Il Leone di S. Marco di Rovigno

 
1283 1797

 
    VICTOR TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS 
                                     .

 
 

 
 
Leoni storici di Rovigno

 

 
Nuovi & Riscoperte

 
Recentemente oltre ai leoni storici e ben conosciuti a Rovigno sono spuntati due nuovi leoni marciani, il primo in moleca, è un antico leone tornato alla luce restaurando la casa. Il secondo invece è un leone moderno ad indicare come l'amore per questo antico simbolo a Rovigno non sia mai morto. Il terzo è uno stendardo moderno che sventola orgogliosamente su di un'imbarcazione all'attracco a Rovigno 

 

 
 
Il Leone di San Marco al tempo della Serenissima

 
 
A Rovigno nella Piazza della Riva durante il periodo della Serenissima esisteva un grande Pilo porta stendardo, affiancato da due colonne su cui svettavano il leone Marciano da una parte e dall'altra Sant'Eufemia:

 

 
Si coglie meglio la simbologia della Rovigno veneziana in quest'altro disegno:

 

 
Anche se da questo disegno a lapis la colonna di sinistra invece del Leone marciano, sembra avere la statua di San Giorgio, co-patrono di Rovigno. Essendo però questa una ricostruzioni a posteriori del Natorre (1851) sono da ritenersi più attendibili le precedenti versioni risalenti al periodo veneziano:

 

 
Ricca è anche l'iconografia marciana su Ducali, Statuti, diplomi rovignesi

 
 

 
 
 
Leoni rimossi o non più esistenti

 
 
Stiva  su la piassita 
del Ponto oûn gran purton,
de quisto in seîma gira 
la gran turo cul lion, 
RAPUOSSI D'I DASIERTI 
vadivi screîto là. 
(da El Castiel de Ruveîgno 
                di  Raimondo Devescovi)

Purtòn del Pònto

 
 
un tempo il Purton del Ponto costituiva la principale entrata alla città, quando era ancora un'isola. Antonio Angelini ci informa che: "Era un bell'Arco d'ordine toscano rustico, grande, massiccio, con porta di grossa quercia broccata di ferro, che dava ingresso mediante ponte levatojo, e poi stabilite di pietra all'antico Castello dalla parte di levante, sul di cui architrave era scolpito il 1563, epoca per certo della sua costruzione, e al di sopra un grande e bel Leone di S.n Marco; (Leone che ora si trova collocato sulla Torre dell'Orologio) e si leggeva sulle due basi di questo Arco, da una parte Lo Reposso e dall'altra Dei Deserti, che forma l'elogio il più grande, che possa meritarsi una Terra. Da questo portone lunghesso un sottoportico alto ed arcuato, di pietra, si sboccava, passando pure sotto un'altro Arco più basso e gregio (grezzo), in sito tra le due Piazze della Riva e di Valdibora, dirimpetto al Casamento Califfi. Sì l'Arco, che la sovrapposta torre furono demoliti, e l'Arco in aggiunta, distrutto vandalicamente, sotto il Podestà Giuseppe Blessich l'anno 1843. Fu risparmiato il Leone". Era detto anche Purteîsa o Purtìsa
 
 

Secondo il quaderno di ricordi di Regina Chiurco (che annotò i vari avvenimenti della Rovigno di metà ottocento) il principale responsabile di tale atto vandalico era uno strano personaggio conosciuto come il "Conte Bugansa", che ahimè pare fosse un Antonio Angelini nipote della Contessa Elisabetta Angelini Califfi. Questo Angelini, forte austriacante e dai notevoli agganci altolocati come il Barone Francesco Maria di Carnea-Steffaneo, visto che abitava nel Palazzo dei Conti Califfi, brigò per far demolire la chiesetta del S.S. Salvatore ed il vicino Porton del Ponte, oramai in rovina che non davano respiro al palazzo.. Cosicchè nel 1843, di ritorno da Vienna, in una seduta del Consiglio Municipale, riuscì a convincere i Consiglieri a far demolire il Porton del Ponte, anche in vista della prossima visita dei Reali (che si concretizzò nel 1847). Il effetti l'antico monumento tagliava in due la città e avrebbe richiesto un accurato restauro, ma anche grazie alle pressione del "Conte Bugansa" si preferì ricorrere alla sua demolizione e creare così una piazzetta ampia ed agevole tra la Rovigno vecchia e la sua parte "nuova". Demolizione che come possiamo constatare dal brano dell'omonimo Antonio Angelini, sopra riportato, si ebbe il biasimo del cronista rovignese. 

Altri leoni nel corso dei secoli andarono distrutti o trovarono un'altra ubicazione, come quello che era posto sul muro della Loggia della Sanità, da cui venne tolto nel 1825. L'opera però venne salvata (o trafugata) dall'imprenditore addetto alla demolizione, un certo Bernardo Molveg (?), che la inviò a Trieste con lettera accompagnatoria datata 5 aprile 1854 al suo amico Andrea Battistello (recte Battistella) tramite una imbarcazione del rovignese Antonio Sbisà (notizie tratte dai Civici Musei di Storia e Arte di Trieste). Attualmente si trova sul portico d'ingresso (a destra) del Castello di S. Giusto di Trieste: leone marciano andante risalente alla fine del XVI- inizi XVII secolo, in pietra d'Istria (cm. 39x80 c.). Invece del solito libro il leone regge in un ovale lo stemma dei Boldù, che diedero due podestà a Rovigno: Marino 1586-1589; e Benedetto 1617.
 

Abbiamo notizia di altri due leoni storici: uno si trovava sulla facciata del Fondaco di Piazza S. Damiano di cui abbiamo un disegno del 1854 opera del Natorre. Pare sia andato perduto nel 1841 dopo il restauro dell'edidificio. L'altro si trovava sull'Isola di Sant'Andrea nel chiostro dell'antica abbazia benedettina. Venne abbattuto nel 1948-49 quando l'edificio divenne sede della Casa di riposo del Comitato Centrale dei Sindacati di Jugoslavia. E' l'unico leone, quindi, la cui scomparsa può farsi risalire al periodo jugo-comunista. Alcuni resti del leone vennero ritrovati negli anni '70 dopo una mareggiata. Di tali resti esiste soltanto una rappresentazione fotografica presso il Museo Archeologico di Pola, poichè vennero vandalicamente impiegati come materiale edilizio di riporto.

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Profilo storico Foto Cronologia sino al 1918
Mappe & Cartine Stampe & Quadri il Leone di S. Marco a Rovigno
Istituzioni Culturali Devozione Popolare Stemmi di Rovigno