Prologo:
"Finchè Hitler non dichiarerà la guerra alla Santa Sede o alla gerarchia cattolica in
Germania,
1. la Santa sede e la gerarchia cattolica in Germania si astengano dal condannare il partito hitleriano;
2. Se Hitler vuole lo scioglimento del Centro cattolico, come partito politico, si obbedisca senza far rumore;
3. I cattolici siano liberi di aderire al partito hitleriano, come i cittadini d’Italia sono liberi d’aderire al partito fascista;
4. I cattolici di Germania sono egualmente liberi di non aderire al partito hitleriano sempre però entro i limiti della legge, come lo sono i cattolici d’Italia relativamente al partito fascista. Io ritengo che il partito di Hitler risponda al sentimento nazionale della Germania: quindi si deve assolutamente evitare una lotta politico-religiosa in Germania a causa dell’hitlerismo, specialmente mentre è alla Segreteria di Stato l’Em. cardinale Pacelli.
Cardinale Pietro Gasparri."
324. Le délégué apostolique à Istanbul Roncalli au cardinal Maglione
Rap. Nr. 4344 (A.E.S. 6077/43. orig.)
Instanbul, 4 septembre 1943
Demande d’une démarche en faveur des Juifs Italiens; doutes du Délégué sur l’utilité d’une immigration en Palestine.
Faccio seguito al mio devoto rapporto n. 4332 in data 20 agosto u.s. trasmettendo altre domande che mi vengono sottoposte a favore di israeliti.
La seconda di queste intende ad ottenere l'intervento della Santa Sede perché sia facilitata l'uscita di numerosi ebrei dal territorio italiano: e modifica le altre già fatte nelle mie note precedenti ai numeri 1, 3, 4, 5.
Confesso che questo convogliare, proprio la Santa Sede, gli ebrei verso la Palestina, quasi alla ricostruzione del regno ebraico, incominciando al farli uscire d'Italia, mi suscita qualche incertezza nello spirito.
Che ciò facciano i loro connazionali ed i loro amici politici lo si comprende. Ma non mi pare di buon gusto che proprio l'esercizio semplice ed elevato della carità della Santa Sede possa offrire l'occasione o la parvenza a che si riconosca in esso una tal quale cooperazione almeno iniziale e indiretta, alla realizzazione del sogno messianico.
Tutto questo però non è forse che uno scrupolo mio personale che basta aver confessato perché sia disperso. Tanto e tanto è ben certo che la ricostruzione del regno di Giuda e di Israele non è che un'utopia.
ACTES ET DOCUMENTS DU SAINT
SIEGE RELATIFS A LA SECONDE GUERRE MONDIALE Vol. 9 n.324.
Anche questo documento è falso, o parziale, o incompleto, o si deve leggere con gli occhi di allora ?
Se questo documento è vero dovrà essere valutata a livello giudiziario la responsabilità diretta e indiretta di Roncalli, nunzio apostolico in Turchia, del Cardinale Maglione, Segretario di Stato del Vaticano, di Pacelli detto Pio XII Pontefice e Capo del Vaticano in attività di crimini contro l'umanità per ossequiare i nazi-fascisti da sempre loro amici politici.
4 settembre 1943 - Il delegato apostolico ad Istambul, Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, impedisce l'uscita di numerosi ebrei dall'Italia.
16 ottobre 1943 - La razzia degli ebrei a Roma.
Angelo Roncalli , nunzio apostolico a Istambul, il 4 settembre 1943, in piena occupazione nazista, a proposito delle domande che giungevano sempre più pressanti al Vaticano affinché si adoperasse per facilitare l'uscita degli ebrei dal territorio italiano, scriveva al cardinal Maglione, Segretario di Stato, la terribile lettera riportata, che rappresentò la condanna a morte per molti ebrei.
La storia ci ricorda che la carità della Santa Sede non costituì alcuna occasione messianica per gli ebrei europei e in particolare per quelli del ghetto di Roma che ad un mese dalla lettera di Roncalli furono deportati per finire non in Palestina, ma nei forni crematori nazisti.
I PAPI CONTRO GLI EBREI
Di David I. Kertzer
Editore Rizzoli
Nel 1998 furono aperti in Vaticano, per la prima volta, gli archivi segreti dell’Inquisizione che potevano servire ad
illuminare la questione ebraica. Prima dei nazisti, i pontefici per secoli avevano segregato gli ebrei nei ghetti e li costrinsero a portare distintivi gialli di riconoscimento e a sopportare altre vessazioni e discriminazioni. A metà del
diciannovesimo secolo gli ebrei erano stati emancipati e conquistarono rapidamente una buona posizione sociale, 'sovrapesata' rispetto al loro numero, provocando con ciò le reazioni di un nazionalismo esacerbato, a causa del DNA antisemita
dei cristiani.
Gli ebrei avevano acquistato uguali diritti con le proteste della chiesa e del Vaticano e quando nacquero movimenti antisemiti, la chiesa vi giocò un ruolo di primo piano, essa metteva la gente costantemente in guardia dal pericolo ebraico, perché gli ebrei erano speculatori, usurai e antipatriottici, in questo modo la chiesa gettava le fondamenta dell’olocausto.
Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti, fu in prima linea nella sua battaglia contro gli ebrei e mutò la sua linea solo nel 1965, con il Concilio Vaticano II. La rivista non aveva ricordato solo il potere economico degli ebrei, ma anche il loro omicidio rituale dei bambini cristiani e accusava gli ebrei di dominare il mondo, senza integrarsi nei paesi che li ospitavano, perciò per Civiltà Cattolica gli ebrei non avevano diritto all’eguaglianza dei diritti e i decreti d’emancipazione emanati a loro favore andavano revocati. Le pubblicazioni della chiesa, da sessant’anni prima dell’olocausto, erano tutte tese a seminare l’odio contro gli ebrei, nemici di Cristo e delle nazioni, perciò sembrava illusoria la distinzione tra antisemitismo e antigiudaismo.
Le leggi razziali fasciste e naziste, che privavano gli ebrei dai loro diritti faticosamente conquistati nell’età moderna, furono copiate dai provvedimenti che la chiesa aveva adottato in passato, infatti, come sotto il fascismo e sotto il nazismo, a Roma gli ebrei non potevano avere funzioni pubbliche, insegnare e avere rapporti amichevoli con i cristiani, la chiesa insegnava che gli ebrei corrompevano la società; anche se il Vaticano non ha approvato lo sterminio degli ebrei, i suoi insegnamenti lo avevano reso possibile. Per essa gli ebrei erano detestabili, diabolici e nemici della società, la chiesa cattolica romana era in prima linea nel fomentare l’odio contro gli ebrei, Hitler viveva nell’Austria cattolica quanto vi operava il movimento antisemita cristiano-sociale, sostenuto dal Vaticano, i più attivi nell’ olocausto furono gli austriaci che costituivano solo un decimo della popolazione del Reich, milioni d’ebrei furono uccisi in Polonia, a causa del profondo antisemitismo della popolazione cattolica di quel paese.
A Roma gli ebrei erano relegati nei ghetti e discriminati, non potevano possedere immobili, non avevano l’accesso e determinate professioni e all’università.
