Annotazioni linguistiche

 
 
La raccolta di Canti Popolari dell'Ive pur accogliendo dei testi che all'epoca erano già molto antichi, non per questo attesta l'istrioto nel suo stato di purezza linguistica. Il motivo è nella natura stessa dei canti popolari che hanno sempre un modello superiore a cui attingere (in questo caso la lingua della "capitale" ovvero della città di Venezia, che a sua volta subiva l'influsso dell'italiano). Così a parte una chiara impronta linguistica di stampo istrioto nei testi si possono notare forme non tipiche di tale linguaggio ma che si giustificano proprio come imitazione di un modello più alto. 

Così negli esempi riportati in questa antologia vi sono forme come "stato" per "stà"; "truvato" per "truvà"; "curtielo" per "curtiel"; "anema" per "anama"; "ò" per "" e così via. 

Un'altro discorso da fare è sulla resa grafica di tale linguaggio che oscilla molto da un autore all'altro ed alle volte nell'ambito dello stesso autore; cosa anche questa normale per una lingua rimasta sino a quasi la metà dell'ottocento senza testi scritti e quindi senza una regolamentazione ortografica universalmente riconosciuta (cosa che permane sino ai nostri giorni... quasi ogni scrivente ha una sua resa grafica diversa!) 

Tutto ciò è aggravato dal particolare vocalismo dell'istrioto con i suoi così detti pseudo dittonghi: èi ed òu da molti, a partire dall'Ive, resi con un'accento circonflesso sulla seconda delle due vocali. Io in questa mini antologia mi sono uniformato, proprio per una maggiore comprensione, alla resa graficamente più semplice evitando l'accento circonflesso. 

Un'altro ossevazione per i primi testi che abbiamo, come quello di Pietro Angelini, è che in genere sono opera di intellettuali di ceto alto borghese. Questo comporta che il loro dialetto istrioto è sottoposto a due diverse distorsioni: la prima è quella dell'influenza della lingua letteraria e la seconda è la ricerca di una iper fedeltà agli stilemi tipici dell'istrioto. 

Così abbiamo "me pari" al posto di "ma pari"; "te vjdo" al posto di "ta vido"; "desperada" al posto di "dasparada". Il caso inverso, ovvero di iper fedeltà alle caratteristiche più tipiche del rovignese sono, nell'Angelini, gli aggettivi numerali terminanti in "o" come "ondiso, dodiso" al posto di "ondase, dodase" costruiti sul calco di parole tipicamente istriote: nuoto, lato, pulvaro per l'italiano notte, latte, polvere ecc. 

Un discorso a parte sono le diversità esistenti tra le varie parlate istriote, qui rappresentate unicamente dal rovignese e dal dignanese che, seppure piccole, sono abbastanza evidenti: 

Dignano: Gnanca lùri i no yo da desmaèntegà

Rovigno: Gnanca luri i nu uò da dasmantagà

Da tutto ciò e dagli esempi forniti dalla mini antologia si può vedere che l'istrioto ha uno sviluppo vocalico particolarmente accentuato ad incominciare dagli pseudo-dittonghi la cui pronuncia dall'Ive viene così definita: 

"Indico con èi quel suono misto risultante dalla e e dalla i, però così che la i vi prevalga; del pari con òu riproduco il volume composto dalla o e dalla u, dove il primo elemento non ancora si è spento del tutto e il secondo appena si fa sentire". 

La resa grafica dei due pseudodittonghi oscilla tra queste due forme: èioppure /òuoppure . Per un discorso di facilità di resa grafica io qui tendo a riprodurre la forma più semplice (èi-òu) anche se la forma con l'accento circonflesso (- oû) è quella utilizzata ad esempio dal Pellizer nel suo Dizionario. Io userò indifferentemente le due forme anche per abituare l'eventuale lettore che si può trovare davanti testi che utilizzano e l'una e l'altra forma. 
 
 

Italiano          Istrioto         .
abisso bèiso
camino camèin
vino vèin
arrostire rustèi
palude palòu
fumo fòumo
venuto vignòu
ciurma sòurma

Ed ora un breve escursus sul vocalismo rovignese: 

                           Passaggio da "i" in "a"         -              da "e" in "i"              -                 da "e" in "a"         -   da "o" aperta in "uo"

ti (piace)             . ta (piaz)         . vedere             . vidi                 . melone            . malon          . porta         . puorta        .
di (ferro)  da (fiero) verde virdo teatro taiatro notte nuoto
dividere davidi le femmine  li fìmane ebreo abrieo otto uoto
timore  tamur  freddo  frido veleno  vanen flotta  fluota

