È una giornata di inizio autunno, quell'autunno che provvede a fornire i colori alla
primavera.
Colori e vita che l'inverno proteggerà.
Ma
è anche un periodo che annuncia il freddo, dove la luce lascerà il posto al
buio,
dove
il gelo indosserà i panni del padrone.
Oggi
il cielo è birichino, le nubi giocano a nascondino con il sole e a prendersi
fra loro.
E
quando si toccano piove. Ma la pioggia è bella, sana, purificatrice.
Sono
qua seduto e scrivo, il pensiero intanto è lontano, vaga nel paese dei sogni,
si
sofferma e riflette.
Un
pensiero fatto di realtà, di gioie e di preoccupazione, ma lieto e sereno, come
quel cielo dietro le nubi. E le parole ora mi escono dalle unghie, si disegnano
da sole sulla tastiera, complice la musica che riempie la stanza.
Non
ho consumato né cicoria, né rosmarino,
sento
solo questa voglia di lasciare andare le dita,
di
volteggiare tra le consonanti
e
le vocali, scrivendo forse senza dire niente,
cospargendo
questo foglio elettronico di parole inutili.
Le
immagini si sovrappongono, paesaggi infiniti, mari lunari, stelle mai nate.
Una
scia bianca, che ricciola nello spazio vuoto.
Vuoto
e solo. Un punto piccolo, infinita energia racchiusa in un istante.
Apro
la finestra e la luce mi colpisce,
chiudo
gli occhi per non rimanerne offeso.
Il
calore del sole non mente.
Quando sorrisi e
parole non bastono, a placare l'anima,
apro la finestra del
balcone.
Davanti case con gli "scuri" abbassati.
Storie, vita di un paese antico, dove la miseria, a volte,
accompagna il dolore.
“Ecco”, mi dico, “ora
vedi”, “vedi quanto sale amaro condisce la gente”,
persone con la luce
degli occhi che non brilla piu`;
casi umani, casi di
tutti i giorni.
Allora torno dentro, guardo cosa ho e dico grazie.
Nessuno puo` fare o dire qualcosa di utile,
a volte il silenzio
e` la miglior prova d'amore.
In
un mondo dove di concreto c'e' solo l'effimero
anche
i nomi hanno un significato vago.
Il
suono delle parole viene disperso dal vento
e credere
di essere vicini a qualcuno è come aprire una voragine nel nulla.
Come
può la profondità del mare, il vento del ciclone, il fuoco del vulcano,
il
nero della notte, il sapore amaro dell'illusione di essere tale, farsi
avvicinare?
Le
parole sono suoni che prendono forma,
pensieri
che anelano di esser veri,
sogni che si macchiano di presunzione e vuotano il
loro vuoto.
Ecco
dove la terra si scontra con il sole e del vuoto dei sogni si nutre pian piano;
se
il gioco delle parole non sarà sufficiente ad accendere l'incanto
ecco
che un soffio di colore riempirà la mia vita.
Un
soffio che va e viene come la tenue fiammella d'una candela,
ma è
una fiammella che arde ed è viva perché è fuoco puro.
Ora
lasciate che il sonno di questa notte mi accompagni qualche ora
e
domani il nuovo giorno sarà portatore di gioie da riscoprire.