Con la perdita del suo territorio nel 1870 il Vaticano ingaggiò una battaglia contro il modernismo, in altre parole contro la libertà di religione, di parola, di stampa e contro la separazione tra stato e chiesa, però gli ebrei si emanciparono in Italia e altrove, anche se per la chiesa gli ebrei erano assassini di Cristo, metterli su un piano di parità con i cristiani andava contro la dottrina della chiesa.
Bisogna riconoscere che la chiesa non è una struttura monolitica e quando è criticata per il suo atteggiamento verso gli ebrei, ci si riferisce, soprattutto, ai suoi dirigenti.
La rivoluzione francese aveva confiscato le proprietà della chiesa, soppresso ordini religiosi e fatto uscire gli ebrei dai ghetti,
ma dopo la definitiva caduta di Napoleone, nel 1814, il papa, ritornato in possesso di Roma, fece rinchiudere gli ebrei di nuovo nei ghetti.
Contro la teocrazia papale ci furono poi tre rivolte a Roma nel 1820, nel 1831 e nel 1848,
e nel 1870 l’Italia si annesse Roma e papa Pio IX si rinchiuse in Vaticano, dove continuava a considerare gli ebrei l’ incarnazione di tutti i mali dei tempi moderni, in combutta con
liberali e massoni e al servizio di Satana, l’antisemitismo prevaleva tra le autorità della chiesa. La chiesa ancora alla fine del diciannovesimo secolo alimentava la credenza che gli ebrei uccidevano bambini cristiani per cavarne il sangue e impastare con esso il pane azzimo, la credenza era diffusa in tutti i paesi europei.
Nel 1917, con la rivoluzione russa, si fece concreto il pericolo del comunismo ateo e, poiché tanti dirigenti comunisti russi erano ebrei, la chiesa associò comunismo ad ebraismo,
essa assisteva, con crescente orrore, all’affermazione del socialismo e del comunismo.
Alla fine del secolo diciannovesimo i socialisti avevano creato associazioni, cooperative, strutture ricreative, giornali e centri sociali che facevano concorrenza alle iniziative della chiesa e alle sue parrocchie.
Di fronte a tali pericoli fascismo e nazismo si resero garanti verso il Vaticano, perciò con il concordato del 1929 si faceva la pace con lo stato italiano,
e ormai per la chiesa, i socialisti erano più pericolosi dei liberali.
Mussolini, sostenuto dal Vaticano, era il nuovo braccio secolare della chiesa. La
legislazione sociale degli anni trenta in Italia e Germania, ispirata alla chiesa, faceva degli
ebrei dei cittadini di seconda categoria e rappresentò il primo passo e la premessa per l’olocausto. In Vaticano vi era una diffusa cultura antisemita e la chiesa ha giocato un ruolo importante nello sviluppo dell’antisemitismo; anche
Martin Lutero affermava che gli ebrei erano una piaga e puntavano alla dominazione del mondo, perciò invitava a bruciare i loro libri, le loro scuole, le loro sinagoghe e le loro case.
Del resto anche Voltaire, Marx e Proudhomme avevano in antipatia gli ebrei e quest’ultimo propose l’abolizione della religione ebraica, per parecchi decenni, prima del nazismo, però, l’antisemitismo s’identificò con il cattolicesimo.
Nel 1910 l’enciclopedia cattolica parlava di profonda differenza razziale tra ebrei e cristiani, accusava gli ebrei d’affarismo e d’essere contrari alle nazioni che li ospitavano.
Pio VI revocò le concessioni agli ebrei, reintroducendo la legislazione del cinquecento in materia, emanando un editto che fu di modello ai pontefici successivi, fino alla metà del diciannovesimo secolo, sotto Pio VI il ghetto aveva ormai due secoli di vita, prima, con Paolo IV, gli ebrei potevano fare solo i cenciaioli e non potevano possedere immobili, inoltre i ghetti erano piccoli e insalubri.
Con un editto di Pio VI del 1775 gli ebrei che volevano passare una notte fuori del ghetto dovevano avere una speciale autorizzazione e non potevano familiarizzare con i cristiani, dovevano portare un distintivo giallo, non potevano svolgere attività commerciale, la notte erano chiusi nei ghetti con un cancello. L’editto proibiva agli ebrei di avere a servizio dei cristiani o balie cristiane, ai cristiani era proibito mettere piede nelle sinagoghe e gli ebrei non potevano mettere iscrizioni sulle lapidi dei loro
defunti.
Pio VI impose anche agli ebrei di ascoltare una predica obbligatoria da parte di un
sacerdote cattolico.
Nel 1796 i francesi invasero la stato pontificio e aprirono i ghetti, ma, caduto Napoleone nel 1814, il papa rinchiuse di nuovo gli ebrei nei ghetti e li allontanarono dalle
università.
Nel 1800 divenne papa Pio VII, suo segretario era Consalvi che capiva che il mondo era cambiato, perciò voleva favorire gli ebrei, ma era ostacolato dai conservatori, detti anche
zelanti.
Anche Vienna premeva sul papa per una politica più liberale verso gli ebrei,
ma per il papa gli ebrei erano penitenti perpetui, colpevoli della morte di Cristo.
Nella casa dei catecumeni, fondata da Paolo III nel 1543, avvenivano le conversioni degli ebrei, alcune bambini ebrei furono battezzati con l’inganno e senza l’autorizzazione dei
genitori, alcuni ebrei però potevano uscire dal ghetto solo entrando nella casa dei
catecumeni, così acquistavano la libertà ed erano aiutati anche a trovare un lavoro. Per la
chiesa, il battesimo dato con l’inganno o da un laico, era valido ugualmente, purché il
battesimo fosse avvenuto con acqua e la formula precisa, il bambino battezzato non poteva
restare con i genitori se questi non si convertivano, mentre gli adulti non potevano essere
battezzati senza la loro richiesta, mentre per un neonato non era necessaria questa autorizzazione.
Gli sforzi del segretario Consalvi, per rinnovare la chiesa, si erano scontrati con l’ostilità della gerarchia ecclesiastica, esso però godeva dell’ammirazione e della stima di Metternich.
Divenuto Papa Leone XII (1823-1829), vietò la vendita d’alcolici nelle taverne, i valzer e le statue di nudi e fece ampliare il ghetto di Roma. Nel 1825 fu pubblicato a Roma un
trattato del procuratore generale dei dominicani Ferdinando Jabalot che accusava gli ebrei di deicidio, di smania di ricchezze, di lavarsi le mani con il sangue dei cristiani, di
calpestare le ostie consacrate, di uccidere bambini cristiani, di truffa, esso affermava che
gli ebrei formavano uno stato nello stato e si prendevano gioco della legge.
In quell’anno gli ebrei di Roma non avevano ancora i diritti degli altri, però alcuni potevano lavorare
fuori dei ghetti.
Leone XII ordinò che fossero nuovamente rinchiusi tutti nei ghetti e introdusse di nuovo
tutte le vecchie restrizioni, così essi furono costretti a chiudere i loro negozi, aperti fuori delle mura,
e chi contravveniva era pesantemente multato.
Il successivo papa Pio VIII, eletto nel 1929, rinnovò l’ordine di rinchiudere gli ebrei nei
ghetti. Gli successe Gregorio XVI che nel 1830 ribadì l’origine divina del pontificato,
maledicendo la democrazia, la libertà di parola, la libertà di stampa, lo stato laico, la
separazione dei poteri e l’eguaglianza dei diritti.
