneamente in ognuna delle direzioni, in condizioni normali, con una velocità media di 20 parole al minuto, per una media giornaliera di 18 ore. Ma le stazioni a fascio, nelle prove ufficiali si sono già mostrate capaci di trasmettere e ricevere contemporaneamente con una velocità media di almeno 100 parole al minuto per 18 ore al giorno (e con una potenza almeno 10 volte inferiore di quelle ad onde lunghe). Vorrei aggiungere inoltre che non penso che il sistema a fascio sia limitato alla radiotelegrafia. Spero che esso possa essere utilizzato per portare la radiofonia su una base molto più pratica di quanto essa non sia attualmente”.
Ed eravamo già nel 1926.
I primi esperimenti in questo campo introdotti dalla Marina Militare Italiana attraverso i primi successi radiofonici:
- nel 1910 tra Venezia e La Spezia si è sperimentato un generatore d’onde, modulato in telefonia, sistema Jacovello.
- nel 1913 Meissner, impiegando valvole ioniche, riuscì ad ottenere un collegamento radiotelegrafonico producendo oscillazioni del tutto persistenti, stabili e costanti. Sperimentata per la prima volta a Roma presso il Ministero della Marina, la radiotelefonia entrò nel servizio corrente delle nostre navi nel 1914, con l’apparecchio trasmettitore sistema Marconi-Round (con amplificatore termoionico).
Il 9 marzo 1914 G. Marconi fece installare gli apparati sulla Nave da Battaglia "Regina Elena", ormeggiata nel porto di Augusta (SR); (il segnale veniva ricevuto da un secondo vascello). Le due navi si diressero in mare aperto e, per ulteriori esperimenti, di fronte alla costa della Sicilia, si registrò una ricezione perfetta su di una distanza di 35 chilometri, distanza che per un tempo molto limitato aumentò in modo non chiaro fino a 70 chilometri. La comunicazione venne costantemente mantenuta per un periodo di 12 ore e gli esperimenti inclusero periodi nei quali i segnali erano sia trasmessi interamente sul mare sia con  l’interposizione della terraferma.

Nave da battaglia "REGINA ELENA"

Vanno ricordati anche il collegamento in fonia, effettuato dal medico e fisico Riccardo Moretti per conto della Regia Marina, tra Roma e Tripoli nel 1912 (1200 Km).

Dal 1920 inizia la graduale diffusione del radiotelefono sulle navi e le comunicazioni radiotelefoniche trovano il campo ideale per il loro utilizzo. Da allora grazie ai rapidissimi progressi scientifici, accompagnati da determinanti perfezionamenti tecnici degli apparati, le radiotrasmissioni hanno progressivamente raggiunto lo stato in cui si trovano attualmente.

G. Marconi e lo stato maggiore di una unita da battaglia
Qui sopra al centro G. Marconi in mezzo allo Stato Maggiore di una nave
da battaglia delle Regia Marina italiana, durante le prove di radiotelefonia fra
unita' di squadra con apparati a valvola (1914-1915)

Fu consuetudine del grande inventore, dopo le esperienze risolutive sulla TSF telegrafia senza fili nel golfo di La Spezia nel luglio 1897 e le campagne oceaniche sulla Carlo Alberto del 1901-1902, di mantenersi in stretto contatto con la Marina Militare del Regno d' Italia.
Grazie all' uso gratuito dei brevetti Marconi, i suoi tecnici fondando nell' Arsenale di La Spezia le prime officine italiane di costruzione radio e le scuole di addestramento del personale, con la rapida estensione degli impianti a navi e stazioni costiere, portarono notevole contributo alle comunicazioni a distanza ed alla soluzione dei problemi della radiopropagazione.


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