LA STIMA DI GEORGE WHEA

Allora George, qual è il punto debole di Shevchenko? "Onestamente, non posso parlare male di lui. Andriy è un gentiluomo anche fuori dal campo. Lui è cortese, garbato e onesto. Abbiamo parlato al telefono quando ero al Chelsea; ci siamo tenuti in contatto perchè abbiamo gli stessi valori come calciatori che come uomini".

Qual è invece la sua forza? "Prima di tutto, è forte psicologicamente. Lui è abbastanza potente da muoversi in velocità con o senza palla. E poi ha una tecnica non comune a molti calciatori. I suoi buoni piedi fanno si che non sia mai a corto di idee quando si trova nei pressi dell'area di rigore. Quello che lo rende un attaccante veramente eccezionale è il suo istinto di goleador: qualcosa che non si può insegnare. Anche mentalmente è molto forte, giocare in Italia lo ha rafforzato".

Com'era giocare con lui? "Era molto piacevole giocare con lui. Le cose gli vengono naturalmente: Andriy vive e respira calcio. E' sempre disponibile a ricevere la palla, passa in profondità e vede sempre quando uno è smarcato. Sia che lo si vede giocare o che ci si giochi insieme, lui è una perla. E' uno tra i calciatori più eccezionali che mi sia capitato di incontrare nella mia carriera. Presto o tardi, sono sicuro che riceverà il Pallone d'Oro. Con il suo talento come calciatore e le sue qualità come uomo, lui sarà sempre tra i primi.

 

Da   www.sportal.it  del 14 febbraio 2001

SHEVA FA GOAL ANCHE A HITLER

Andriy Shevchenko farà goal anche sul grande schermo. Il bomber milanista è stato infatti scritturato per una parte nel film "The Match of Death", che si girerà in Ucraina nella prossima primavera. Sheva reciterà manco a dirlo il ruolo del calciatore, ma l'ambientazione sarà molto particolare. La vicenda, realmente accaduta si svolgerà infatti nell'Ucraina del 1942, occupata dalle armate di Hitler: per dimostrare la propria superiorità, i nazisti sfidano in una serie di partite la Dinamo Kiev, e le perdono tutte. Molti dei giocatori della Dinamo, internati nei campi di concentramento, furono poi uccisi dai tedeschi. Sheva avrebbe dovuto recitare il ruolo di capitano della Dinamo, ma i suoi troppi impegni calcistici lo costringeranno ad accontentarsi di una particina: l'attaccante rossonero sarà sul set tra il 3 e l'11 maggio del 2001. Nel cast figura anche Jean Reno, l'attore di Leon: sarà lui l'arbitro delle sfide fra ucraini e tedeschi. Purtroppo vi sono molti problemi per la realizzazione di questo film: il Milan che chiede un grande indennizzo per la sua assenza, e la parte ucraina insiste nel fatto che il regista dovrebbe essere un ucraino. Pertanto non è ancora chiaro se il film si girerà o no.

Da www.ilnuovo.it  del 12 dicembre 2000

SHEVA VUOLE IL PALLONE D'ORO

In merito al trofeo che tra circa un mese France Football assegnerà al miglior giocatore che milita in Europa, Andriy ha confidato: " Mi piacerebbe vincerlo, sarebbe un traguardo bellissimo. L'anno scorso sono arrivato terzo e già non è male, quest'anno credo di avere delle chance per conquistarlo, anche se ho l'handicap di giocare in una nazionale che parte svantaggiata rispetto ad altre rappresentative più blasonate come Francia, Italia o Spagna. Il fatto di essere ucraino di certo non mi agevola. L'Ucraina è una buona squadra, però non è facile distinguerci a livello internazionale". Qualora fosse un membro della giuria Andriy voterebbe per Zidane, mentre Rivaldo che la scorsa stagione ha fatto molto bene, sta ora pagando il momento negativo del Barcellona. Sheva non ha lesinato complimenti anche per Figo. Infine, stuzzicato su un paragone con Van Basten, Andriy ha spiegato: " Essere accostato a lui è un onore. Ma Van Basten è stato un fuoriclasse immenso, ha giocato tanti anni nel Milan, e ha vinto 3 Palloni d'Oro e molti trofei a livello di squadra. Io devo impegnarmi e crescere ancora tanto per diventare come lui. La strada è quella giusta."

Da www.acmilan.com  del 13 novembre 2000

ANDRIY, IL POETA DEL GOAL

Il centravanti del Milan svela la sua passione per il grande ucraino suo omonimo ( Taras Shevchenko ): " Col fisioterapista di Kiev facevamo a gara a chi si ricordava più versi." Allora Andriy scende dal bracciolo della poltrona, si siede in modo composto, come se quel nome avesse introdotto un ospite di riguardo, poggia la nuca sulla poltrona e pronuncia questi suoni al soffitto sorridendo:" jak umrù, to pochovàjte / Menè na mohyli " ( trad. " Quando morirò seppellitemi in un tumulo alto in mezzo alla steppa sconfinata della mia cara Ucraina, perchè io possa abbracciare con lo sguardo i suoi immensi campi perchè io possa sentire il suo Dnepr / ribellarsi in mezzo alle sue rocce" ). " E' Zapovit, il Testamento di Taras Shevchenko, una bellissima poesia rivolta al popolo". Le parole di Taras nella bocca di Andriy Shevchenko che declama Shevchenko. Abbiamo giocato a farli incontrare: il più grande poeta ucraino dell' 800 e il più grande calciatore ucraino del '900, il poeta dell'identità nazionale e il campione in cui una nazionale intera ama identificarsi, l'artista che in esilio scriveva poesie d'amore per la sua terra e l'attaccante che nel campionato italiano segna goal che sembrano versi.

SHEVA SUL TRONO DEI BOMBER ROSSONERI. SOLO NORDAHL HA FATTO MEGLIO DI LUI

Solo Gunnar Nordahl ha segnato più di lui in una sola stagione ( 38 goal nel 1950-51, 35 l'anno precedente ): Andriy Shevchenko, pur avendo abdicato a favore di Hernan Crespo nell'ultima classifica cannonieri del campionato, ha già un posto tutto suo nell'olimpo dei bomber rossoneri. Come un anno fa l'ucraino ha segnato 24 reti in 34 partite di campionato che diventano 34 in 51 incontri considerando anche le coppe. Impressionante la media con cui Sheva va in goal in rapporto ai minuti giocati: nel 1999-2000 ( 3.527') ha segnato un goal ogni 121' ( 108' in serie A ); nella stagione appena terminata ( 4.437') ha esultato ogni 130' ( 123' in campionato ). In totale, da quando è arrivato ha disputato con la maglia rossonera 94 partite mettendo a segno 63 goal ( media 0,67 ). In serie A ha collezionato 66 presenze per un totale di 48 centri ( 0,72 ).