Egli condannava l’epoca moderna ed esaltava i vecchi tempi, quando le idee della chiesa non erano messe in dubbio. Gli ebrei vivevano nei ghetti in condizioni d’estrema miseria e
con poco spazio, ma chi però tra loro esercitava il commercio all’ingrosso, poteva
trasferirsi fuori di esso. Nel 1466, sotto Paolo II, gli ebrei, durante il carnevale, erano stati
costretti a correre nudi per le strade della città.
Due secoli dopo, Clemente IX (1667-1669) abolì questa pratica e impose al suo posto agli
ebrei una pesante tassa, inoltre a carnevale i rabbini erano costretti ad indossare buffe vesti
e a percorrere le strade colpiti dai romani.
Gli ebrei chiesero l’abbandono di queste vessazioni ma il papa si oppose e li volle ancora
chiusi nei ghetti.
***************
Nel 1843 il principe
Metternich intervenne a favore degli ebrei degli stati pontifici;
allora il papap era Gregorio XVI.
Sollecitati dal barone
Salomon Rothschild, gli ebrei stavano occupando la finanza lasciata
libera dalla vecchia aristocrazia europea; così i Rothschild erano
diventati finanziatori di governi con sedi nei principali paesi.
Nathan (Rotschild) era a Londra, James a Parigi, Salomon a Vienna,
Carlo a Napoli, Anselm a Francoforte.
Gregorio XVI è dovuto ricorrere a questi banchieri.
Il banchiere e barone ebreo (Rotschild), cercò di intercedere, per
mezzo di Metternich, presso il papa a favore degli ebrei d’Ancona.
Metternich affermava che una maggiore tolleranza verso gli ebrei era
opportuna, visto che i protestanti erano più tolleranti verso i
cattolici.
Il papa non accettò la supplica e definì gli ebrei nazione deicida, nemica di Cristo.
Nel 1840 il sacerdote cristiano padre Tommaso, che risiedeva a Damasco, non tornava più al suo monastero e si affermò che fosse stato ucciso dagli ebrei, occultandone il cadavere, per fare del pane azzimo con il suo sangue.
Questi omicidi rituali nei decenni successivi avrebbero avuto un ruolo decisivo nella campagna della
chiesa contro gli ebrei.
Un monaco Moldavo aveva arricchito di particolari queste cerimonie di sangue degli ebrei,
con un suo rapporto inviato a Roma. Il console austriaco e gli inglesi si fecero beffe del
racconto su Damasco, la confessione degli ebrei imputati, tra cui il rabbino capo di
Damasco, pare che fossero state estorte con la tortura e la prigione, il console austriaco
affermò che padre Tommaso era stato in contesa con alcuni arabi e fu minacciato di morte,
perciò forse il padre era morto per altra mano o era nascosto in qualche convento.
Queste osservazioni furono fatte pervenire da Metternich al cardinale Lambruschini, segretario di stato che era convinto dell’omicidio rituale degli ebrei e non volle fare altre indagini.
Il Vaticano era anche contro il libro sacro degli ebrei, il Talmud, che conteneva gli insegnamenti rabbinici, trasmessi per tradizione orale,
e infatti, nel 1242 il papa aveva ordinato di bruciare le copie del
Talmud.
Nel 1442 Papa Eugenio IV proibì agli ebrei di studiarlo, nel 1553 Paolo III ordinò che tutte le sue copie fossero date alle fiamme. Il Talmud era
calunniato dai cristiani e considerato opera blasfema e pericolosa, anche se la legge talmudica, nata a Babilonia durante la diaspora, riconosceva i comandamenti biblici di non rubare e di non uccidere.
In tutta Europa la stampa cattolica diffondeva particolari sugli omicidi rituali degli ebrei, la curia papale era convinta, senza appello, che erano stati gli ebrei ad assassinare padre Tommaso.
Morto Gregorio XVI gli successe Pio IX nel 1846, a lui si rivolsero gli ebrei di Roma per perorare la loro
causa.
Pio IX concesse che un piccolo numero di famiglie d’ebrei si trasferisse fuori del ghetto e che di
notte i suoi cancelli rimanessero aperti, anche se era avverso all’emancipazione civile degli israeliti e alla parità dei diritti,
e anche se in Europa gli ebrei stavano conquistando questa parità.
Il barone Salomon Rothschild inviò da Vienna una supplica a favore degli ebrei
romani.
In fondo, anche il Vaticano dipendeva dai suoi prestiti, con esito negativo.
Nel 1948 scoppiò la rivoluzione e il papa lasciò Roma, fu proclamata la repubblica romana e la fine del regno
ponteficio, e gli ebrei uscirono dal ghetto.
Contro la rivoluzione, gli austriaci marciarono attraverso gli stati pontifici e i francesi occuparono Roma, così il trono pontificio fu ripristinato e Pio IX ritornò incattivito contro le forze del male, quindi revocò i diritti civili concessi agli ebrei, però, poiché i Rothschild affermarono che avrebbero concesso i prestiti solo se fossero stati aboliti i ghetti, Pio IX promise l’abolizione.
Non mantenne però la parola e cercò pure di far pressioni sugli altri stati europei per la revoca delle concessioni fatte agli ebrei.
Così mentre in Piemonte gli ebrei erano completamente emancipati, Pio IX ripristinò l’inquisizione.
Il papa era anche diventato il maggiore ostacolo all’unità d’Italia,
e nell’Europa moderna ormai tanti consideravano un anacronismo gli stati pontifici.
Nel 1861 furono chiusi i ghetti italiani, rimanevano solo quelli di Roma dove era convinzione che le stesse forze che avevano attaccato il potere della chiesa, avevano concesso agli ebrei uguali diritti. Nel 1864 con l’ enciclica “Quanta cura - Il sillabo” papa Pio IX condannava i principali errori dell’era moderna, tra i quali la libertà di stampa, di religione, la separazione dei poteri, la fine del controllo ecclesiastico sulle scuole pubbliche. A Roma si denunciava la cospirazione delle sette, come quella dei massoni, si affermava che dietro la cospirazione vi era la sinagoga di satana degli ebrei,
e nel 1867 il papa ridiede attendibilità all’accusa d’omicidio rituale mosso agli ebrei.
Nel 1840 si affermava che a Marostica un bambino, Lorenzino, era stato crocefisso da un ebreo che ne aveva raccolto il sangue,
e così gli ebrei furono cacciati da Vicenza nel 1867 e Pio IX proclamò beato il bambino.
Nel 1869 lo studioso cattolico Henri Gougenot scrisse un libro sostenendo che gli ebrei erano demoni in cerca di sangue cristiano per il pane della pasqua
ebraica.
Pio IX elogiò il libro e l’autore, e nel 1921 Alfred Rosenberg, ideologo
del nazionalsocialismo, curò personalmente la prima edizione tedesca dell’opera di Gougenot.
Nel 1869 il papa convocò il concilio Vaticano I e per la prima volta fu proclamato il dogma dell’infallibilità del papa come dottrina ufficiale della
chiesa.
Nel 1870 Roma fu annessa all’Italia e il papa si rinchiuse in Vaticano, come prigioniero volontario dello stato italiano. La deposizione del papa coincideva con la liberazione degli ebrei, perciò essi furono accusati di essere la forza occulta di tanta
sciagura.
