a cura di Roberto Palisca
LE PAGINE WEB DI GIANCLAUDIO DE
ANGELINI, AUTORE DI «POESIE DELL'ESODO A DUE VOCI»
Ruveîgno, ti son biela
Ruveîgno
La città di Sant'Eufemia
nel sito di un rovignese esule
Gianclaudio de Angelini è nato il 19 dicembre del 1950 a Rovigno.
Esule dalla sua città natale, dal 1953 risiede a Roma. Tornato la
prima volta a Rovigno nel 1961, ha incominciato da tale data ad interessarsi
della storia, del dialetto e delle tradizioni della sua terra d'origine.
La passione per il dialetto
Tanta passione l'ha condotto tra l'altro, nel 1997, a meritarsi il I
posto della Sezione in vernacolo al Premio di poesia "Laurentum", con "El
seîgo da pera", componimento in rovignese, l'antico linguaggio dell'Istria
meridionale ovvero l'istrioto. Nel dicembre del 1997 ha pubblicato anche
il volumetto "Poesia dell'esodo a due voci" insieme con il dottor Marino
Micich, figlio di esuli dalmati, recensito tra l'altro anche dalla nostra
rivista letteraria "La Battana". Membro del direttivo e conservatore della
Società di Studi Archivio-Museo di Fiume, che ha sede nel quartiere
giuliano-dalmata di Roma e vicepresidente dell'Associazione per la cultura
fiumana, istriana e dalmata nel Lazio. Da quasi due lustri sta lavorando
con grande amore e pazienza anche alla compilazione di un dizionario enciclopedico
rovignese-italiano.
Poesia, storia e origini
Il suo sito, all'indirzzo http://digilander.libero.it/arupinum/
l'ha dedicato dunque a quelle che sono le sue passioni più grandi:
la poesia, la sua città natale e la storia della sua famiglia. Tre
interessi che, come giustamente rileva l'autore di queste bellissime pagine
inserite in rete, s'incrociano e si legano indissolubilmente tra di loro,
anche perché la vocazione poetica alligna nella famiglia Angelini
almeno dal '700; una delle prime opere pervenuteci in istrioto, il poemetto
"I Lementi de Fimjta inverso Pjiro su murus", risale infatti al 1892 ed
è frutto di Pietro Angelini; lavori di cronaca e storia su Rovigno,
scritti tra la fine del '700 e la metà dell''800 si devono poi ad
altri due Angelini omonimi: Antonio Angelini figlio di Angelo ed Antonio
Angelini figlio di Stefano.
L'antica Arupinum
Oltre ad una sezione dedicata all'antica Arupinum, con alcuni cenni
storici ai capostipiti di Rovigno ed una breve cronologia, una parte del
sito è doverosamente dedicata alla famiglia Angelini che alla storia
della cittadina istriana si è legata profondamente a partire dal
XVII secolo segnandone le vicende letterarie, ecclesiastiche e politiche
per almeno due secoli.
Gianclaudio de Angelini ha messo in rete inoltre alcuni suoi articoli
che, come rileva, "spera diano un'idea della complessità della storia
istriana che solo recentemente, e con remore ancora operanti, la storiografia
italiana ha incominciato ad esplorare".
Un piccolo elenco di altri siti acconsentono a chi visita quello dell'autore,
un vero e proprio viaggio nel mondo internet legato alla cultura ed alla
storia istriana, fiumana e dalmata.
Un sito, quello dell'amico de Angelini, che è comunque in continuo
ampliamento, che ha una sezione dedicata anche all'araldica istriana, un'altra
al quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, dove circa 2.000 esuli hanno trovato
una nuova casa disseminando il quartiere con le ricche testimonianze della
loro storia.
"Spero che in questo guazzabuglio possiate trovare un pretesto per
tornare a visitare questo sito che provvederò ad arricchire ed aggiornare
in continuità ed ora... - dice al visitatore de Angelini - buon
viaggio."