Passaggio della "o" chiusa in "u"
(che però nel caso del latino in taluni casi si tratta di un mantenimento)

Italiano          Istrioto          Latino         
sogno sugno somnium
forno furno furnus
sordo surdo surdus
corda curda chorda

                                                                     Passaggio della "u" in "o"     -   Dallo iato "ie" in "e" chiusa

uomo               . omo               . fiele                 .  fel                   . 
undici ondaze miele mel
aggiunta zonta pietra pera
unto onto fieno fen

Per quanto riguarda le consonanti l’istrioto non conosce i nessi italiani "gl" - "sc" - "mp" e "mb":
 

paglia                               . paja o paia                     .
famiglia famèia o famèilgia
scialle sial
scegliere sielgi
pesce piso
fascia fasa
compagno cunpagno
bambolotto  banbuluoto 

Un discorso a parte va fatta per la "s" e la "z". Posto che la consonante zeta così come è pronunciata in italiano in istrioto non esiste alcuni, tra cui chi scrive, usano la ‘z’ per distinguere la "s" sonora da quella sorda: 

rosa  ruza                   .
bisogno              . bazuogno 
pesare pazà
mese miz

La "s" rimane invariata invece in alcuni casi d'inizio parola: 

sempre senpro
sale sal
sorriso surizo
sentenzioso          . santansiuz           .

Invece ove in italiano vi è la "z" in istrioto vi è il passaggio in "s":
 

zoccolo suocolo
zucchero sucaro
ammazzare           .  masà
pazienza pasiensa             ,

La "z" viene usata anche per rendere il suono "tz":
 

gente zento
giallo zalo
è
cisterna                  . zustierna             .

La consonate "c" quando è seguita dalle vocali "i - e" quasi sempre si tramuta in "s"
 
 

cielo sil
certo sierto
ciarlatano ......       . sarlatan................
città sità

Un’eccezione a questo esito è bazà - bazo - bazìto per baciare - bacio - bacetto.   Il nesso italiano "chi" e "ghi" in genere viene palatizzato: 
 

ginocchio........... ..... zanucio................
chiodo ciodo
ghiaccio giaso
ghianda gianda

Un nesso presente nell’istrioto e mancante onvece nell’italiano (tranne che nella sola parola scentrato) è "s’c" che può rendere sia il nesso italiano "sch" che più raramente "st"
 

maschio mas'cio schizzo sc'èisa bestia bies'cia
fischio fèis'cio schiocco sc'iuoco bestemmia bas'ciema

Con il veneto l’istrioto condivide il mutamento della "t" italiana in "d" e questo avviene particolarment quando tale consonante è in posizione terminale: 
 

bagnata bagnada
bacchettata bachitada
sognatore sugnadur
giocatore zugadur

Assai più raramente quando è in posizione iniziale: 

treccia      . drisa      . tutto     . dòuto   .

Una particolarità dell’istrioto arcaico è il mutamento della "d" in "g" cosa che è rimasta in poche parole come per esempio in: 
 

dialetto gialito
dieci gize
diamante            . giamanto         .
diavolo giavolo
bandiera bangera

Altra caratteristica di istrioto conservativo è il passaggio della "v" in "b"
 

volpe bulpo
voce bòuz
ho avuto i iè bòu
svuotare          . dazbudà         .
vipera bèipara

 
 
Coniugazione dei Verbi Ausiliari

 
Coniugazione del verbo (A)vì - Avere
GdeA
Indicativo presente
Indicativo imperfetto
 meî i iè  io ho  meî i vìvo  io avevo
 teî  ti iè   tu hai  teî ti vìvi  tu avevi
 loû el uò  egli ha  loû el vìva  egli aveva
 gìla la uò  lei ha  gìla la vìva  lei aveva
 nùi i vèmo  noi abbiamo  nùi i vièmi - vièndi  noi avevamo
 vùi i vì(de)  voi avete  vùi i vì(de)  voi avevate
 lùri i uò  loro hanno  lùri i vìva  loro avevano
 lùre li uò  loro hanno  lùre li vìva  loro avevano

 
 
Congiuntivo presente
Congiuntivo imperfetto
 meî ch'i ièbio  che io abbia  meî ch'i vìso  che io avessi
 teî  ca ti ièbi   che tu abbia  teî ca ti vìsi  che tu avessi
 loû ch'el ièbio  che egli abbia  loû ch'el vìso  che egli avesse
 gìla ca la ièbio  che lei abbia  gìla ca la vìso  che lei avesse
 nùi ch'i vèmo  che noi abbiamo  nùi ch'i vìsimo  che noi avessimo
 vùi ch'i vì(de)  che voi abbiate  vùi ch'i vìsi  che voi aveste
 lùri ch'i ièbio  che loro abbiano  lùri ch'i vìso  che loro avessero
 lùre ca li ièbio  che loro abbiano  lùre ca li vìso  che loro avessero

