GdeA
Voce del Popolo quotidiano della Comunità italiana di Croazia e Slovenia edito a Fiume. 
Sabato 20 luglio 2002

 
a cura di Roberto Palisca

LE PAGINE WEB DI GIANCLAUDIO DE ANGELINI, AUTORE DI «POESIE DELL'ESODO A DUE VOCI» 
Ruveîgno, ti son biela Ruveîgno
La città di Sant'Eufemia nel sito di un rovignese esule

Gianclaudio de Angelini è nato il 19 dicembre del 1950 a Rovigno. Esule dalla sua città natale, dal 1953 risiede a Roma. Tornato la prima volta a Rovigno nel 1961, ha incominciato da tale data ad interessarsi della storia, del dialetto e delle tradizioni della sua terra d'origine. 

La passione per il dialetto

Tanta passione l'ha condotto tra l'altro, nel 1997, a meritarsi il I posto della Sezione in vernacolo al Premio di poesia "Laurentum", con "El seîgo da pera", componimento in rovignese, l'antico linguaggio dell'Istria meridionale ovvero l'istrioto. Nel dicembre del 1997 ha pubblicato anche il volumetto "Poesia dell'esodo a due voci" insieme con il dottor Marino Micich, figlio di esuli dalmati, recensito tra l'altro anche dalla nostra rivista letteraria "La Battana". Membro del direttivo e conservatore della Società di Studi Archivio-Museo di Fiume, che ha sede nel quartiere giuliano-dalmata di Roma e vicepresidente dell'Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio. Da quasi due lustri sta lavorando con grande amore e pazienza anche alla compilazione di un dizionario enciclopedico rovignese-italiano. 

Poesia, storia e origini

Il suo sito, all'indirzzo http://digilander.libero.it/arupinum/ l'ha dedicato dunque a quelle che sono le sue passioni più grandi: la poesia, la sua città natale e la storia della sua famiglia. Tre interessi che, come giustamente rileva l'autore di queste bellissime pagine inserite in rete, s'incrociano e si legano indissolubilmente tra di loro, anche perché la vocazione poetica alligna nella famiglia Angelini almeno dal '700; una delle prime opere pervenuteci in istrioto, il poemetto "I Lementi de Fimjta inverso Pjiro su murus", risale infatti al 1892 ed è frutto di Pietro Angelini; lavori di cronaca e storia su Rovigno, scritti tra la fine del '700 e la metà dell''800 si devono poi ad altri due Angelini omonimi: Antonio Angelini figlio di Angelo ed Antonio Angelini figlio di Stefano. 

L'antica Arupinum

Oltre ad una sezione dedicata all'antica Arupinum, con alcuni cenni storici ai capostipiti di Rovigno ed una breve cronologia, una parte del sito è doverosamente dedicata alla famiglia Angelini che alla storia della cittadina istriana si è legata profondamente a partire dal XVII secolo segnandone le vicende letterarie, ecclesiastiche e politiche per almeno due secoli.
Gianclaudio de Angelini ha messo in rete inoltre alcuni suoi articoli che, come rileva, "spera diano un'idea della complessità della storia istriana che solo recentemente, e con remore ancora operanti, la storiografia italiana ha incominciato ad esplorare".
Un piccolo elenco di altri siti acconsentono a chi visita quello dell'autore, un vero e proprio viaggio nel mondo internet legato alla cultura ed alla storia istriana, fiumana e dalmata.
Un sito, quello dell'amico de Angelini, che è comunque in continuo ampliamento, che ha una sezione dedicata anche all'araldica istriana, un'altra al quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, dove circa 2.000 esuli hanno trovato una nuova casa disseminando il quartiere con le ricche testimonianze della loro storia.
"Spero che in questo guazzabuglio possiate trovare un pretesto per tornare a visitare questo sito che provvederò ad arricchire ed aggiornare in continuità ed ora... - dice al visitatore de Angelini - buon viaggio." 

Dagli albori ad oggi 

Di Rovigno de Angelini oltre a fornire tutti i dati di rilievo offre al visitatore del suo sito anche tante splendide fotografie di un tempo.
"L'origine del suo nome - dice della sua città natale - è tuttora incerta. Alcuni lo fanno derivare dal celtico Ruven, promontorio, altri dal latino Rubeus (rosso). Ipotesi quest'ultima poco attendibile dato che tuttora una delle contrade di Monte, il nucleo antico della città, si chiama Muntalban, il che farebbe presupporre che il primitivo colle si chiamasse Mons Albanus (Monte Bianco) anziche Mons Rubeus (Monte Rosso). Il cronista rovignese Antonio Angelini però motivava questa etimologia, dal rosso del sangue dei martiri cristiani ivi uccisi per la fede, come riporta un codice del XIII secolo: 'Qui rubeus vocabatur, multorum sanctorum crioro. Un'ulteriore ipotesi ne fa derivare l'etimo da una voce japidica da cui si avrebbe Arupinum'". E con il nome di Arupinum de Angelini ha battezzato anche il suo sito. Le pagine dedicate alla sua Rovigno contengono una più che esauriente sintesi di quella che è stata la ricca storia della perla della costa occidentale dell'Istria. E come sarebbe potuta mancare, in un sito su Rovigno, Sant'Eufemia. "Nel periodo veneto, Rovigno ebbe a patire la famosa scorreria genovese del 5 maggio 1379, in cui tra le altre devastazioni i genovesi s'impossessarono delle spoglie della venerata patrona di Rovigno, Sant'Eufemia, recuperate in seguito da Venezia, una volta vinta la mortale contesa con la sua acerrima rivale. Visto però che i veneziani, noti accaparratori di sante reliquie, non mostravano alcuna intenzione di restituire il corpo, una delegazione di notabili partì per Venezia e tanto fece che alla fine la santa, tra il tripudio dei suoi fedeli, tornò a Rovigno". 

Parla anche di noi

"L'elemento italiano di Rovigno, uno dei più attivi e compatti di tutta l'Istria, ha saputo tener vive le sue tradizioni" - spiega tra l'altro al visitatore del suo sito de Angelini e cita istituzioni più che importanti della nostra minoranza quali il Centro di Ricerche Storiche e la Comunità degli Italiani, le scuole di Rovigno ma anche personalità di spicco della nostra cultura quali il poeta dialettale Ligio Zanini, Giusto Curto, Matteo Benussi, Bepi Nider, Vlado Benussi, Antonio Pellizzer, "vera e propria pietra miliare per la conoscenza della nostra antica lingua".
"Le scuole italiane di Rovigno in questi ultimi tempi hanno visto crescere di molto la loro scolaresca, richiamando oltre che gli italiani o i figli nati da matrimoni misti, anche bambini slavi i cui genitori vogliono che la lingua italiana sia parte integrante del loro bagaglio culturale. Tutto ciò fa sperare, viste anche le nuove aperture della Croazia di Mesic - rileva l'autore del sito - che la peculiarità rovignese con la sua storia, la sua cultura e la sua antica lingua non debba del tutto venir meno.
L'ultima parte del sito di Gianclaudio de Angelini, quella dedicata prettamente alla sua famiglia, è suddivisa in due sezioni: quella prima e quella dopo l'esodo, ed è praticamente un album di foto di famiglia. La seconda riguarda gli anni duri del trasferimento in Italia e quelli di gioventù di Gianclaudio. Anche l'altra sarà estremamente interessante per chi conosce l'autore del sito ed i suoi più stretti famigliari ma anche per chi pur non conoscendo le persone, vuole ricordare se più anziano o scoprire, se più giovane, scorci della Rovigno della prima metà del secolo scorso.


 
 
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