Gerusalemme città santa

      "Gerusalemme, la terza città santa dell’Islam, da dove, secondo il Corano, il profeta Maometto è salito in cielo" Questa frase, ripetuta da tutti, non contiene alcuna verità, e viene usata dalla propaganda Araba solamente per giustificare le loro pretese sulla città, senza avere nessuna base, né storica, né religiosa. I fatti sono i seguenti:
      1. Gerusalemme non è menzionata neppure una volta nel Corano.
      2. Maometto è morto in Arabia e non è mai stato a Gerusalemme secondo quanto dicono tutti i testi di storia, anche Arabi, conosciuti.
      3. Le città sacre all'Islam sono Mecca e Medina; infatti, quando un Musulmano prega si rivolge verso Mecca e dà le spalle a Gerusalemme.
      4. Le moschee sulla spianata del Tempio furono costruite Dagli Uma'aia, una famiglia-tribù concorrente di quella che governava l'Arabia, e per cercare di rimpiazzarla; occorreva anche una moschea. Inoltre gli Uma'aia hanno condotto due guerre di invasione all'Arabia, senza successo. Gerusalemme e gli Uma'aia non sono, infatti, riusciti nei loro tentativi. Non hanno superato gli avversari né hanno cambiato il sito di culto dalla Mecca a Gerusalemme.
      5. Secondo il Corano Maometto è salito al cielo da "al aksa", in Arabo: il sito più lontano, al limite, che si può intendere come la moschea più lontana.(sura 17:1) Quando è morto non esisteva nessuna Moschea fuori della penisola Araba, e sicuramente non poteva essere in Gerusalemme, ancora sotto governo cristiano. Esiste qualche fondamento allora a questa associazione? Nessuno. Si sa che Maometto è morto nel 632, Gerusalemme fu conquistata dal Califfo Omar nel 638; durante tutto questo tempo è stata sotto l'impero Bizantino, e sulla spianata del Tempio è stata eretta solamente la Chiesa di Santa Maria Justitiana.
     6. La moschea di Al Aksa è stata costruita 20 anni dopo quella della moschea Duomo della Roccia, che fu costruita a 691-2, nel 711, 80 anni DOPO la morte di Maometto, Abd el wahab ha ricostruito la Chiesa di Santa Maria convertendola in Moschea, lasciandola com'era, una tipica basilica Bizantina, con una fila di colonne ad ambo lati della navata. In un secondo momento ha solo costruito sopra una cupola a forma di cipolla per darle l'aspetto di una moschea. Le ha allora attribuito il nome Al aksa, per farla suonare come quella leggendaria menzionata nel Corano.
     7. E' ovvio che Maometto non si è mai riferito a QUESTA moschea, è probabile che stesse parlando di quella di Medina, essendo quella "sacra" menzionata lì quella di Mecca.
     8. Dopo che abbiamo capito questo, è chiaro anche perché Maometto ha proibito di pregare verso Gerusalemme (non menzionata con nome nel Corano), una pratica che all'inizio fu tollerata per alcuni mesi per attirare gli ebrei alla sua nuova fede. Quando questo tentativo è fallito, Maometto ha messo fine a questa usanza, il 12 febbraio 624.
     9. Gerusalemme dunque non ha mai avuto nessun significato sacro per l'Islam ma solamente per gli ebrei.
   10. Lo stato d'abbandono evidenziato da diversi dipinti e poi fotografie d'epoca, dove si nota l'erbaccia che cresce fra le lastre del pavimento, segno di un ovvio mancato uso sotto l'Islam, dimostra ulteriormente che la spianta del Tempio con le sue Moschee non aveva nessun significato per l'Islam. Si aggiunge che nessuna personalità musulmana ha mai visitato Gerusalemme, prima o dopo la conquista di Saladino, che durante l'epoca Ottomana non ci fu nessun ufficio statale, che durante l'occupazione Giordana la situazione era la stessa, non c'era la possibilità neanche di farsi un passaporto, per il quale si doveva andare ad Amman. Gerusalemme non ha mai avuto nessun'importanza né per l'Islam né per gli Arabi che l'hanno "scoperta" solamente dopo il 1967. E' anche interessante notare che nonostante la mancanza di spazio, e dopo che era stata in costante declino durante l'occupazione Giordana, la popolazione araba di Gerusalemme si è più che triplicata dal 1967 ad oggi, senz'altro dovuto al fatto che i residenti arabi di Gerusalemme godono di tutti i diritti- ma non gli obblighi del cittadino israeliano, e in particolare servizio sanitario di qualità, assicurazione sociale e pensioni, mai prima conosciuti in un paese arabo.