Da "Metro"

SHEVA MIGLIORE UCRAINO PER LA TERZA VOLTA

KIEV - Andriy Shevchenko è stato eletto per la terza volta consecutiva miglior calciatore ucraino del 2001. L'attaccante del Milan e della sua nazionale, 25 anni, è risultato vincitore con un largo margine del sondaggio proposto da un settimanale ucraino ad un campione di 600 giurati, giornalisti e appassionati di calcio. Al secondo e terzo posto si sono piazzati Guennadi Zubov dello Shakhtar Donetsk e Alexander Melashchenko della Dinamo Kiev.   

da " La Gazzetta dello Sport "

SHEVA & C, LA NOTTE FINISCE IN FUORIGIOCO

La colpa? È della città. Se fosse possibile, bisognerebbe esonerare Milano. I suoi ristoranti, le sue discoteche, gli «eppiauar» e gli aperitivi al bancone. Perché sono le mille tentazioni della metropoli da bere ad aver affossato le ambizioni del Milan. Capello l'aveva capito subito: «Questa è una grande città, ma le cose si vengono a sapere». Stroncò sul nascere le notti brave di Desailly e compagni, pescati tra il Soul to Soul e lo Speakeasy: il suo Milan infatti vinceva, eccome se vinceva. Galliani, 38 punti in 26 partite e una sola vittoria nel ritorno, si è illuminato ieri: «Milano è una città con pregi e difetti. Certo lo stile di vita è molto cambiato». Una volta, forse, non ci si scatenava all'Hollywood dopo aver perso il derby (vedi Donati, ma aveva la giustificazione della mamma: «Ero in tribuna»), però cibarsi ci si cibava comunque, e il fatto di farlo al ristorante non intaccava lo smalto dei campioni. Rimbalzare tra la Nuova Arena (avvistati Costacurta, Shevchenko, Ambrosini, Gattuso e Rossi), il Picanas (Serginho, José Mari, Javi Moreno) e il Vecchio Porco (clan Maldini), insomma, costituisce una presunzione di colpa. Soprattutto per chi ha l'alibi. 

Alcune immagini di KRISTEN PAZIK la fidanzata di SHEVCHENKO

Prendi Shevchenko il biondino che da quando è innamorato non ne becca più una (presidente Berlusconi dixit). Prima abitava con i genitori in via Marina, oggi incrocia con Kristen Pazik tra via Spiga e Montenapoleone. Il fidanzamento con una modella comporta onori e oneri: incontri, sfilate, cinema e teatro. A Milanello commentano sconsolati ("Il calciomercato si è trasferito in Corso Como 10") ma non c'e prova scientifica del rapporto tra la vita sociale e il bomber che s'inceppa. Comunque c'è chi ha fatto di meglio. Andata e ritorno a New York in due giorni di riposo (Costacurta). Un salto in Sardegna nell 'arco di 24 ore (Brocchi e Abbiati). Una gita a Montecarlo in giornata (ancora Sheva). Era la stagione di Terim, il tecnico di manica larga che riuniva il Milan a Milanello meno dei predecessori. Fomentando le critiche e le leggende metropolitane (vedi sopra). Il problema non è di uomini, ma di tattica. Abbiati abita nello stesso palazzo di Galliani, il d.g. Braida frequenta i locali di Brera: fin troppo facile, per i sergenti, sgamare i rossoneri in libera uscita. I modelli da imitare? Laursen, noto pantofolaio, oppure Chamot, il difensore che declama la Bibbia. Ridateci il Tocqueville, per favore.

Gaia Piccardi da " Corriere della sera " - Marzo 2002

SHEVA e KRISTEN : SI PARLA DI MATRIMONIO

L'Ucraina ha perso lo spareggio mondiale, il Milan va a corrente alternata, ma Andryi Shevchenko almeno ha trovato l'amore, oltre ai gol. La sua storia con Kristen Pazik, ex fiamma di Pier Silvio Berlusconi ('esonerata' dopo le foto osé nella villa di Arcore), ha resistito all'estate e sta resistendo all'autunno. In alcune recenti uscite mondane la coppia, che frequenta spesso Billy Costacurta e la di lui fidanzata Tanya Stewart (migliore amica di Kristen), è apparsa più affiatata che mai, e il prossimo giugno in Giappone Shevchenko potrebbe anche andarci. Ma in luna di miele, secondo quanto un personaggio molto vicino a Sheva sta spifferando da alcuni giorni.

Tony Naro

LUTTO NEL CALCIO UCRAINO

Se n'è andato il colonnello Lobanovski padre della Dinamo Kiew e dell'Urss. 63 anni, era stato ricoverato lo scorso 8 maggio per un ictus che lo aveva colpito a bordo campo durante la partita Zaporodjie-Dinamo Kiev. Prima di diventare il più grande allenatore dell'ex Urss e dell'Ucraina, ha giocato nell'Odessa, nello Shakhtar Donetz e nella Dinamo Kiev. Lobanovski aveva guidato la nazionale dell'Urss e successivamente quella dell'Ucraina. Nella sua lunga carriera di allenatore ha guidato anche il Dniepr, gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait. Il "santone" del calcio ucraino era stato protagonista di grandi successi con la Dinamo Kiev: 8 titoli e 6 coppe sovietici, 4 titoli e 3 coppe ucraine, 2 coppe delle Coppe ( nel '75 e '86) e una supercoppa Europea ( 1975 ). Al suo funerale ci saranno gli ultimi due gioielli lanciati nel calcio occidentale: Shevchenko e Kaladze. I due milanisti hanno lasciato la comitiva rossonera in tournee negli USA per tornare subito a Kiev. " Sono molto addolorato - ha detto Sheva - ma non sorpreso, perchè conoscevo le sue condizioni. E' l'uomo che mi ha plasmato, che mi ha insegnato tante cose: se ne va parte della mia gioventù, della mia vita, di quella di tutti i ragazzi che hanno giocato nella Dinamo Kiev".

Parte dell'articolo di Vito Schembari da " La Gazzetta dello Sport" - 14 maggio 2002

INTERvista a Shevchenko

                                                "Ma veramente si è parlato di me all'Inter?"
"Non ho letto i giornali ma mi sembra tutto assurdo. Con tutto il rispetto per l'Inter io il Milan non riuscirei mai a tradirlo. A Milano sono maturato, e ho trascorso tre splendide stagioni. Se dovessi andar via dal Milan lo farei solo dopo aver vinto con la maglia rossonera e solo per una squadra straniera. Non riuscirei mai a giocare contro il Milan, ne tantomeno riuscirei ad indossare la maglia dell'Inter. Per il prossimo anno sono pronto. Ora non sto ancora benissimo, ogni tanto il naso mi fa male e sanguina. E di conseguenza mi fa male anche la testa. Ma spero che tutto si risolva in fretta. Ringrazio i miei inimitabili tifosi che mi sono stati sempre vicini anche nei momenti più difficili e spero che l'anno prossimo riuscirò a regalare loro tante emozioni e sopratutto vittorie." Grazie Andriy!
  

Gentilmente inviata da Stex - Maggio 2002

Shevchenko score fine campionato 2001-2002

  Tutti i numeri di sheva da quando è al Milan
Campionato: presenze 88 - reti 62
Coppa Italia: presenze 9 - reti 5
Coppe Internazionali: presenze 24 - reti 13
Totale: presenze 121 - reti 80

Shevchenko  presenta X-BOX

Andriy è stato scelto come testimonial della consolle di videogiochi della Microsoft, presentata ufficialmente all'Alcatraz di Milano. Il campione ha provato a cimentarsi di persona rimanendo entusiasta dell'iniziativa.

