(Vrana, Zara 1430 ca. - Avignone 1502 ca.) |
Sculture dalmata di cui ben poco si sa della vita e della formazione
artistica. Le prime notizie certe riguardano la sua partecipazione alla
decorazione marmorea dell'Arco trionfale di Alfonso I a Napoli (1453-58).
Dal 1461 al 1466 è alla corte di Renato d'Angiò in Francia,
dove svolgerà soprattutto attività di medaglista. Lo troviamo
poi in Sicilia ed a Napoli e poi nuovamente in Francia a Marsiglia ed Avignone.
Risalgono a questo periodo le sue opere migliori, in particolare i suoi
famosi busti di donna e le Madonne con Bambino, che trasmettono un'intensa
spiritualità ed una profonda stilizzazione. Il suo personalissimo
stile raccoglie le lezioni di Antonello da Messina e Piero della Francesca
rielaborandolo in un canone stilistico facilmente riconoscibile che influenzerà
anche autori moderni come Brancusi.
Oltre alla sua attività di ritrattista partecipò ad opere
più complesse ed organiche come la decorazione con figure in rilievo
della Cappella Mastrantonio (1468) nella chiesa di di San Francesco di
Palermo o il bassorilievo con il "Cristo Portacroce" ad Avignone (1479-81).
(Zara 1420 ca. - Pesaro1479) |
Tra i principali architetti italiani del Quattrocento. Anche per lui
si hanno scarse notizie e della vita e della sua formazione artistica anche
se molto probabilmente derivo molte del suo stile dalla ricca architettura
delle città dalmate. E' certa la sua presenza a Mantova nel 1465
dove, secondo alcune testimonianze, avrebbe costruito una parte del porticato
del cortile di San Giorgio, del Palazzo Ducale, e fornito all'Alberti i
piani del rifacimento di tutta l'ala.
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Nel 1466 Federico da Montefeltro affidò al Laurana, conosciuto
a Mantova, il progetto per la costruzione del Palazzo Ducale di Urbino.
Dal 1468 è certa la sua presenza ad Urbino a partire dal 1468 dove
diresse i lavori per la sistemazione del nuovo Palazzo Ducale che dovevano
raccordare due pre-esistenti edifici.
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Il Laurana costruì dapprima la facciata ad ali del Palazzo Ducale, dalla caratteristica forma geometrica, che doveva collegare due edifici precedenti (la rocca trecentesca e il palazzo del Quattrocento) e la facciata dei torricini, simile ai castelli medievali ed eretta allo scopo di affermare la potenza dei Montefeltro. Sarà poi soprattutto nel cortile del palazzo, di forma rettangolare, che l'architetto riuscirà a esprimere compiutamente l'alto grado di raffinatezza della propria arte. Laurana ebbe il merito di riuscire a costruire un unico ed imponente palazzo, risolvendo le difficoltà derivanti dalle diseguaglianze del terreno e dai diversi livelli su cui erano posti gli edifici preesistenti; grazie alla sua "città in forma di palazzo", secondo la definizione data da Castiglione, può essere considerato uno dei principali architetti del Quattrocento italiano.
Infatti la sua lezione principale si accentra soprattutto nella particolare
facciata del Palazzo d'Urbino con i suoi caratteristici torricini, con
la particolare armoniosità del cortile interno, splendido per le
proporzioni dei lati, il disegno degli archi e delle colonne, il gioco
cromatico dei materiali utilizzati, oltre che per le soluzioni logistiche
del palazzo di una particolare modernità.
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A espressione della sua bellezza, possiamo ricordare che Attilio Brilli,
nella sua opera del 1997 "Il viaggiatore immaginario", afferma che
"la
facciata che dà sulla valle, detta dei Torricini, è divenuta
il segno caratterizzante, l’emblema di Urbino, l’immagine del suo primo
apparire e il suo incancellabile residuo memoriale".
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Lavorò poi a Napoli e dal 1472 a Pesaro, dove progettò
la Rocca ed alla sua costruzione sino alla morte. A lui viene anche attribuito
uno dei quadri più famosi del Rinascimento italiano: La Città
Ideale
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