In ogni modo nel 1871, alla conferenza di pace di Versailles, successiva alla guerra franco-prussiana, le delegazioni avevano a fianco consiglieri finanziari ebrei. Furono liberati gli ebrei dal ghetto di Roma e il papa se ne lamentava, affermando che di quei cani si sentivano i latrati in tutta Roma. Il periodico dei gesuiti, Civiltà Cattolica, fondato da Pio IX nel 1850, aveva
pubblicato una serie d’articoli ferocemente antisemiti, invocando leggi eccezionali per una razza così
perversa.
Gli ebrei erano presentati come gli ideatori di una cospirazione mirante alla distruzione della chiesa.
Questa rivista da allora divenne la voce ufficiale del papa, i suoi articoli erano approvati dal segretario di stato, il suo principale compito era difendere il pontefice e diffondere i suoi messaggi, a dire il vero tutto l’ ordine dei gesuiti aveva questo compito, essi erano
chiamati i soldati del papa nelle corti europee.
Civiltà Cattolica si rivelò cruciale per il sorgere dell’antisemitismo
moderno.
Dal 1865 al 1868 ne fu direttore padre Oreglia, che sosteneva che gli ebrei avevano approfittato della benevolenza della chiesa, essi erano una razza straniera e ladra, suggeriva di introdurre leggi speciali per tenere gli ebrei al loro posto.
Per Oreglia l’ebreo rimaneva tale anche se rinunciava alla sua religione, in altre parole non era più la loro religione ebraica il pericolo, ma gli stessi ebrei, conformemente all’opinione dei nazisti che dovevano ancora
nascere! Aggiungeva che gli ebrei, liberati dal ghetto, sarebbero diventati lupi in mezzo alle pecore cristiane. Gli ebrei erano sospettati di volere il dominio del mondo, nel medioevo erano stati anche sospettati di aver diffuso la peste
nera!
Il Vaticano diffondeva queste idee per mezzo di Civiltà Cattolica, così ora la minaccia maggiore non veniva più dagli ebrei osservanti, ma da quelli atei e dagli ebrei liberi pensatori.
Nel 1882 nasceva anche un movimento politico antisemita, con giornali, circoli,
conferenze.
Gli aderenti erano cattolici, protestanti, di destra, di sinistra e anche anticlericali. Gli ebrei, usciti dai ghetti, in alcuni casi diventavano ricchi con il commercio e l’attività bancaria, perché queste attività, prima vietate ai cristiani, ora erano rifiutate dagli aristocratici,
e perché era stato loro (agli ebrei), vietato di possedere terra ed essere assunti nella pubblica amministrazione.
Ora le vecchie elite non tolleravano i 'parvenu' ebrei e li consideravano responsabili del declino delle vecchie
fortune.
In ogni modo gli ebrei, anche se abbandonavano la loro religione, erano uniti, si sostenevano e generalmente si sposavano tra loro,
ma non mancavano però i matrimoni misti.
Nel 1882 a Dresda fu tenuto il primo congresso antisemita internazionale, applaudito da Civiltà
Cattolica!
Tra i partecipanti spiccò il pastore protestante Adolf Stoecker, precursore
dell’antisemitismo tedesco.
La risoluzione del congresso sostenne che gli ebrei volevano dominare le popolazioni cristiane.
La chiesa cattolica era preoccupata anche dall’ascesa dei socialisti, con il sorgere del proletariato e dello sviluppo
industriale. Questi avevano tenuto la prima internazionale nel 1864 e chiedevano l’abolizione della proprietà
privata.
Furono identificati con gli ebrei e con una presunta cospirazione giudaica.
Nel 1890 su Civiltà Cattolica padre Raffaele Ballerini sosteneva che lo sterminio degli ebrei avrebbe potuto essere una soluzione al problema ebraico,
e sulla stessa rivista padre Rondina scriveva che gli ebrei non lavoravano ma speculavano, non producevano ma s’ingrassavano. dirigevano la borsa, la massoneria, la stampa e le professioni liberali, anche se erano una minoranza, cospiravano per ridurre in schiavitù i cristiani.
Nel 1861 fu fondato il quotidiano, l’Osservatore Romano, anch’esso vicino al papa e alla gerarchia
cattolica.
Nel 1892 sosteneva che la simpatia procurata agli ebrei dai pogrom in Russia, dimostrava che questi erano stati organizzati dagli stessi ebrei,
e per il giornale, il vero antisemitismo era solo cattolico.
Sull’affare Dreyfus il giornale vedeva la rivincita dei cristiani sugli ebrei, per esso il giudaismo era responsabile della morte di Cristo e dell’assassinio di bambini cristiani per estrarne il sangue per il pane azzimo della Pasqua,
quindi gli ebrei non potevano vivere in mezzo al mondo come gli altri popoli.
Nel 1864 nacque a Milano “l’Osservatore Cattolico”, con una redazione fatta di
sacerdoti.
Rivolto ai contadini, attaccava il liberalismo e sosteneva che gli ebrei erano i veri padroni dei popoli europei.
A Firenze nel 1892 nasceva il Giornale “L’Unità Cattolica”, per iniziativa di un gruppo di
sacerdoti.
Affermava che la sinagoga era responsabile della conquista di Roma da parte degli
italiani!
Il giornale, rivolgendosi agli ebrei, affermava che se volevano diventare cristiani dovevano rinunciare alle ricchezze, per esso gli ebrei che contavano non credevano a nulla e governavano il mondo.
L’accusa secondo la quale gli ebrei uccidevano bambini, a scopo rituale, crocifiggendoli,
incominciò a diffondersi nel dodicesimo secolo, poi si affermò che n’estraevano il sangue per farne pane
azzimo!
Nel tredicesimo secolo però Federico II, imperatore di Germania, chiese ad un comitato di studiosi di approfondire la questione, questi respinsero la tesi, perché il Talmud vietava agli ebrei di consumare sangue.
I preti cattolici però incoraggiavano queste superstizioni, suscitando sospetti ogni volta che un bambino spariva o era trovato morto.
Nel tardo medioevo a fare queste accuse furono soprattutto i francescani, fondati nel tredicesimo secolo, che, assieme ai domenicani, combattevano l’eresia.
Gli ebrei non ci misero molto tempo a considerare i frati come i loro peggiori nemici,
e questi ultimi sostennevano che bisognava espellere gli ebrei dai territori
cristiani!
Conseguentemente dal 1290 in poi lo fecero l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, la Sicilia, Napoli e alcuni stati tedeschi.
Nel 1475 un bambino cristiano Simone fu trovato morto a Trento, nella cantina di un
ebreo.
Furono arrestati e torturati ebrei che confessarono di aver ucciso il bambino per cavarne il sangue per i riti pasquali,
e poi furono messi a morte.
Il vescovo Hinderbach credette ai primi miracoli attribuiti al bambino e così nacque il culto di Simone che fu fatto
santo.
Nel 1588 papa Sisto V lo dichiarò santo e martire, e solo nel 1965, con il Concilio Vaticano II, fu abolito il suo culto.
In Europa si credeva che si potesse bere sangue umano, il popolo era convinto che i vampiri esistessero e questa credenza si diffuse nel diciannovesimo secolo anche presso le classi superiori, così gli ebrei furono collegati al vampirismo, in fondo Cristo aveva detto: “Chi beve il mio sangue avrà la vita eterna”.