 
Condizionale
Futuro semplice
meî i varàvi io avrei meî i variè io avrò
teî  ti varàvi  tu avresti teî ti variè tu avrai
loû el varàvo egli avrebbe loû el varuò egli avrà
gìla la varàvo lei avrebbe gìla la varuò lei avrà
nùi i variènsi noi avremmo nùi i varèmo noi avremo
vùi i varìsi voi avreste vùi i varì(de) voi avrete
lùri i varàvo loro avrebbero lùri i varuò loro avranno
lùre li varàvo loro avrebbero lùre li varuò loro avranno

 
L'Indicativo Passato Prossimo, il Trapassato Prossimo, il Futuro Anteriore, il Congiuntivo Passato, il Trapassato, Il Condizionale Passato, si formano aggiungendo all'Indicativo Presente, all'Imperfetto, al Futuro Semplice, al Congiuntivo Presente, all'Imperfetto, al Condizionale Presente il participio passato boû - avuto, ad esempio: 

meî i iè boû: io ho avuto, teî ti vìvi boû: tu avevi avuto; loû el varuò boû: lui avrebbe avuto; ca gila la ièbio boû: che lei abbia avuto; ca nui i vìsimo boû: che noi avessimo avuto; ca luri i varàvo boû: che loro avrebbero avuto. 

Gerundio: (a)viàndo - abiàndo - abièndo: avendo;

GdeA
Coniugazione del verbo Ièsi - Essere

 
Indicativo presente
Indicativo imperfetto
meî i son io sono meî i gìro io ero
teî  ti son  tu sei teî ti gìri tu eri
loû el zì egli è loû el gìra egli era
gìla la zì lei è gìla la gìra lei era
nùi i sèmo  noi siamo nùi i giariemi / giarèndi noi eravamo
vùi i sì-signì(de) voi siete vùi i giarìvi voi eravate
lùri i zì essi - loro sono lùri i gìra essi - loro erano
lùre li zì esse - loro sono lùre li gìra esse - loro erano

 
 
Congiuntivo presente
Congiuntivo imperfetto
ca meî  i  seîo che io sia ca meî  i  fùsi che io fossi
ca teî  ti seîî che tu sia ca teî ti fùsi che tu fossi
ca loû el seîo che egli sia ca loû el fùso che egli fosse
ca gìla la seîo che lei sia ca gìla la fùso che lei fosse
ca nùi i sièmo  che noi siamo ca nùi i fùsimo che noi fossimo
ca vùi i seîî che voi siate ca vùi i fùsi che voi foeste
ca lùri i seîo che essi-loro siano ca lùri i fùso che essi fossero
ca lùre li seîo che esse-loro siano ca lùre li fùso che esse fossero

 
Condizionale
Futuro semplice
meî i saravi io sarei meî i sariè io sarò
teî  ti saravi tu saresti teî ti sariè tu sarai
loû el saravo egli sarebbe loû el saruò egli sarà
gìla la saravo lei sarebbe gìla la saruò lei sarà
nùi i sarièmo noi saremmo nùi i sarèmo noi saremo
vùi i sarìssi voi sareste vùi i sarì(de) voi sarete
lùri i saravo essi sarebbero lùri i saruò loro saranno
lùre li saravo esse sarebbero lùre li saruò loro saranno

 
L'Indicativo Passato Prossimo, il Trapassato Prossimo, il Futuro Anteriore, il Congiuntivo Passato, il Trapassato, Il Condizionale Passato, si formano aggiungendo all'Indicativo Presente, all'Imperfetto, al Futuro Semplice, al Congiuntivo Presente, all'Imperfetto, al Condizionale Presente il participio passato stà / stàda / stadi - stato/stata/stati, ad esempio:  meî i son stà: io sono stato, teî ti giri stada: tu eri stata; loû el saruò stà: lui sarebbe stato; ca luri i seîo stadi: che loro siano stati; ca nui i fusìmo stadi: che noi fossimo stati; ca luri li saravo stade: che loro sarebbero stare. 
Imperativo: seîi (sii); el o la seîo (egli o lei sia); seîi (siate) i o li seîo (essi o esse o loro siano); Gerundio: sendo o esiàndo (essendo).

 
 
 
 
This page and all contents are Copyright © 

 
 
Indietro Istrioto

 
 
Profilo Linguistico
Testi Letterari
Annotazioni Linguistiche
Atlante linguistico