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54 anni fa si firmò a Parigi il Trattato
di Pace tra gli Alleati e l'Italia. Tale trattato di Pace, o meglio Diktat,
sanciva la sconfitta della disastrosa politica espansionistica voluta da
Mussolini con clausole onerose che vennero pagate dall'intera nazione italiana.
Ma non tutti gli italiani pagarono allo stesso modo.
Il maggior prezzo, a parte la cessione alla Francia di Briga e Tenda, venne subito dalle popolazioni italiane del confine orientale: quasi tutta la Venezia Giulia oltre al territorio di Zara, in Dalmazia, passarono alla Jugoslavia, mentre Trieste, "Territorio Libero", veniva amministrato da un governo militare ad opera degli Alleati anglo-americani. Il tutto venne determinato senza mettere in pratica il tanto proclamato "diritto all'autodeterminazione dei popoli", difeso a spada tratta dal Presidente americano Wilson dopo la Prima Guerra Mondiale; principio secondo il quale vennero negate all'Italia le terre dalmate che rientravano nel famoso "Patto di Londra" innescando così il mito della vittoria mutilata e la nascita di quei movimenti reducisti da cui prese linfa il fascismo. Lo stesso Presidente Wilson aveva proposto, allora, che la frontiera italo-jugoslava lasciasse all'Italia il versante orientale delle Alpi e quasi tutta l'Istria (la cosidetta "Linea Wilson") riconoscendo l'italianità della maggioranza della popolazione dell'Istria centro-occidentale´. Nel 1947 invece furono proposte 4 linee di frontiera dalle diverse potenze vincitrici: vennero bocciate, come eccessivamente pro jugoslavia, quella sovietica che passava per Pontebba, Cividale e la foce dell'Isonzo e quelle statunitense e inglese, come troppo benevoli verso l'Italia, che pure modificavano ampiamente ed in favore della Jugoslavia la "Linea Wilson", e venne approvata invece la punitiva proposta della Francia che, pur non accogliendo tutte le pretese di Tito, cedeva alla Jugoslavia quasi tutta l'Istria (oltre Fiume e Zara) ed istituiva il Territorio Libero di Trieste (T.L.T.) le cui Zone "A" e"B" erano amministrate dagli Alleati la prima e dalla Jugoslavia la seconda. Solamente nel 1954 la Zona "A" (Trieste) ritornò all'Italia, mentre la Zona "B" - ancora ufficialmente territorio italiano - continuava ad essere sottoposta all'Amministrazione jugoslava. Nel 1975, con l'infausto Trattato di Osimo, l'Italia legalizzava anche l'annessione de facto della Zona "B", cioé l'estremitá nord-occidentale dell'Istria, con le città di Pirano, Isola e Capodistria, popolate da sempre da cittadini di etnia prevalentemente italiana, e la frontiera arrivò alla periferia di Trieste.- Ritornando al Trattato di Pace di Parigi, va ricordato che restarono inascoltate le richieste di Riccardo Zanella, ex-Presidente dello Stato Libero di Fiume (1920-1924) per ricostituire l'enclave italiano del Quarnero (dei 60.000 abitanti del 1945 esodarono ben 55.000). Restò inascoltato l'appello del C.L.N. di Pola che chiedeva l'istituzione di un Referendum per stabilire con una democratica consultazione il destino di tale terre di frontiera. Restarono inascoltati i pressanti appelli delle popolazioni istriane e la delegazione inviata dagli istriani, fiumani e zaratini non venne neanche ammessa al tavolo delle trattative per dire le sue buone ragioni. Tutto fu inutile. Le potenze vincitrici sancirono solamente il fatto compiuto, ovvero l'occupazione militare jugoslava di Fiume, di Zara e di gran parte dell'Istria. L'occupazione militare fu la base per il buon diritto jugoslavo ad annettersi tale regioni senza ascoltare la voce dei suoi abitanti. Tutto ciò provocò il più grande esodo mai avvenuto in quelle terre di frontiera che pure avevano visto succedersi svariate dominazioni. Dalle 300 alle 350 mila persone preferirono la via dolorosa dell'esilio. Tutto ciò viene detto non per rinfocolare oramai anacronistici irredentismi ma per ricordare alla smemorata Italia di oggi una pagina dolente della sua storia patria. E ricordare come solamente dei lembi estremi del territorio italiano come Briga, Tenda, l'Istria, Fiume e Zara pagarono lo scotto degli esasperati nazionalismi e delle contrapposte ideologie politiche. La Mailing List Histria, sorta per la salvaguardia
della storica componente culturale italiana dell'Istria, di Fiume e di
Zara invita pertanto a diffondere su tutti i mezzi di comunicazione nazionali
questo Memorandum che ha lo scopo di riempire, almeno in parte, il "vuoto"
su questa pagina della Storia Italiana.
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APPARATO ICONOGRAFICO |
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