L'azienda numero uno nel mondo nella produzione di software, per il lancio in Italia del suo nuovo gioiello ha voluto tra i suoi testimonial un altro numero uno: Andriy Shevchenko. L'attaccante rossonero ha provato personalmente la nuova consolle durante la presentazione, rimanendo entusiasta di x-box.

Tratto da " Forza Milan " - Aprile 2002

Shevchenko accoglie il brasiliano: con Rivaldo possiamo stravincere

Chi ha la faccia un po' così è Shevchenko, ma lui, si sa, sembra sempre che dorme e poi piazza il colpo da grande campione. Di Rivaldo Sheva dice: " Il Milan era già competitivo prima, con l'arrivo del brasiliano lo è ancora di più. E' uno dei più forti giocatori del mondo. Io ho tanta voglia di riscatto e sono convinto che con questa rosa il Milan possa vincere tutto, campionato e Champions League ". Oltre l'ufficialità, tuttavia, qualcosa si muove. Fiorentino Perez, presidente del Real Madrid, ha comandato ai suoi collaboratori di vendere alcuni giocatori che Del Bosque non utilizza per raggranellare denaro e presentarsi al Milan con una superofferta per Shevchenko. Si parla di 70 milioni di euro. Già una volta nel maggio del 2001, Perez chiese Shevchenko a Galliani, ma ricevette un "no" di risposta. Se ci sarà il nuovo tentativo, vedremo come si comporterà il Milan.

Tratto da " La Gazzetta dello Sport "- 31 luglio 2002

L'INFORTUNIO DI SHEVCHENKO

La visita specialistica ad Anversa ha confermato la lesione al menisco esterno del ginocchio sinistro per Andriy Shevchenko. L'attaccante del Milan è stato subito operato domenica 18 agosto 2002 dal professor Martens. Ora Sheva dovrà stare lontano dall'attività agonistica per un paio di mesi "salvo complicazioni" come precisa il comunicato del Milan. Il giocatore aveva accusato un forte dolore al ginocchio sinistro durante la partita del preliminare di Champions League contro lo Slovan Liberec svoltasi mercoledì 14 agosto 2002. Già i primi accertamenti a Milano avevano subito evidenziato i problemi al menisco.

Tanti auguri di buona guarigione e di rivederti al più presto in campo per darmi tutte le soddisfazioni che mi hai sempre dato !!!   By ERIKA

SHEVA: NON MI MUOVO DAL MILAN !

Andriy Shevchenko giura fedelta' al Milan. 'Adesso sto bene - ha dichiarato in un'intervista rilasciata al sito internet della societa' rossonera - mi sono fermato qui a Milanello invece che andare in nazionale perché ho parlato con il commissario tecnico e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che io proseguissi nel mio recupero. Sto lavorando con i preparatori e i fisioterapisti per raggiungere la forma migliore. Ho tanta voglia di giocare e spero di farlo al piu' presto'.
Il Milan gioca bene e vince anche senza di lui, che pero' non ha alcuna intenzione di fare le valige. 'Le voci di un mio possibile trasferimento - ha concluso l'attaccante rossonero - non mi danno fastidio perché sono sereno. Si vede che i giornalisti non trovano un punto debole in me e quindi mi attaccano in questo modo. Quello che invece e' certo e' che io voglio rimanere e vincere nel Milan'.
Tratto da "SPORTAL" 14 ottobre 2002

SI SCALDA SHEVA: SAN SIRO ESPLODE!!!

Andriy Shevchenko si è riaffacciato su una scena già piena di grandi attori e, pure senza recitare nessun ruolo, ha visto che il pubblico non lo ha dimenticato. Sheva è tornato in panchina dopo oltre due mesi di assenza: si è fatto male contro lo Slovan Liberec il 14 agosto, è stato operato al menisco esterno del ginocchio sinistro il 19 agosto, ed è pronto a tornare in campo sabato a Verona contro il Chievo. Ieri intanto si è rimesso a correre dopo tanto tempo sull'erba del suo stadio. E' andato sotto la curva e i tifosi lo hanno acclamato, lui ha concluso la serata scattando con Laursen, un altro di quelli che in questo periodo stanno a guardare più che a giocare. Ma questo non è il destino di Sheva; lo sa lui, lo sanno i tifosi. Che in una delle tante serate risolte da Inzaghi non hanno dimenticato di fargli festa.
Tratto da "La Gazzetta dello Sport" del 24 ottobre 2002

GALLIANI: "SHEVCHENKO E' INCEDIBILE"

Dopo le ultime indiscrezioni di mercato che vorrebbero il Milan prossimo alla cessione dell'ucraino Andriy Shevchenko il vicepresidente rossonero Adriano Galliani, intervistato da Milan Channel, ha ribadito l'intenzione della societa' di considerare incedibile l'attaccante ucraino.
"Andriy Shevchenko non e' sul mercato - ha dichiarato visibilmente stizzito Adriano Galliani -. Andriy Shevchenko e' assolutamente incedibile. Ribadisco asso-lu-ta-men-te".

Tratto da "SPORTAL" 4 novembre 2002

SHEVA CHIEDE SPAZIO

Andriy Shevchenko rientra nei piani dell'allenatore del Milan Carlo Ancelotti? L'ucraino se lo sta chiedendo dopo il mancato impiego dall'inizio nell'importante gara giocata, e persa, domenica sera dai rossoneri al "Delle Alpi" con la Juventus. Inserito al 29' della ripresa non ha avuto modo di mettersi in luce, cosa che Filippo Inzaghi, peraltro, non ha fatto per l'intera serata. 
Ancelotti si trova a gestire problemi di abbondanza nel reparto "giocatori con caratteristiche offensive": oltre a Shevchenko, ha a disposizione Inzaghi, Rivaldo, Serginho, che ha impiegato come seconda punta, Rui Costa, Tomasson e Leonardo, senza contare che Pirlo si sta disimpegnando in posizione piuttosto arretrata ma non e' un incontrista. 

Mettere in campo tutti insieme questi giocatori e' impossibile, ma Sheva vorrebbe essere rassicurato sulle gerarchie. E intanto, Manchester United e Real Madrid attendono un segnale...

Tratto da "SPORTAL" 12 novembre 2002

IO, SHEVA

IO E BERLUSCONI : "Il Presidente mi ha stimolato tantissimo, sa cosa dirmi e io ho molto rispetto per lui. Mi ha detto che devo avere pazienza: ha ragione."

IO E LA SQUADRA : "I miei compagni mi vogliono bene davvero,ma non sono i soli. Ho ricevuto tante telefonate e messaggi, uno anche da Bobo Vieri."

IO E I TIFOSI : "Perchè mi sono inchinato davanti alla curva? Quella era gente venuta a vedere uno spettacolo. Volevo ringraziare tutti."

IO E ANCELOTTI : "Capisco lui e capisco le sue idee, ma questo è la testa a dirlo. Lui è stato chiaro con me e io con lui, e so che un goal di per sè cambia poco."