Nel 1903 in Moldavia fu trovato il cadavere di un bambino e i cristiani accusarono gli
ebrei. Il rabbino chiese al vescovo di aiutarlo a calmare la gente, ma questo rifiutò affermando che era convinto che gli ebrei usassero il sangue cristiano per fare pane azzimo per la Pasqua.
Il popolo si sollevò e uccise 49 ebrei, ne bastonò 500 e lasciò senza tetto migliaia di famiglie d’ebrei.
Nel 1871 il prete austriaco August Rohling pubblicò uno scritto con cui sosteneva che gli ebrei uccidevano i bambini per estrarne il sangue, ne nacquero delle sommosse antisemite ed il
ministero degli interni si rivolse all’arcivescovo per censurare il
prete.
Il vescovo però si rifiutò di difendere gli ebrei che anche per lui seguivano sanguinosi rituali.....
Civiltà Cattolica confermava che il Vaticano sosteneva le accuse d’omicidio rituale e padre Oreglia affermava che il Talmud ordinava agli ebrei di uccidere i
cristiani.
Sullo stesso giornale padre Rondina sosteneva che gli ebrei erano all’origine di varie frodi bancarie, che si erano impadroniti dell’economia di molti paesi e che i giudei erano le sanguisughe dei cristiani.
Secondo il quotidiano “L’Osservatore Romano”, se alcuni processi si concludevano con l’assoluzione degli ebrei, ciò accadeva perché gli ebrei avevano corrotto i
giudici!
Gli ebrei 'avrebbero dovuto' di contentarsi del denaro dei cristiani e smettere di succhiare anche il loro sangue.
Il direttore dell’Osservatore Cattolico, padre Davide Albertario, fu ricevuto da Leone XIII (1878-1903) che lodò il quotidiano
milanese.
Anche i tedeschi seguivano con avidità i suoi articoli sugli omicidi rituali, il movimento antisemita tedesco fu debitore del giornale cattolico.
In Francia Edoardo Drumont, con il suo giornale: “La libre parole”, favorì lo sviluppo dell’antisemitismo in Francia, sostenendo che gli ebrei erano usurai, speculatori e sfruttatori dei
cristiani!
Nel 1897 in Francia il padre domenicano Constant pubblicò un libro in cui dipingeva gli ebrei come avidi e uccisori di bambini cristiani ai quali cavavano il sangue.
Alla morte di Pio IX (1878) un gruppo d’anticlericali stava per buttarne il corpo nel Tevere, eppure è stato proclamato beato nel 2000 da Giovanni Paolo II.
Il suo successore, Leone XIII, era contro le novità e contro i cospiratori massoni, che complottavano contro la chiesa, era favorevole alla censura di tutti i libri contrari alla dottrina cristiana.
In Francia ed Austria la mescolanza di cattolicesimo e nazionalismo produceva antisemitismo, quando Leone XIII divenne papa nel 1878, i repubblicani francesi avevano preso il sopravvento, mentre la chiesa era per la monarchia. Allora in Francia gli alunni delle scuole cattoliche, dirette soprattutto dai gesuiti, erano pari a quelli delle scuole pubbliche, che però erano sempre sottoposte al controllo della
chiesa.
La nuova maggioranza parlamentare voleva limitare il potere della chiesa nella scuola, così dal 1880 al 1896 fu approvata una serie di leggi per portare la scuola sotto il controllo statale.
Nel paese gli ebrei si erano fatta strada nel commercio, nella pubblica amministrazione, nell’esercito e nell’alta finanza,
e i cattolici, risentiti contro repubblicani ed ebrei, fondarono un movimento antisemita, del quale faceva parte l’ordine religioso dei padri assunzionisti che nel 1880 presero a pubblicare una rivista, poi trasformata in quotidiano: “La croix”; il giornale difendeva la società francese dagli ebrei, era contro i banchieri ebrei, contro la stampa degli ebrei, chiamava gli ebrei agenti di satana e uccisori di Cristo, erano la chiesa del diavolo, essi erano identificati alternativamente con il capitalismo e con la rivoluzione.
In Germania, in Austria e in Russia gli ebrei avevano banche, stampa e grandi magazzini.
Nel 1738, sotto Clemente XII, la chiesa condannò la massoneria fin dai suoi albori, avversata perché sosteneva principi
umanistici.
Dal diciannovesimo secolo anche gli ebrei cominciarono ad entrare nella massoneria, nel XX ci entrarono anche cattolici e nella seconda metà del secolo ci entrarono anche monsignori.
Il giornale “La croix” giustificava i pogrom russi con il dominio che cercavano gli ebrei, la redazione era fatta da sacerdoti e gli articoli erano di stampo antisemita, ricordava la passione degli ebrei per il sangue di bambini cristiani, la cospirazione socialista e comunista degli ebrei e la tendenza al tradimento insita negli
ebrei.
Il giornale invitava anche a non fidarsi di un ebreo diventato cristiano, accusava anche il governo di svendere il paese agli ebrei.
Nel 1892 la chiesa cattolica in Francia cercò di avvicinarsi ai repubblicani, essa, continuando ad appoggiare la campagna contro il capitano Dreyfus, ingiustamente accusato di tradimento perché
ebreo.
Il Vaticano faceva una pessima figura in Inghilterra, ma concordava con il giornale “La Croix” riguardo agli ebrei.
Nel 1886 il giornalista Edouard Drumont pubblicò in Francia un trattato antisemita che introduceva l’antisemitismo razziale in Francia, ispirandosi a padre Oreglia di Civiltà
Cattolica.
La reazione della stampa cattolica al libro fu entusiasta, per Drumont gli ebrei erano insaziabili vampiri, erano una razza cosmopolita avida e padrona del
mondo. Drumont creò anche un quotidiano “La libre Parole”, che trattava la questione ed era letto da trentamila preti francesi. Drumont si scontrò con i vescovi francesi, non per il suo antisemitismo, ma perché li accusava d’essere accomodanti con le autorità succubi degli
ebrei.
Nel 1891 affermò che numerosi bambini erano stati fatti santi perché martiri degli ebrei e ricordò che anche padre Henri Desportes aveva pubblicato un libro sull’omicidio rituale degli ebrei.
Nel 1896 si tenne a Lione il Congresso nazionale dei cristiani democratici, per combattere il socialismo, alleato dei
repubblicani.
La prima giornata fu presieduta da Drumont, che accusò gli ebrei d’usura e ladrocinio, di controllare la stampa, il governo, gli affari e di operare contro la sicurezza nazionale. Fu un congresso antisemita che chiedeva che il decreto del 1791, che aveva emancipato gli ebrei e concesso loro la cittadinanza francese, fosse revocato, che gli ebrei dovevano essere esclusi dall’insegnamento, dalla magistratura, dalla pubblica amministrazione e dall’esercito.
Dopo questo congresso delle sommosse antisemite percorsero la Francia, in coincidenza con l’affare Dreyfus.
Nel 1894 questo capitano ebreo dell’esercito fu accusato di aver venduto alla Germania segreti
militari.
Civiltà Cattolica ne approfittò per chiedere l’abrogazione della legge che aveva concesso la cittadinanza agli ebrei.
L’Osservatore Romano ribadiva che non c’era da sorprendersi se Dreyfus aveva tradito il suo paese, giacché era ebreo;
ebbe parole di lode per le manifestazioni antisemite che si diffondevano in
Francia.