Dagli albori ad oggi
Di Rovigno de Angelini oltre a fornire tutti i dati di rilievo offre
al visitatore del suo sito anche tante splendide fotografie di un tempo.
"L'origine del suo nome - dice della sua città natale - è
tuttora incerta. Alcuni lo fanno derivare dal celtico Ruven, promontorio,
altri dal latino Rubeus (rosso). Ipotesi quest'ultima poco attendibile
dato che tuttora una delle contrade di Monte, il nucleo antico della città,
si chiama Muntalban, il che farebbe presupporre che il primitivo colle
si chiamasse Mons Albanus (Monte Bianco) anziche Mons Rubeus (Monte Rosso).
Il cronista rovignese Antonio Angelini però motivava questa etimologia,
dal rosso del sangue dei martiri cristiani ivi uccisi per la fede, come
riporta un codice del XIII secolo: 'Qui rubeus vocabatur, multorum sanctorum
crioro. Un'ulteriore ipotesi ne fa derivare l'etimo da una voce japidica
da cui si avrebbe Arupinum'". E con il nome di Arupinum de Angelini ha
battezzato anche il suo sito. Le pagine dedicate alla sua Rovigno contengono
una più che esauriente sintesi di quella che è stata la ricca
storia della perla della costa occidentale dell'Istria. E come sarebbe
potuta mancare, in un sito su Rovigno, Sant'Eufemia. "Nel periodo veneto,
Rovigno ebbe a patire la famosa scorreria genovese del 5 maggio 1379, in
cui tra le altre devastazioni i genovesi s'impossessarono delle spoglie
della venerata patrona di Rovigno, Sant'Eufemia, recuperate in seguito
da Venezia, una volta vinta la mortale contesa con la sua acerrima rivale.
Visto però che i veneziani, noti accaparratori di sante reliquie,
non mostravano alcuna intenzione di restituire il corpo, una delegazione
di notabili partì per Venezia e tanto fece che alla fine la santa,
tra il tripudio dei suoi fedeli, tornò a Rovigno".
Parla anche di noi
"L'elemento italiano di Rovigno, uno dei più attivi e compatti
di tutta l'Istria, ha saputo tener vive le sue tradizioni" - spiega tra
l'altro al visitatore del suo sito de Angelini e cita istituzioni più
che importanti della nostra minoranza quali il Centro di Ricerche Storiche
e la Comunità degli Italiani, le scuole di Rovigno ma anche personalità
di spicco della nostra cultura quali il poeta dialettale Ligio Zanini,
Giusto Curto, Matteo Benussi, Bepi Nider, Vlado Benussi, Antonio Pellizzer,
"vera e propria pietra miliare per la conoscenza della nostra antica lingua".
"Le scuole italiane di Rovigno in questi ultimi tempi hanno visto crescere
di molto la loro scolaresca, richiamando oltre che gli italiani o i figli
nati da matrimoni misti, anche bambini slavi i cui genitori vogliono che
la lingua italiana sia parte integrante del loro bagaglio culturale. Tutto
ciò fa sperare, viste anche le nuove aperture della Croazia di Mesic
- rileva l'autore del sito - che la peculiarità rovignese con la
sua storia, la sua cultura e la sua antica lingua non debba del tutto venir
meno.
L'ultima parte del sito di Gianclaudio de Angelini, quella dedicata
prettamente alla sua famiglia, è suddivisa in due sezioni: quella
prima e quella dopo l'esodo, ed è praticamente un album di foto
di famiglia. La seconda riguarda gli anni duri del trasferimento in Italia
e quelli di gioventù di Gianclaudio. Anche l'altra sarà estremamente
interessante per chi conosce l'autore del sito ed i suoi più stretti
famigliari ma anche per chi pur non conoscendo le persone, vuole ricordare
se più anziano o scoprire, se più giovane, scorci della Rovigno
della prima metà del secolo scorso. |