Tratto da "La Gazzetta dello Sport" 28 novembre 2002

La casa di Sheva

L'attaccante del Milan, sex simbol degli stadi persino per le interiste, vive in una casa da scapolo con poche cose ma raffinate.
STILE FRANCESE.....Andriy Shevchenko nella sua casa milanese. Quì sopra lo vediamo in salotto, seduto su un divano in legno con ai bordi due cuscini in stile francese. TUTTO PARQUET.....Andriy Shevchenko seduto sportivamente per terra sul parquet che arreda tutta la sua casa. Sulla sinistra una libreria informale ma in noce massiccio.
UN BEL QUADRO..... Andriy Shevchenko davanti a un foulard Versace incorniciato. E' UNA COLONNA..... Andriy Shevchenko posa nella sua anticamera accanto ad una preziosa colonna in stile dorico. Una piccola "chicca" nella sua bella casa milanese

SHEVA: "Non ho avuto paura di battere l'ultimo rigore" 

MANCHESTER finale CHAMPIONS LEAGUE 2003                           Shevchenko ha tirato con buon esito il rigore decisivo: "Ho chiesto io di battere l'ultimo rigore, non avevo paura perchè sapevo che era troppo importante. Sono andato sul dischetto tranquillo, quando ho visto la palla entrare mi sono detto 'Non è che dobbiamo batterne un altro?'. Per fortuna no, sono molto contento per noi, per la società, per la gente. E' dal primo giorno che lavoriamo per questo".
Una Coppa Campioni ha un valore immenso: "Per me che con la mia nazionale ho poche possibilità vincere questa Coppa è come vincere tutto, vale una Coppa del mondo".

LOBANOVSKI, LA COPPA E' ANCHE TUA

I compagni lo hanno preso amabilmente in giro perchè erano molto allegri e perchè loro in fondo non sapranno mai come si può sentire un ucraino che finisce in cima all'Europa o al mondo; sanno però quanto Andriy Shevchenko sia attaccato alla sua terra e lo sa Adriano Galliani che appunto nella notte di Manchester gli ha proposto di portarsi la coppa in Ucraina. Come promesso, il trofeo (in realtà una copia, come tutte le volte che capita di farlo viaggiare) ha preso il volo con il ragazzo. Ma non per celebrazioni, giri di campo, medaglie da appuntarsi sul petto. Shevchenko ha preso la coppa e l'ha portata da un uomo che la desiderava molto: si chiamava Valeri Lobanovski e la sua statua di bronzo sosta da un po' di tempo fuori dallo stadio della Dinamo Kiev. "Era il sogno della sua vita, la mia vittoria è anche sua e di tutto il popolo ucraino". La gente ama Shevchenko perchè Shevchenko è quello che molti ragazzi ucraini vorrebbero essere; la gente ama Shevchenko perchè Shevchenko ha lasciato a casa la Russia negli ultimi Europei; la gente ama Shevchenko perchè all'Old Trafford si è messo sulle spalle la bandiera; la gente ama Shevchenko perchè Shevchenko ce l'ha fatta in Europa. 
Non si è perso nelle discoteche, non si è perso dentro una bottiglia di vodka e neppure dentro una bella macchina, e quando torna a casa è sempre un vincitore. Si è preso l'onorificenza più alta dello Stato, ha aperto un grande negozio di vestiti e ha portato la coppa all'uomo che l'ha cresciuto. "Lobanovski è come un padre per me, non posso avere un solo ricordo, perchè nel rapporto con lui c'è un pezzo della mia vita. Mi ha sempre raccomandato di lavorare duramente anche quando sono andato lontano da lui e dalla Dinamo, e quando mi rivedeva in nazionale mi chiedeva i dettagli degli allenamenti. Se mi lamentavo di come mi facevano giocare mi ricordava che il mio compito era fare quello che diceva l'allenatore. E se gli raccontavo che Zaccheroni strillava, rispondeva che forse avrebbe potuto strillare anche più forte". Lobanovski è il padre del calcio ucraino, così come un altro Shevchenko, Taras, è uno dei padri della cultura ucraina.Shevchenko infatti non dimentica la sua terra: basta vederlo quando gira per Kiev, quando invita gli amici di Milano e li porta a visitare la città con gli occhi lucidi.

"Ti piace?" e poi dopo un centinaio di metri appena "Ti piace?". Kiev è un posto quieto, una città dai colori pallidi. Di acceso c'è solo il verde, ed è l'unica cosa che manca a Shevchenko quando pensa alla sua casa nel centro di Milano. Shevchenko così a preso la coppa ed è andato a ricercare Lobanovski in quella statua inaugurata il giorno del primo derby di Champions League; aspettava che una storia si chiudesse e nella sua memoria la storia che si è chiusa all'Old Trafford con il suo calcio di rigore non potrebbe essere legata più strettamente di così all'Ucraina e al suo vecchio allenatore. "Sono sicuro che sarebbe stato felice e poi mi avrebbe detto di rimettermi a lavorare come prima". Nessuno scrive al colonnello, ma Shevchenko gli manda sempre bei messaggi.