Nel 1899 fu fatto un nuovo processo e la stampa cattolica scrisse che gli ebrei usavano l’oro per comprare l’assoluzione del traditore, la pena del capitano fu ridotta e poi fu graziato dal presidente della repubblica, probabilmente
perché innocente.
In Austria il Vaticano incoraggiava la crescita di un movimento politico cattolico e scorse nell’antisemitismo un potente strumento per mobilitare le masse
cattoliche.
Il moderno antisemitismo austriaco risaliva al 1848 ed era opera di un prete cattolico, Sebastian Brunner, ossessionato dalla minaccia rappresentata dagli
ebrei. Egli era anche contro liberalismo e capitalismo.
Dal 1849 gli ebrei, soprattutto khazari, continuavano ad affluire a Vienna dall’Ungheria e dall’Europa orientale, fino a raggiungere il 10% della popolazione, tra l’antipatia dei
cattolici.
C'erano anche gli antisemiti nazionalisti come Georg Von Schonerer. Nel 1887 nasceva a Vienna un movimento politico antisemitico di massa, quello
'cristiano-sociale', diretto da Karl Lueger.
I suoi dirigenti avevano scoperto che niente poteva generare l’entusiasmo per la loro causa più dell’attacco agli ebrei. Il partito chiedeva l’esclusione degli ebrei dalla pubblica amministrazione e dal commercio e si guadagnò l’appoggio entusiastico del clero austriaco, di papa Leone XIII e del cardinale
Rampolla.
L’antisemitismo s’impose anche a causa dell’allargamento del suffragio elettorale, in altre parole era utile ad ottenere voti con l’appoggio delle masse, alle elezioni municipali così trenta consiglieri antisemiti entrarono nel comune di Vienna.
L’antisemitismo di Lueger non si basava sulla religione ma su teoremi politici e sociali, la voglia di escludere gli ebrei dall’economia, dalla pubblica amministrazione e dal parlamento era degenerata in lotta di razza.
Il nunzio apostolico a Vienna, Galimberti, aveva segnalato che Lueger era perciò un pericoloso demagogo, però Roma appoggiava il movimento cristiano sociale di Lueger, anche se Galimberti, l’arcivescovo di Vienna e la gerarchia ecclesiastica austriaca ne sottolineavano l’antisemitismo.
Il Vaticano corse ai ripari, e nel 1893 nominò un altro nunzio apostolico a Vienna, Antonio Agliardi, vicino a Leone XIII, che inviava anche una sua benedizione a Lueger, approvandone le
azioni!
Per il Vaticano, il suo partito non era antisemita, ma combatteva solo un sistema economico dominato dagli ebrei.
Il primo ministro austriaco, conte Casimir Badeni, andò a visitare il nunzio Agliardi, per far togliere l’appoggio del Vaticano al partito cristiano sociale, senza successo.
Nel 1895 il partito di Lueger vinceva le elezioni municipali a Vienna, da una scissione tra i conservatori nasceva anche un partito cattolico popolare che, secondo Agliardi, avrebbe collaborato con i cristiano sociali.
Nel 1897 su Civiltà Cattolica padre Ballerini sosteneva che i cristiano sociali avevano indicato la strada da
percorrere.
In Galizia folle di cattolici attaccavano famiglie e proprietà ebraiche, sobillate da un prete gesuita, Stanislaw Stojakowski, che aveva appena ricevuto il titolo di monsignore dal
Vaticano.
I vescovi locali consideravano il personaggio un pericoloso sobillatore, però il segretario di stato e il papa non lo richiamarono e non prendevano provvedimenti contro di lui.
Nel 1896 Agliardi fu sostituito da Emilio Taliani, come nunzio a Vienna, e subito manifestò entusiasmo per Lueger e per Stojakoowski, difendendoli dalle
'calunnie della stampa giudaico- liberale'.
Per lui i disordini in Galizia dipendevano dall’esorbitanza delle imposte e dall’usura degli ebrei. Il governo austriaco chiese al nunzio di intervenire per reprimere le violenze in Galizia e richiamare i sobillatori, Taliani lo riassicurò, addossando la colpa ancora agli ebrei, poi il nunzio inviò un rapporto lusinghiero al Segretario Rampolla su monsignore Stojakowski, concludendo che, anche se esso era antisemita, come Lueger e come ogni prete di buona volontà, il problema non era l’antisemitismo ma gli
ebrei! Per il nunzio, il movimento antisemitico e quello cattolico costituivano un tutt’uno. Nel Parlamento di Vienna monsignor Scheicher bandiva una crociata contro giudaismo e sinagoghe, contemporaneamente il luogotenente di Lueger, Ernst Schneider, propose al governo di offrire una taglia ad ogni cristiano che avesse ucciso un
ebreo!
Anche in Ungheria scoppiarono sommosse contro gli ebrei, però il nunzio apostolico scrisse a Rampolla che ciò accadeva a causa delle provocazioni degli ebrei.
La Spagna del quindicesimo secolo vantava la popolazione ebraica più vasta d’Europa; poi alcuni furono battezzati forzatamente, altri espulsi e altri si convertirono, fu impedito a loro d’avere incarichi importanti e di diventare sacerdoti, nessuno poteva aspirare ad onori se aveva sangue ebreo nelle vene, anche se convertito.
I gesuiti nel 1592 in Spagna impedirono l’ammissione all’ordine a chi aveva antenati ebrei fino a cinque generazioni
precedenti.
Questa legge fu imitata da fascisti e nazisti, essa guardava alla razza e non al fatto che gli ebrei potevano essersi convertiti.
Tanti condividevano l’idea che gli ebrei appartenessero ad una razza diversa.
In Francia gli ebrei si riconoscevano 'dal viso pallido, dal naso ad uncino, dagli occhi infossati, dalle orecchie, dal mento prominente e dalla voce
nasale'.
Si affermava che emanavano cattivo odore, il “foetor judaicus” derivato dal fatto che il corpo dell’ebreo era immondo, tipico di una razza inferiore, come diceva Edouard Drumont.
In Polonia si affermava che quell’odore derivava dal sangue e denotava una diversità biologica, si diceva anche che la razza ebraica poteva vivere in qualsiasi clima e resistere alle pestilenze e alla
tubercolosi.
Poi gli ebrei erano visti come speculatori e sanguisughe, anche da convertiti. Così diventò sempre più difficile sostenere che gli ebrei potevano diventare buoni con il battesimo e la conversione, nel 1901 il luogotenente di Lueger, Ernst Schneider, del partito cristiano sociale austriaco, sostenne che la questione ebraica era una questione razziale e di sangue.
Il Vaticano considerava l’ebreo fondamentalmente malvagio e un pericolo per la società cristiana,
e nel 1898 l’Osservatore Romano si lamentava che l’emancipazione degli ebrei aveva procurato indicibili sofferenze al mondo cristiano.
Negli ultimi due decenni del diciannovesimo secolo il Vaticano cominciò ad usare l’antisemitismo per aumentare l’appoggio politico delle masse alla chiesa, i papi, con i segretari di stato e i giornali controllati dal Vaticano, regolavano le campagne
antisemite.
Tante pubblicazioni antiebraiche erano uscite con l’approvazione del
papa e anche il nazismo usò l’antisemitismo per aumentare il consenso.
