La sua voce, intensa e struggente colorata di mille sfumature, ci ha accompagnato per molti anni. Spesso l'abbiamo vista scomparire per lunghi periodi, poi l'ennesima risalita. Silenzi a volte voluti e a volte no. Testarda, professionista, diffidente verso il suo ambiente, sola. La sua vita era la musica. Nel suo canto la passione sanguigna del sud. Il percorso artistico di Mia Martini non č stato dei pių facili. Il proprio successo lo ha costruito caparbiamente senza forzature, senza quei compromessi tipici di chi si adegua all'industria discografica, sempre coerente con le proprie idee. Decisioni che spesso si rivelano a doppio taglio. Per vendere un disco in pių, non ha mai voluto barare con la propria coscienza, nemmeno quando, quindicenne, inizia a incidere come ragazzina yč-yč, la risposta italiana alle varie Sylvie Vartan, Sheila, e altre giovanissime cantanti di grido internazionali. Allora si chiamava Mimė Bertč. Mimė in tono affettivo e diminutivo di Domenica Bertč, il suo vero cognome, nata a Bagnara Calabra il 2 settembre del 1947. Ebbe prestissimo l'incontro con la musica. Piccole feste di paese e concorsi dilettantistici per voci nuove. Di fatto, perō, non accadeva nulla di rilevante. Da qui, l'idea di trasferirsi con la madre a Milano, alla ricerca di un contratto discografico. Dopo tanti no, č il discografico Carlo Alberto Rossi - titolare di un'etichetta di cui fanno parte, tra gli altri, gli urlatori Joe Sentieri e Jenny Luna - a credere alle potenzialitā della ragazzina. Il primo disco arriva nel '63. ... un 45 giri che contiene due cover, "I miei baci non puoi scordare" ("You Can Never Stop MeLoving You" di Ian Samwell) e "Lontani dal resto del mondo" ("I Want To Stay Here", un successo del duo Andy Williams ed Edy Gorm), cui fa seguito un secondo con "Insieme" (televisione con mamma e papā). I giovani la scoprono con il terzo 45 giri, "Il magone", edito nel '64, che ottiene un buon successo di vendita. Lo stesso anno incide "Ed ora che abbiamo litigato", una canzone-surf, moda del momento, che Mimė presenta nel seguitissimo show televisivo Teatro 10 condotto da Lelio Luttazzi. Questo č anche l'ultimo disco inciso per l'etichetta di Carlo Alberto Rossi. Poi bisogna attendere due anni, prima di ritrovarla sul mercato discografico. Il 30 giugno del '66 la giovane interprete registra per la Durium due nuovi brani, "Non sarā tardi" e "Quattro settimane", che compongono un 45 giri destinato all'estate. L'interesse del pubblico č scarso. Per cinque anni, di lei si perdono completamente le tracce. Quando riappare sulla scena discografica, nel 1971, nessuno pių collega la ragazzina yč-yč a questo nuovo personaggio, proiettato verso un repertorio d'avanguardia e con un nuovo nome d'arte: Mia Martini. Il primo disco č un 45 giri di grande impatto: due canzoni che fanno discutere e che le procurano situazioni al tempo stesso positive e negative. La prima č la dissacrante "Padre davvero", dai toni forti, l'altra č "Amore... amore... un corno!" scritta da un giovanissimo autore romano, Claudio Baglioni, che con lei partecipa al Cantagiro di quell'anno. Se "Padre davvero" permette a Mia di aggiudicarsi la vittoria al primo Festival della Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio, all'inizio dell'estate '71, d'altro canto, il brano viene censurato dalla programmazione radiofonica. Ciō a causa del dissacrante testo, in cui si narra la storia di una ragazza in conflitto generazionale con il padre. Di fatto, č una frase riferita alla madre a suscitare il maggior scalpore: "di me era piena" canta Mia riferendosi allo stato di gravidanza. La RCA perō crede in lei e, qualche mese dopo, sotto la guida di Alberigo Crocetta (scopritore qualche anno prima anche di Patty Pravo e Mal) č pronto il primo album: Oltre la collina, uno dei migliori lavori mai realizzati da un'interprete femminile. Il disco risulta perō troppo avanzato, sotto il profilo musicale, per ottenere quel riconoscimento che lei stava ricercando. Lasciata la RCA, Mia firma un nuovo contratto discografico legandosi alla Ricordi, con cui centra immediatamente il successo alla prima incisione: "Piccolo uomo", un brano scritto da Bruno Lauzi che le permette di aggiudicarsi anche la vittoria al Festivalbar del '72. Vittoria che si ripete anche l'anno successivo con "Minuetto", successo, in questo caso, condiviso con la collega Marcella. Con la Ricordi la cantante resta quattro anni, ottenendo il successo con brani come "Donna sola" (premiato alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia come 45 giri pių venduto dell'anno), "Inno", "Al mondo", e con album di grande riscontro commerciale come Nel mondo, una cosa (Premio della Critica come miglior LP del '72 e terzo posto nella classifica di vendita), Il giorno dopo, ... proprio come vivere e Sensi e controsensi. Con meno entusiasmo vengono accolti i successivi Un altro giorno con me e la raccolta Mia. Nel '75 riceve il Premio della Critica Europea di Palma de Mallorca con il brano "Nevicate" e inizia una collaborazione artistica con Charles Aznavour, con cui tiene una serie di concerti che la portano in giro per l'Europa, fino al prestigioso Olympia di Parigi, tempio della musica internazionale. Nel '76 ritorna alla casa discografica che l'aveva rilanciata cinque anni prima, la RCA, attraverso un'etichetta giovane da poco costituita, la Come il Vento. Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto, album e singolo, sanciscono questo nuovo sodalizio artistico. L'anno dopo, la cantante rappresenta l'Italia al Gran Premio Eurovisivo della Canzone presentando "Libera", brano che la impone sia sul mercato europeo, sia su quello canadese e giapponese. In quest'ultimo Paese, viene invitata al prestigioso World Popular Song Festival Yamaha di Tokyo come unica rappresentante italiana. Esegue "Ritratto di donna", aggiudicandosi la vittoria.Dall'incontro con Ivano Fossati nasce un sodalizio (artistico e sentimentale) destinato a protrarsi per diversi anni. Il musicista genovese regala a Mia, tra le altre, una splendida "Vola" e un album di grande spessore quale č Danza. Poi, due anni di silenzio prima di tornare in sala di registrazione. Questa volta č la DDD ad assicurarsi l'apporto artistico di Mia. L'album Mimė, inciso nell'81 tra Londra e gli usa - e prodotto da Dick Halligan uno dei fondatori del gruppo Blood, Sweat & Tears - la vede in veste di cantautrice, a cui fa seguito il pių fortunato Quante volte... ho contato le stelle(1982) e il primo live, Miei compagni di viaggio (1983), nel quale rivisita, tra gli altri, il repertorio di grandi autori come Fabrizio De Andrč, Leonard Cohen, Luigi Tenco, Francesco De Gregori, John Lennon, Randy Newman (uno degli autori da lei pių amati) e Jimi Hendrix. Tra un album e l'altro, arriva la sua partecipazione al Festival di Sanremo dell'82, dove propone la suggestiva "E non finisce mica il cielo", scritta da Fossati e premiata con il Premio della Critica.