La Milano di Shevchenko

Joseph è un ragazzo simpatico, dai tratti arabi e la risata contagiosa. Ama la buona cucina e le belle donne, il Milan e i milanisti. Il suo ristorante, "II coriandolo", è all'angolo tra via Dell'Orso e via Brera, rannicchiato nel cuore di Milano, alle spalle della Scala. Da lui si rifugiano in molti, a cena, nei dopo partita, spesso anche a pranzo: Kaladze e Claudio Lippi di Milan Channel, Billy Costacurta e Francesco, Pippo Inzaghi con Toro, ognuno con i suoi amici. Joseph lo ha presentato ai compagni Andriy Shevchenko, che ci va da sempre con Kristen, la sua splendida fidanzata, sempre più solare, sorridente, felice al fianco del ragazzone di Kiev. Non si mollano un attimo, il tempo libero è fatto da uno per l'altra e viceversa: lei va a vedere Ucraina-Spagna, lui va a vedere le sfilate, lei - americana di Washington, dove il calcio è lontano esattamente come l'altra parte del mondo - non perde una partita del Milan a San Siro, in trasferta o in tv, lui la aiuta a scegliere i book, i servizi, il lavoro. Vanno insieme persino nella stessa palestra, come se a Sheva le ore di Milanello non bastassero mai. Kris e il gruppo di Billy gli hanno trasmesso la passione per il basket, trascinandolo persino a New York due anni fa per 48 ore, giusto il tempo di assistere alle finali Nba. In estate lui la porta a Kiev, lei lo porta negli States, le famiglie ormai sono una famiglia sola e il finale sembra già scritto nelle stelle. Sheva e Kris sono rimasti (giustamente) sordi ai sorrisini gratuiti della gente, alle cattiverie da bar che finiscono sui giornali: "Da quando c'è lei non fa più gol", scemenze che valgono solo nel calcio perché in qualsiasi altro anfratto della vita, l'amore è sacro, bello, difendibile sempre. Se sei single è perché ne hai troppe, se ne hai una è perché non è quella giusta: chiunque ami il pallone crede di poter giudicare, anzi liquidare così. Il loro amico Piero c'è sempre, li aiuta a stemperare le arrabbiature e a pesare l'euforia, e del resto Andriy è uno che gli amici li sceglie bene: Rezo, al suo fianco dal primo giorno, riduttivo classificarlo come semplice traduttore; Billy, che sin dal suo arrivo in Italia lo ha inglobato nel suo gruppetto con Ambro, Demetrio, spesso - udite udite - Pippo Inzaghi; Giuliano e Ricky, per i raid dopocena sempre rigorosamente con Kris. Con Billy il rapporto è fraterno, fatto di incoraggiamenti e rimproveri, vacanze estive e consigli. L'influenza del vice-capitano su di lui è fortissima, da un paio d'anni lo ha persino fatto entrare nella sua scuderia (con Oscar Damiani e Fabio Parisi) per la cura delle sue questioni professionali. Adesso Sheva vive nella casa in centro, a San Babila, occupata da Costacurta per qualche anno. Andriy ci passa molte ore, l'unica cosa che non fa a casa è mangiare: guarda tanto calcio in tv, legge, riposa. "A Milano e in Italia si mangia troppo bene per provare a cucinare da soli", gli altri riferimenti sono Graziano alla "Torre del mangia", Gianni alla "Nuova Arena", Gerry al "Vecchio porco", poi qualche buona mangiata di pesce alla "Risacca" o al "Nobu", il giapponese più in voga del capoluogo. La passione di Andriy è l'abbigliamento, una modella in voga come Kristen Pazik non poteva che affinarne i gusti e le preferenze, "gettandolo" tra le braccia di Armani con il quale ha anche avviato affari, aprendo negozi e vetrine a Kiev. Non che stia già pensando al dopo-calcio, anzi. Il suo presente è il pallone così come il futuro prossimo. Il legame con la famiglia (i genitori, la sorella) è strettissimo, tanto che quello con il Milan e con il presidente Berlusconi si è cementato proprio grazie all'intervento di quest'ultimo, quando il papà di Andriy necessitava di cure particolari a causa di preoccupanti disturbi cardiaci. Ma questo non fa sentire Shevchenko prigioniero del Milan, o debitore di riconoscenza. In tutti i suoi sentimenti, il ragazzo di Kiev che vive a San Babila, è sincero e spontaneo: se avesse voglia di andarsene, il primo col quale parlerebbe confessando il suo disagio sarebbe proprio Berlusconi. Sheva è fatto in un certo modo, culturalmente, per educazione, per crescita: Lobanovsky, Zaccheroni, Cesare Maldini, Terim e lo stesso primo Ancelotti lo hanno sempre considerato e trattato come un pilastro inamovibile e indispensabile. Poi Carletto Magno si è trovato di fronte a una realtà diversa, dovendo gestire il dentro e fuori di tutti, Andriy ha fatto fatica e fa fatica a capire anche perché è uno che fisicamente e per rimanere in forma ha bisogno di giocare, sempre e comunque. Si è adattato, "sono un professionista", ma non può essere uno scandalo se soffre. L'unica cosa certa è che non riesce a coniugare il verbo vincere, il vero grande obiettivo della sua vita, lontano da questa maglia, da questa squadra e da questa città. Il resto, è roba per gli altri, che lo vogliono pensare, che lo vogliono dire, che lo vogliono scrivere. Non è un affare di Sheva: gli affari di Sheva sono il Milan e Milano. E un affare di cuore che vive con lui.

 

Tratto da " Forza Milan " maggio 2003

Bianco, Rosso e SHEVCHENKO

MILANELLO Se avesse avuto l'età della ragione calcistica quando l'Unione Sovietica si è dissulta difficilmente avrebbe scelto una nazionale diversa da quella ucraina perché all'Ucraina Andriy Shevchenko è attaccato in maniera viscerale. Ma ora, pur tornando da Kiev con una buona impressione della nuova nazionale di Blochin (e con un ginocchio, quello operato un anno fa, malconcio, però gli accertamenti gli hanno tolto ogni paura), un passaporto in più Andriy lo accetterebbe volentieri, magari per ballare una sola estate dopo essere rimasto tante volte a guardare.
Shevchenko, le piacerebhe essere italiano?
«Eh, in questo momento mi piacerebbe sì, mi basterebbe esserlo quanto basta per giocare un Europeo. Sono fierissimo di essere ucraino, sono molto legato al mio Paese, a Kiev e alla mia gente. Ma ormai la mia carriera è divisa a metà, dato che li ho fatto cinque stagioni da professionista nella Dinamo e questa è la mia quinta nel Milan».
Sta dicendo che è già italiano?
«Sto dicendo che la mia carriera in gran parte lo è e che spero di andare avanti in questo campionato per tanti anni ancora».
Eppure il calcio, secondo un sondaggio di questi giorni, in Italia piace meno di prima. La gente è stilla di troppe partite, oppure si gioca peggio?
«Non credo che si giochi peggio e anzi penso che dovrebbe esserci tanto entusiasmo da parte del pubblico: dopo un po' di anni le squadre italiane sono tornate a fare grandi cose in Europa, e la nazionale che si è qualificata all'Europeo e piena di fuoriclasse. Questo campionato poi è sempre interessante. Non so mai cosa si intende per bel gioco, so che giocare in Italia e contro le squadre italiane è un problema per tutti i grandi club del mondo».
Lei preferisce giocare contro la Juventus o contro il Real Madrid?
«Impossibile scegliere, sono partite che tutti vorrebbero vivere, ma le atmosfere sono diverse. Eppure, con la Juve ovviamente ci incontriamo più spesso ma il fascino non manca, anzi forse aumenta ogni volta. Magari di qualche amichevole fra di noi si potrebbe fare a meno, ma non mi stanco mai di giocare contro la Juve».
E magari batterla, come è accaduto a Manchester in finale di Champions League.
«Giocare contro la Juve è già un'esperienza speciale, sconfiggerla è fantastico. Perché Juve e Milan sono molto simili, con grandi giocatori, grandi allenatori, grandi società alle spalle. E quando hai una organizzazione di questo livello alle spalle il resto arriva».
Lei dice che Juve e Milan si somigliano, c'è chi invece le ritiene diverse: la Juve basata sulla forza, sulla personalità dei suoi giocatori, in definitiva però più portata alla difesa e contropiede; il Milan votato al gioco d'attacco anche se poi non sempre attaccare, e inventare gioco gli riesce semplice.
«Queste sono favole. La Juve, come il Milan, ha punti forti e punti deboli, ma non esiste una squadra vincente basata solo sulla difesa o sull'attacco: ci vuole equilibrio per vincere e alla fine la Juve può fare un mese storto, ma è sempre lì, prima o male che vada fra le prime».
Pensa che il Milan riuscirà a strappargli lo scudetto?
«Ci proveremo noi e non soltanto noi, perché in Italia ci sono tante squadre che possono lottare. Oltre a Juve e Milan ci sono Inter, Roma, Lazio».
Le mette tutte sullo stesso piano?
«Alla fine sulla carta si equivalgono».
Ma questo Milan sembra avere più forza dell'anno scorso.
«Abbiamo nuovi giocatori importanti, che ci fanno sentire ancora più grandi. Ma non è che gli altri siano da meno e la stagione è lunghissima».
Dunque lei non crede che si ridurrà tutto a un duello Ira Milan e Juve?
«Non fu così nella stagione passata, non vedo perché dovrebbe essere così ora. E noi, anche se i successi di maggio ci hanno rafforzato psicologicamente, sappiamo che sarà un anno difficile. Decisivo, se vogliamo dimostrare di essere davvero in grado di aprire un ciclo».
Ma lei è soddisfatto di questo Milan?
«Sì perché siamo fortissimi, però raccontarselo è inutile».
Potreste provare a raccontarlo domenica alla Lazio, squadra alla quale dovrebbe essere particolarmente affezionato.
«E' vero, una volta all'Olimpico ho segnato una tripletta importante,è stato un po' come se mi si fosse aperto davanti il campionato; era il primo anno qui e certe cose non si dimenticano, ma ci sono tante altre cose che mi piacciono in questa partita».
Per esempio?
«Per esempio che ritroveremo Demetrio Albertini, un grande amico. Sarà un'emozione per lui entrare a San Siro con una maglia che non sia rossonera, ma sarà un'emozione anche per noi».
Altre cose che la Lazio porta con sé?
«Un gioco da grande squadra e un'immagine degna. I laziali sono riusciti a finire benissimo una stagione passando sopra ai problemi economici, ed è stato bello per la loro squadra e per il calcio.
L'idea che la gente ha dei calciatori spesso è tutt'altro che buona, molti pensano che siamo avidi più che innamorati del nostro mestiere; i giocatori della Lazio hanno dimostrato che non è così».
A proposito di peccati del calcio, come giudica la lotta contro i simulatori?
«Una simulazione può decidere una partita e quindi è un fatto grave, ma gli arbitri dovrebbero davvero vedere e considerare anche ogni fallo, ogni trattenuta in area, ogni botta».
Allora ha ragione Vieri a dire die gli attaccanti andrebbero tutelati di più.
«Sono assolutamente d'accordo con lui».
Farebbero proprio una bella coppia.
Anche in nazionale.