In Francia, nel 1899 padre Henri Desportes scrisse un libro sugli omicidi rituali ebraici che fu approvato dal papa e citato da tante pubblicazioni cattoliche, poi fondò anche un mensile: “Alleance
antijuive”.
Egli era avversato dai vescovi ma ricevette l’approvazione di papa Leone XIII e da
Rampolla. Il suo libro aveva anche la prefazione d’Edouard Drumont.
Inoltre in Francia continuava la campagna antisemita dei preti assunzionisti, nati nel 1848, che volevano la riunione di ortodossi con i cattolici. In Inghilterra però la chiesa cattolica era accusata di imporre credenze medioevali a spese degli ebrei. Il duca di Norfolk si lamentava per un processo d’omicidio rituale, in corso in Boemia, e perché i giornali cattolici approvavano le aggressioni contro gli ebrei, ricordava che anche il governo austriaco era allarmato per le violenze seguite alle accuse d’omicidio rituale, che minavano l’ordine pubblico.
Il segretario di stato, cardinale Rampolla, rispose al duca rimarcando l’arditezza degli ebrei, potenti anche a Londra,
e sull’assassinio rituale Rampolla rispondeva che non poteva rilasciare una dichiarazione d’innocenza per gli ebrei, perché quest’assassinio rituale era stato storicamente
accertato!!
Leone XIII morì nel 1903 e fu fatto papa Pio X, anche lui condannò le filosofie moderne e voleva bandire i libri contrari agli insegnamenti della chiesa, anche lui denunciava le cospirazioni ebraiche e di altri contro la chiesa ed era conservatore come il suo segretario.
Theodor Herzl gli chiese un aiuto per far arrivare gli ebrei in Palestina. Il
papa rispose che non poteva favorirlo perché gli ebrei non avevano riconosciuto Gesù, però lo avrebbe fatto se si fossero convertiti tutti. Nel 1894 il prete francese Henri Delassus, direttore di un settimanale cattolico francese, scriveva che antisemitismo e cattolicesimo erano una cosa sola, il papa nel 1911 lo onorò facendolo monsignore.
In Vaticano continuava la battaglia contro il modernismo, per conto del papa, padre Benigni compilava schede personali su preti e laici, sospettati di simpatie liberali, e per questo suo lavoro ricevette grandi onori dal
papa.
Anche il Vaticano ora aveva schedature e servizi d’informazione e spionaggio.
Nel 1911 a Kiev ci fu un altro omicidio rituale attribuito agli ebrei.
Gli inglesi intervennero a favore di questi ebrei che furono assolti, però molti sospettarono che i giudici fossero stati
comprati.
La stampa cattolica italiana era convinta che anche questo fosse un omicidio
rituale.
Il giornale l’Unità Cattolica di Firenze conduceva una vera battaglia antiebraica e ricordava la fine del beato Simone, assassinato dagli ebrei.
In Francia si rinnovarono le accuse d’omicidio rituale e si era spaventati dalla solidarietà tra gli ebrei di Kiev.
Per il giornale cattolico “L’Univers” gli ebrei praticavano ancora l’omicidio
rituale. In fondo anche la santa sede aveva riconosciuto l’omicidio rituale, canonizzando Simone di Trento.
Civiltà Cattolica non solo era convinta che gli ebrei bevevano sangue, ma ironizzava sul verdetto di non colpevolezza dei giudici di Kiev. Nel 1914 una legge francese imponeva la separazione tra stato e chiese e moriva Pio
X al quale successe Benedetto XV che sospese la campagna antisemita. Nel 1922 divenne papa Pio XI, che aveva risieduto in Polonia, dove
c'era una larga popolazione ebraica che occupava largamente il settore
servizi. Molti medici erano ebrei, banchieri e costituivano un decimo della popolazione
polacca.
Nel 1929 il 40% dei laureati polacchi erano ebrei.
Quindi, il risentimento verso gli ebrei sembrava che avesse anche la caratteristica di una lotta di classe.
Vari movimenti nazionalisti polacchi aizzavano i contadini contro gli ebrei, gli ebrei erano i capi espiatori accusati anche di aver accolto gli invasori russi, nel corso dei pogrom furono massacrati ebrei e distrutte case e sinagoghe. Scoppiata la rivoluzione russa, l’esercito polacco in territorio russo organizzò pogrom contro gli ebrei e diffuse l’idea che il bolscevismo fosse opera degli ebrei, in effetti, al vertice del partito bolscevico c’erano molti ebrei, ciò poteva essere inevitabile per una classe intellettuale, in Polonia il vescovo di Kielce cercava anche di fondare un partito cattolico nazionalista unificato. Per il cardinale Ratti, inviato papale in Polonia, la causa dei problemi polacchi erano gli ebrei, in America settentrionale alcuni giornali attribuirono i massacri degli ebrei polacchi alla responsabilità della chiesa polacca. Benedetto XV aveva chiesto a Ratti, che sarebbe diventato il futuro Pio XI, di intervenire a favore degli ebrei polacchi, Ratti non fece niente e cercò di bloccare i passi del Vaticano in tal senso, i suoi rapporti, invece di parlare dei persecutori degli ebrei, mettevano in guardia la Santa Sede dal pericolo rappresentato dagli ebrei, per Ratti gli ebrei erano commercianti, usurai e bolscevici. Durante le sommosse gli ebrei non erano protetti nemmeno dalla polizia, per tutti erano essi i responsabili delle violenze, Ratti non li difendeva ma li attaccava, dicendo di voler correggere le informazioni sbagliate della stampa. In Polonia l’antisemitismo tra il clero era diffuso e Ratti non ci trovava niente di male, nel 1920 padre Josef Kruszynski affermò che la purezza razziale degli ebrei aveva creato un tipo antropologico e propose di eliminare gli ebrei uno per uno, nel 1925 questo divenne rettore all’ università cattolica di Lublino. Sbagliava perché gli ebrei non erano una razza pura, si erano mischiati agli altri popoli per due millenni, erano solo un popolo senza stato e una cultura. Nel 1919 la santa sede riconobbe la Polonia a nuovo stato e Ratti fu promosso da visitatore apostolico a nunzio pontificio, in Polonia esisteva l ’equazione polacco uguale cattolico, anche se i russi avevano spinto tanti ebrei in Polonia per indebolire l’elemento polacco, ora i nazionalisti polacchi accusavano gli ebrei di tutti i mali. Nel 1922 Achille Ratti diventava papa con il nome di Pio XI, confessò a Mussolini che gli ebrei italiani erano migliori di quelli polacchi, quando morì nel 1939, gli ebrei avevano perso i loro diritti civili in Europa. “I protocolli dei Savi anziani di Sion” era un falso nato nella Russia zarista, preceduto da tradizioni medievali italiane, inglesi, ecc., che affermava che gli ebrei avevano un piano per dominare il mondo, in Francia e in Italia i propagatori di questo falso furono i preti cattolici e in Italia Umberto Benigni lo utilizzò per un’altra crociata antisemita. In Francia nel 1912 monsignor Jouin fondava una rivista e la lega franco cattolica contro la congiura giudaico massonica, denunciava che gli ebrei volevano dominare il mondo, il padre elogiò anche Mussolini perché aveva salvato l’Italia. Il cardinale Gasparri, segretario di stato, gli manifestò l’apprezzamento papale per le sue opere a nome di Pio XI e poi il papa