Tratto da " La Gazzetta dello Sport" 15 ottobre 2003

ZAC e KRISTEN

Incroci milanesi, molto meno pericolosi degli incroci romani. Se infatti nella capitale il clima da derby perenne rende improponibili certe commistioni tra Lazio e Roma (ve lo immaginate Totti a cena con Corradi o con Fiore?), a Milano Bobo Vieri può serenamente mettersi in affari con Paolo Maldini ma anche cenare con Gattuso mentre ad Alberto Zaccheroni è addirittura consentito di assistere a Roma-Milan in compagnia della fidanzata di Andriy Shevchenko. E' accaduto l'altra sera, in un ristorante di via dell'Orso, zona Brera, ma gli squali del gossip possono sonnecchiare tranquilli: nessun intreccio proibito, il tecnico interista era accompagnato dalla moglie e dal figlio; Kristen Pazik, la modella americana che convive con l'attaccante ucraino, da un gruppetto di amiche. Tavoli casualmente contigui nella saletta riservata con megaschermo e la diretta dall'Olimmco. Zac è stato subito buon profeta, salutando la bionda Kristen, ha infatti azzeccato in pieno il pronostico: «Se nel Milan non decide Andriy, stavolta non decide nessuno». Detto e fatto: strepitosa doppietta di Sheva e un altro paio di gol mancati di un soffio. Soprattutto la prima rete di quello che resta un suo pupillo ha soddisfatto il palato del buongustaio Zaccheroni: «Gran gol, un gesto tecnico pregevolissimo» ha spiegato a Kristen. Che ha annuito compiaciuta.

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   8 gennaio 2004

GLI "OSCAR 2004" del Milan

2

MIGLIOR   FILM

ROMA  1

MILAN  2

3

FILM IN TERRA STRANIERA

AJAX    0

MILAN  1

4

 ATTORE NON PROTAGONISTA

  AMBROSINI

 

5

MIGLIOR SCENEGGIATURA

MILAN   3

INTER   2

6

MIGLIOR 

REGIA

MALDINI

e NESTA

 

7

TRUCCO

BERLUSCONI

8

EFFETTI SPECIALI

SHEVCHENKO

9

MONTAGGIO

ANCELOTTI

 

 

10

FOTOGRAFIA

GATTUSO

 

 

11

COSTUMI

GALLIANI

 

KAKA'

 

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   2 marzo 2004

SHEVCHENKO PAPA' IN AUTUNNO: da Kristen la più grande gioia

 

Ha vinto la Champions League, il titolo di capocannoniere della serie A e adesso si prepara a festeggiare il suo primo scudetto italiano, un'impresa resa possibile soprattutto dai suoi goals. Il periodo magico di Andriy Shevchenko non si concluderà comunque con la fine di questa stagione: l'attaccante del Milan, infatti, aspetta un figlio dalla compagna, la modella americana Kristen Pazik. A rivelarlo è il settimanale "Chi" nel numero in edicola. Il centravanti ucraino è fidanzato con Kristen dal 2001 e ieri, al termine della conferenza stampa a Milanello, ha raccontato la sua gioia: dalle sue espressioni e dagli occhi traspariva una grande emozione. Il piccolo Shevchenko dovrebbe nascere verso la fine di ottobre.

 

 

 

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   28 aprile 2004

SHEVCHENKO bloccato dal MILAN fino al 2009

MILANO. Non ci saranno incontri e pensieri dell'ora del té, prima di tutto perché Andriy 
Shevchenko è in partenza per la Cina e al russo Roman Abramovich non potrà fare neppure
una visita di cortesia, poi, e questa è la cosa più importante, perché il Milani ha blindato il fuoriclasse ucraino con un contratto che scadrà nel 2009: cinque anni, vale a dire il massimo consentito dalle norme. La precedente scrittura sarebbe scaduta nel 2006 e non sarà un caso che la società rossonera abbia scelto di proporre il prolungamento a Andriy 48 ore prima dell'arrivo del padrone del Chelsea. 
"Ma no, Abramovich non c'entra, era tanto tempo che si parlava di questo rinnovo», minimizza l'attaccante. Sarà, però la coincidenza di tempi è significativa e la mano di  Adriano Galliani nella regia dell'operazione ben visibile. «Arriva l'uomo più ricco del calcio europeo? E io blindo il mio Sheva. Così, tanto perché non si faccia illusioni. E per ribadire che noi non vendiamo i nostri campioni". D'altra parte Abramovich è una specie di benefattore per il Milan e non per i soldi 
che sarebbe disposto a spendere per ingaggiare l'ucraino: è stata proprio la concorrenza (spericolata, secondo i dirigenti milanisti) del giovane ricco russo a  velocizzare l'acquisto di Kakà, con tutto quel che ne è seguito. Chissà se oggi, quando Abramovich piomberà a Milano per cercare di fare affari con il Milan, Galliani lo ringrazierà per averlo costretto a premere sull'acceleratore nella trattativa con il San Paolo.
Ma stavolta il punto del contendere sarebbe Shevchenko, anche se dopo la manovra di martedì (il contratto è stato firmato nel pomeriggio, ma l'annuncio  dell'accordo è stato dato ieri mattina) sembra che da contendersi ci sia proprio poco. Perché la scelta del Milan è netta e quella, di Andriy ancora di più. Il giocatore infatti, legandosi con una scrittura che alla fine porterà a dieci i suoi anni a Milano, dimostra di credere nel progetto del Milan, perciò rinuncia, alla ricchissima offerta di Roman Abramovich:  7,5 milioni di euro a stagione, una proposta da nababbo per il calcio di questi giorni. E il Milan per venire incontro a Shevchenko ha fatto un'eccezione: l'ucraino passerà 
da uno stipendio da quattro milioni netti ad una media da cinque milioni a stagione. Un progresso significativo, si può dire il massimo per l'attuale momento del calcio italiano.  Anche perché un passo del genere crea inevitabili ripercussioni nello spogliatoio, visto che adesso il capocannoniere dell'ultimo campionato diventa il giocatore più pagato della rosa.

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   27 maggio 2004

Sheva e Kristen in relax a Miami

 

Un pancione lievita con grande gioia dall'altra parte del mondo. E' quello di Kristen Pazik, la compagna di Andriy Shevchenko, con il quale si è lasciata andare a coccole, abbracci affettuosi e rilassanti bagni. La nascita del bebè, del quale non si conosce ancora il sesso, è prevista per fine ottobre. Intanto, il calciatore del Milan e la modella si stanno godendo le vacanze in spiaggia. A Miami, dove si sono ritrovati con mezza serie A. Dopo le tappe obbligate, Kiev dai parenti di lui e Washington da quelli di lei, si sono fermati nella città americana, dove in questi giorni ci sono anche Carlo Ancelotti e la moglie Luisa. E proprio in queste ore, Andriy e Kristen stanno scegliendo l'isola dei Caraibi dove concludere il periodo di vacanza.

Tratto da " ControCampo"   2 luglio 2004

 

Un Pallone d'Oro per l'arrivo di Jordan Shevchenko

MILANO Andriy Shevchenko riparte da 24 gol, tanti quanti ne fece l'anno che Hernan Crespo vinse il titolo di capocannoniere che era toccato a lui l'anno prima. C'è sempre quel 24 nella sua storia, 24 come i gol realizzati nell'anno del suo primo scudetto italiano, ma siccome non è un maniaco di cifre l'ucraino non ci bada, e pensa piuttosto all'autunno caldo che lo aspetta. Caldo per molti versi: perché la stagione sarà nel vivo e perché nascerà il bimbo che Andriy e Kristen hanno deciso di chiamare Jordan. «E' un nome che piace a tutti e due da molti mesi, potrebbe essere quello giusto». Un nome americano per l'erede di un ucraino visceralmente attaccato all'Italia e a Milano, dove è cresciuto e non soltanto calcisticamente. A quasi ventotto anni (li compirà in settembre) Shevchenko si presenta alla sua sesta stagione milanista con un chiodo fisso, l'Europa malamente persa a La Coruna, e nessuna perplessità sulla squadra. «In questi due anni abbiamo vinto tanto e ripetersi è difficile, ma non impossibile». Una volta sognava Rui Costa, il Milan lo ingaggiò e Galliani fece una delle prime telefonate (forse la prima fu per il presidente Berlu-sconi) proprio a Shevchenko. «E'vero, sognavo di giocare con Rui, ma è difficile avere sogni adesso, perché il Milan è veramente una squadra completa. Non ci manca nulla, ma dovremo stare con i piedi piantati per terra e rispettare le esigenze del gruppo. Questo è un gruppo fantastico, serio, restare sempre uniti è stata la nostra carta vincente in questi anni». Un messaggio ai nuovi arrivati, magari a Crespo che va a rinforzare il reparto d'attacco? «Non c'è bisogno di messaggi perché nessun acquisto può darci problemi. Chi si inserisce bene nel gruppo, problemi non ne da mai, e i giocatori ingaggiati dal Milan in questi anni si sono inseriti sempre benissimo».
Lui ha fatto gruppo anche in vacanza,passando molti giorni a Miami e poi alle Bahamas con la famiglia Maldini. «Sono fantastici: Paolo, la moglie, i figli, tutti i suoi parenti. Per me e Kristen è stata veramente un'estate bellissima e non vedo l'ora che anche la nostra famiglia cresca». Sarà un autunno ricco di cose, ma non riposante, con un figlio neonato. «Certi eventi danno forza e energia, non ne tolgono anche se ti tolgono il sonno. Avere un figlio è la cosa più bella del mondo». Shevchenko potrebbe festeggiare Jordan con un regalo speciale, il Pallone d'Oro: l'Europeo non ha prodotto nomi importanti per il premio e Andriy sa di aver molte carte da giocarsi anche se la sua Ucraina è rimasta a guardare. «Incredibile, nelle qualificazioni avevamo battuto la Grecia 2-0 e loro hanno vinto in Portogallo, anni fa avevamo battuto la Francia e la Francia vinse il titolo. Si vede che portiamo fortuna soltanto agli altri. Quanto al Pallone d'Oro, sono rimasto deluso altre volte e preferisco non parlarne più. C'è quasi mezza stagione davanti». E proprio qui sta la sua chance.
 

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   Luglio 2004

SHEVA ha detto "sì": giocando a golf

A ciascuno la sua privacy e Andriy Shevchenko è stato il capocannoniere della privacy, altro che permessi negati alla webcam. Andriy e Kristen non più Pazik (non solo Pazik, diciamo), si sono sposati a Washington il giorno della ripartenza per l'Italia. Niente foto, neanche quelle fatte col telefonino, giurano loro, niente invitati e quasi neppure testimoni. La cerimonia, la chiameremo così soltanto per comodità del termine, si è tenuta al Country Club, sul campo di golf; la signora Claudia, giudice di pace, si è fatta trovare alla buca 14. «Ci ha chiesto dove volevamo vederci e visto che avevamo poco tempo mi è sembrata una buona idea farla venire da noi» spiega lui serafico. «Stava giocando con altre due persone e abbiamo aspettato il momento migliore perché io non volevo che qualcuno sapesse cosa stavamo facendo» racconta Kristen. Il Country Club è un po' la seconda casa di Kristen, che lì si allenava due volte al giorno quando nuotava (è stata nelle nazionali giovanili). «Mi piace», ha decretato Shevchenko dopo aver posato i piedini sui green più belli degli Stati Uniti. Sicché ci ha passato gran parte del tempo durante le vacanze e ora che torna in America per lavoro (in tournée col Milan, dal 29) approfitterà comunque dei due giorni liberi per fermarsi a giocare ancora un po'. Il suocero Michael, prossimo allenatore dei lanciatori di Kansas City, ha promesso di rimandare gli impegni con il baseball. Alla figlia ha chiesto: «Dimmi se è più importante che veda giocare tuo marito e il Milan o che lo porti al golf». «Al golf» ha risposto lei, dunque non si sa se Michael sarò pure in tribuna al Giants Stadium o a Philadelphia. D'altra parte, Michael e sua moglie Susan hanno già fatto tanto, pure i testimoni al matrimonio meno cerimoniale dell'anno. Tutti vestiti da golf, tutti in cerca del proprio colpo migliore, tutti a ciondolare per proprio conto su e giù per il prato riuniti giusto due minuti per dire quelle parole e mettere le firme. «Buca 14, giorno 14, mese di luglio, cioè sette, e il sette è il numero della mia maglia, il mio numero fortunato» riflette Shevchenko. «Casuale, perfetto, incredibile». Ieri, stufo di tanta privacy, Shevchenko ha deciso di raccontare ai giornalisti che si era sposato appunto il giorno prima di tornare in Italia per il raduno. 45 minuti di chiacchiere su calcio e futuro, su meglio la Juve o meglio l'Inter, vuoi la Champions o il campionato, è meglio Adriano o e meglio Crespo eccetera, poi la domanda sulla fidanzata e sul bambino Jordan che nascerà in novembre, e lui col sorrisone ha colto la palla al balzo: «Devo dirvi una cosa». Perché c'è un limite a tutto, anche alla privacy, e Shevchenko ha annunciato le avvenute nozze dopo aver scelto una segretezza molto importantperson (a proposito di luoghi strani, Cindy Crawford e il suo miliardario si sposarono a piedi nudi su una spiaggia) ma anche molto necessaria alla psicologia di Shevchenko: «A me piace essermi sposato ma vivevamo insieme da una vita, è una cosa bella ma non sono mica un attore e non mi va l'idea che mi facciano mille domande». Per prevenirle ha confessato in conferenza stampa, mettendo fine alla privacy del matrimonio più strano, perché nel mondo del calcio di solito non ci si sposa così. Ci si sposa con cerimonie al castello e cortei nella carrozza delle principesse come fece Oliver Bierhoff, uno che generalmente ha gusti sobri, ci si sposa in frac bianco come fece quattro anni fa Patrick Kluivert, ed è cosa buffa che con questo Europeo Van Nistelrooy abbia preso il suo posto in campo e anche nelle cronache nuziali. Ci si sposa con gesti studiati, insomma, mentre Shevchenko ha fatto tutto di fretta. «Non avevamo neanche le fedi, le compreremo in Italia». E Kristen: «L'anno prossimo a fine stagione faremo un bel matrimonio in chiesa, ma c'è un problema». Quale? Che uno è ortodosso e l'altra cattolica? «No. Che i genitori di Andriy parlano solo russo, i miei solo inglese, e i nostri amici sono italiani. Non so immaginare in che lingua diranno la messa». Forse il latino? Il latino unirebbe tutti anche se non lo capirebbe quasi nessuno (il quasi sta per Silvio Berlusconi). Sai che privacy.
 