lo incoraggiò a continuare e a combattere il nemico mortale, anche in Germania la sconfitta militare era addebitata ad una cospirazione internazionale e al tradimento, se n’avvantaggio il movimento antisemita. Alcuni però cercavano di reagire all’antisemitismo della chiesa e a Roma nacque l’associazione “Amici d’Israele” o Pax Super Israel, anche perché, come si è detto, nella chiesa cattolica esistono tante teste, a quest’ associazione aderirono tanti preti, essa liquidava la storia degli omicidi rituali e condannava l’appoggio della chiesa agli antisemiti. Malauguratamente, gli inquisitori della santa sede condannarono l’ associazione e il Sant’Uffizio ne ordinò lo scioglimento. Padre Rosa sulle pagine di Civiltà Cattolica condannava l’antisemitismo non cristiano e razzista e ribadiva però la minaccia degli ebrei, ai quali andava la responsabilità della rivoluzione russa, ricordava che in poco tempo, dall’uscita dal ghetto, gli ebrei avevano imposto la loro egemonia. A Vienna era convinzione tra i cattolici che dietro il bolscevismo e il comunismo c’era la massoneria ebraica, padre Kolb vedeva la mano del giudaismo dovunque, i suoi discorsi furono ripresi anche da padre Wladimir Ledochowski, il polacco che sarebbe presto diventato generale dei gesuiti e avrebbe impedito a Pio XI di condannare la persecuzione nazista degli ebrei. Negli anni venti e trenta tutte le organizzazioni cattoliche austriache erano antisemite, nel 1926 il partito cristiano sociale dedicava un’intera sezione del suo programma alla minaccia degli ebrei, il vescovo di Linz rammentava che da parte ariana e cristiana bisognava denunciare il pericolo rappresentato dagli ebrei. L’antisemitismo dei nazisti era condiviso dalla chiesa, però esisteva il pericolo che i nazisti lo usassero per attirare i cattolici, sottraendoli alla chiesa, i leaders cattolici insomma volevano dimostrare che non era necessario essere nazisti per essere antisemiti. In Polonia il cardinale August Hlond pubblicò un pastorale che affermava che gli ebrei erano l’avanguardia dell’ateismo e del bolscevismo, invitava a boicottare le pubblicazioni e il commercio degli ebrei che conducevano una guerra alla chiesa cattolica, il sinodo dei vescovi polacchi adottò una risoluzione che chiedeva che agli ebrei fosse impedito di insegnare agli studenti cattolici e che gli studenti ebrei fossero allontanati dai corsi seguiti dagli studenti cattolici, inoltre, per i gesuiti polacchi, gli ebrei dovevano essere espulsi dalle società cristiane. Nel 1937 i vescovi tedeschi denunciarono 17 casi di violazione del concordato da parte dei nazisti, senza accennare alla persecuzione degli ebrei e all’antisemitismo, Civiltà Cattolica, per mezzo di padre Mario Barbera, ringraziava Mussolini per aver riconosciuto la mano dei giudei dietro il comunismo. Per Barbera, l’ebreo era sempre ebreo, dovunque vivesse, e aveva per fine la dominazione del mondo. Dal 1922 nelle università ungheresi fu introdotto il numero chiuso e gli studenti ebrei, per contenerne il numero, non potevano essere più del 5%, inoltre per Barbera bisognava favorire l’esodo pacifico dei giudei dall’Ungheria. Nel 1938 papa Pio XI, turbato dalle persecuzioni naziste degli ebrei, provò compassione per loro e pensò di scrivere un’enciclica contro il razzismo, il generale dei gesuiti Ledochowski non era entusiasta del progetto e lo sabotò, informando il direttore di Civiltà Cattolica, Enrico De Rosa, il papa morì nel 1939, forse avvelenato, gli successe Pio XII che non volle critiche all’antisemitismo nazista e così la bozza dell’enciclica fu sepolta negli archivi vaticani. Il governo fascista italiano introdusse le leggi razziali contro gli ebrei, che ricalcavano quelle già applicate dagli stati della chiesa, prevedevano la separazione tra ebrei e cristiani, il divieto di matrimoni misti, il divieto d’accesso alla pubblica amministrazione, il divieto per gli ebrei di usare dipendenti cattolici nei lavori domestici. Per il gerarca Roberto Farinacci, gli ebrei erano anche dietro il movimento antifascista, diceva di essere diventato antisemita grazie agli insegnamenti della chiesa, citava un numero di Civiltà Cattolica del 1890 che affermava che i rimedi contro gli ebrei, come la confisca e l’espulsione, non sembravano più sufficienti, come i gesuiti voleva l’abolizione delle norme che imponevano l’eguaglianza giuridica per gli ebrei, Farinacci ricordava che i gesuiti non accoglievano nell’ordine gli ebrei convertiti, quindi ne facevano una questione di razza. Il Vescovo di Cremona, quello di Firenze e l’Osservatore Romano approvavano le leggi razziali, né il papa, né le autorità ecclesiastiche si opposero ai tentativi fascisti di togliere agli ebrei i diritti civili. Le leggi razziali consideravano di razza ebraica anche quelli che si erano convertiti tra gli ebrei, infatti, il fascismo ricordava gli articoli di Civiltà Cattolica che denunciavano le differenze biologiche degli ebrei, una nazione straniera all’interno dello stato. Pio XI però fu irritato dal fatto che queste leggi consideravano ebrei anche quelli convertiti, impedendo anche matrimoni misti con ebrei convertiti al cattolicesimo, perciò preparava l’enciclica di cui si è detto. Nel 1939 salì al trono pontificio il cardinale Pacelli, con il nome di Pio XII, prima era stato nunzio in Germania dove aveva simpatizzato per i nazisti e non pensò mai a scomunicare Hitler, anche se la chiesa spesso ha abusato dell’uso della scomunica, personalmente era antisemita e anticomunista, ordinò lo scioglimento del partito cattolico tedesco, che aveva votato i pieni poteri ad Hitler, per favorire il nazismo. Durante lo sterminio nazista degli ebrei, del quale era a conoscenza, si rifiutò di intervenire a loro favore, anche se sollecitato più volte dagli alleati, non crediamo che temesse di essere fatto martire dai nazisti, anche se Napoleone arrestò un papa, ad ogni modo ci si chiede perché Cristo, del quale egli deteneva l’eredità, decise di farsi martire. Però Pio XII aiutò a nascondersi a Roma ebrei convertiti, nazisti e comunisti, quelli che furono aiutati a fuggire in Sudamerica pagarono molto bene al Vaticano il biglietto di viaggio, questo papa intervenne, nascondendoli, solo a favore di alcuni maggiorenti ebrei e delle loro famiglie, spesso convertiti, i quali oggi, per riconoscenza ed egoismo, negano che sia stato antisemita e con questa tesi sono strumentalizzati dalla chiesa cattolica. Con lo sbarco degli alleati in Italia, le leggi razziali del fascismo furono abrogate, eppure, il segretario di Stato Vaticano, Luigi Maglione, vicino al papa, aveva richiesto agli alleati di eliminare solo le norme che discriminavano gli ebrei convertiti al cattolicesimo, conservando il resto delle leggi razziali, il segretario aveva già respinto una richiesta degli ebrei che sollecitavano l’abrogazione delle leggi razziali, nella loro totalità.