Tratto da " La Gazzetta dello Sport"   Luglio 2004
 

SHEVA TORNA A GENOVA: 'Mio figlio Jordan, l'emozione più grande'

MILANO - Il sito ufficiale rossonero ACMilan.com è entrato in contatto con Andriy Shevchenko durante il tragitto Milano-Genova del fuoriclasse rossonero. E' stato un colloquio breve, ma bellissimo.
Andriy è felicissimo.
'Mi è successa la cosa più bella del mondo - le prime parole di Andriy - e' l'emozione più forte che io abbia mai provato. Un mese fa io e il mister Ancelotti avevamo parlato di questo e lui mi aveva detto: guarda che quando nasce tuo figlio, ti lascio andare. Senza nessun problema. Me lo sentivo che Jordan sarebbe nato ieri. Sono stato in contatto con il dottore per tutta la giornata. Me lo sentivo. Lo aspettavo. Adesso Kristen sta bene. Ha perso tante energie, ma adesso si sta riprendendo. Tutto nella norma. E' incredibile, mio figlio è nato esattamente un mese dopo di me
(Andriy il 29 settembre, Jordan il 29 ottobre, n.d.r.) e praticamente alla mia stessa ora, perchè io sono nato alle 22.40 e lui alle 22.35'.

shevalastelladelcalcio-yahoogroups.com                                                      29 ottobre 2004
 

CARO PAPA'....

Achille lo chiamerà zio, ma Jordan lo chiamerà papà. Il momento magico di Andriy Shevchenko continua. La famiglia rossonera si allarga. Tutti conoscono la sintonia e l'affetto esistenti fra Alessandro Costacurta e Andriy Shevchenko, gli ultimi due papà di casa Milan. La notizia più fresca, l'ultima, è arrivata ieri dalla clinica Pio X di Milano dove ha visto la luce Jordan. Gli amici più cari della coppia pronosticano per lui un futuro da grande sportivo: è figlio di un fenomeno del calcio e di una campionessa di nuoto. Kristen ha sfiorato l'ammissione alle Olimpiadi di Atlanta 1996 come atleta della nazionale Usa, e c'è chi sostiene che la rinuncia al Giochi sia stata soprattutto una sua scelta. Si narra che due anni fa, a Forte dei Marmi, Sheva abbia sfidato l'allora fidanzata a nuoto e che dopo la di lei vittoria non abbia fiatato per due giorni...Belli, bravi e competitivi i neo-genitori, ma a loro in questo momento interessa solo concentrarsi sui primi vagiti, le prime faccine del loro tesoro. Da quando è arrivato al Milan cinque anni fa, ne ha fatta di strada Sheva. Da ragazzo spaurito che cercava di capire è diventato un campione consacrato e un uomo
realizzato negli affetti. Bravo ad affrontare le imprese che contano Sheva, in campo e fuori. Kristen e Jordan se li è proprio meritati.
 

shevalastelladelcalcio-yahoogroups.com                                                       30 ottobre 2004
 

Sheva nella storia: è il miglior marcatore del Milan in Champions

Il goal messo a segno al Camp Nou ha spalancato le porte della storia ad Andriy Shevchenko. Quella contro il Barcellona è stata infatti la 21esima rete realizzata dal Principe di Kiev in Champions League. Andriy è così diventato il miglior marcatore nella storia del Milan nella massima competizione europea, scavalcando un altro mito della storia rossonera: José Altafini.
 

shevalastelladelcalcio-yahoogroups.com                                                     04 novembre 2004
 

SEI FORTE PAPA'

Da quando sua moglie Kristen ha messo alla luce Jordan, il papà ucraino in questo momento più famoso nel mondo ha sempre segnato. Ha mimato il gesto della culla, ha accettato auguri e pacche sulle spalle, ha inanellato dediche su dediche.
Ha iniziato sabato scorso a Genova, sbloccando una gara che sembrava avvolta da una inerzia non certo travolgente per il Milan. Andriy Shevchenko ha poi proseguito trovando il gol del momentaneo vantaggio rossonero, un'altra rete in faccia all'altro pretendente al pallone d'oro al secolo Deco Sousa, in quel Barcellona-Milan messo in scena dalla Champions League in un Camp Nou gremito. Il quarto cannoniere della storia tutti i tempi del Milan, 132 rei al vaglio ufficiale, ha proseguito il suo lavoro questa sera. Cross da destra di Cafu e colpo di testa chirurgico, impeccabile, inevitabile con palla alle spalle di Pelizzoli. All'inizio della partita come il 2 maggio
nell'ultima sfida scudetto, nella stessa porta e con la stessa azione dello scorso 24 ottobre in quel Milan-Barcellona dell'andata vinto invece dai rossoneri proprio grazie alla deviazione vincente di Sheva. Il sigillo di Genova dedicato a Jordan, quello di Barcellona tutto intitolato a Kristen, quello di stasera contro la Roma prenderà probabilmente il volo del prossimo o della prossima erede. Andriy non ha intenzione di fermarsi nemmeno in famiglia. Come fa da quando è al Milan in quanto a gol e classifiche dei cannonieri, anche fuori dal campo il suo sguardo è sempre rivolto al futuro. Peccato che per una volta il suo sigillo non sia stato utile a conseguire una vittoria importante,con la Roma sarebbe stato fondamentale,ma ciò che conta è che Sheva c'è, sempre.
 

shevalastelladelcalcio-yahoogroups.com                                                    09 novembre 2004
 
 

CONTINUA