Il volume è la conclusione di un lungo periodo di ricerche e di lavoro che ha impegnato gli autori presso archivi e biblioteche pubbliche e private.

Ho letto con molto interesse il libro su San Mango. Nella parte storica ho potuto rilevare dati e riferimenti che mi erano sconosciuti.

Credo che il libro possa contribuire notevolmente ad imprimere un passo in avanti verso una migliore conoscenza del nostro territorio.

Al di là di un giudizio sul contenuto dell’opera, che peraltro è di estremo interesse, quello che ci sembra soprattutto meritevole è l’impegno con il quale gli autori hanno affrontato la non facile ricerca, la massa di documenti consultati, le conversazioni fatte con i vecchi del paese.

L’amministrazione comunale di San Mango esprime vivo apprezzamento per la pubblicazione del volume scritto da autori sammanghesi.

Costituisce un importante tassello nel mosaico regionale che attualmente storici delle tradizioni popolari, filologi e critici stanno cercando di comporre.

Ho avuto notizia da Napoli della pubblicazione di un libro nel quale vengono riepilogate le vicende storiche della mia famiglia. Ritengo di mio interesse l’iniziativa e sarei lieto di poter avere alcune copie del libro, che a mia volta presenterò a studiosi e cultori della materia.

Un libro che ho letto con molto piacere e che mi ha favorevolmente impressionato. Un libro di notevole interesse storico, di ampio respiro, che invoglia il lettore ad una maggiore partecipazione alla ricerca della storia e della preistoria, e anche della tradizione popolare che, a volte, conserva quel che del passato è stato dimenticato.

In questo lavoro Orlando mostra di aver messo bene a frutto le sue doti di ricercatore.

Con questo volume Orlando completa una triade dedicata ad un territorio poco noto o affatto sfruttato dagli studiosi di ieri e di oggi e abitato da popolazioni legate tra loro da stretti vincoli di ogni genere. Il territorio è quello che si specchia sul Savuto, e le popolazioni quelle di San Mango d’Aquino, Castiglione e Falerna.

Il lavoro storico di Orlando è il prodotto di una certa padronanza della materia e riesce egregiamente a inserire nel tema storico nazionale e regionale quello particolare dei due agglomerati urbani di Falerna e Castiglione nel contesto, tra l’altro, dei paesi limitrofi e della geografia del territorio.

Tutto ciò dimostra un grande impegno e una notevole preparazione storica, oltre a un amore per la propria gente e il suo passato vicino e lontano.

Ora, grazie a Orlando e a Nicastri, c’è un valido testo in cui si trova il fior fiore di ciò che hanno scritto e documentato scrittori antichi e moderni, unitamente a ciò che con diligenza gli autori hanno saputo aggiungere.

I luoghi che Orlando e Nicastri egregiamente descrivono, analizzano, scompongono, fanno parte di noi, del nostro modo di essere, della nostra cultura.

La storia di un uomo che non è mai salito sul palcoscenico, pur avendo vissuto con intensità un’esistenza ricca di idee e di entusiasmo. Dal servizio di scorta ad Umberto di Savoia ed alla principessa Maria José, al comando di una squadra di arditi aggregati alla divisione Julia; dalla Regia Guardia di Finanza di Tirana, in Albania, al congedo con il grado di Maresciallo Maggiore a Roma. Una vita trascorsa nel ricordo di un amore e nella nostalgia per il paese natio.

E’ un lavoro che farebbe onore anche a un ricercatore universitario, dal punto di vista del rigore metodologico e dell’ampiezza di orizzonte bibliografico. Ma va nettamente oltre, rispetto a un pur attento lavoro scientifico di accertamento ovvero di documentazione, perché si apre ad una impegnativa identità saggistica. E’ un testo costruito secondo una persuasiva spiegazione, di grande sincerità intellettuale e di coraggiosa eticità.

E un viaggio verso le radici e attorno alla diversità della Calabria.

Il lavoro si inserisce nel dibattito in corso sulle cause e sulle ragioni che hanno reso la Calabriadiversa rispetto alle altre regioni italiane.

Con questo contributo di studio che ripropone il clima, le attese, i timori che anticiparono l’anno Mille, Orlando non si ferma all’esame della superficie ma tenta, invece, di penetrare in profondità, almeno fino alle radici della condizione che ha condotto alla peculiarità calabrese. E su questo si interroga, ed interroga, fatti e circostanze della nostra storia.

Un’opera di grande pregio e di grande utilità per la storia della propria terra.

Orlando ripercorre le vicende storiche della nostra regione limitatamente ai secoli iniziali del primo millennio, alla ricerca dell’origine del dualismo tra Nord e Sud, per proiettare poi la situazione della "diversità" fino ai giorni nostri attraverso le citazioni di storici, studiosi e giornalisti.

Orlando focalizza la sua attenzione sulle vicende che si verificano qualche decennio dopo l’anno Mille in Calabria, per capire se è in quel periodo storico che vanno ricercate le cause di quella "diversità" che affligge ancor oggi la regione.

Alle soglie del terzo millennio questo piccolo (per numero di pagine, pari a 140) saggio offre interessanti spunti di riflessione sulla condizione attuale della Calabria, regione "marginale" del Paese ed estrema periferia dell’Unione Europea in un modo non tanto dissimile da quando lo era dell’impero di Bisanzio.

Un libro che è prova di una viva passione sociale e culturale.

Gli elementi determinanti della condizione di diversità che esiste nella società calabrese vengono setacciati con l’ausilio di uno stile scorrevole piano. In 140 pagine Orlando procede per argomenti e disegna dei quadri d’assieme molto interessanti.

L’indagine storica svela tutta la sua attualità dopo quasi mille anni in cui il progresso o i molteplici fatti storici hanno certamente mutato il panorama politico-istituzionale dell’Europa, dell’Italia e della Calabria.

In questo libro sono raccolti articoli che abbracciano la complessa realtà di una regione che si appresta ad affrontare il nuovo secolo senza aver risolto i problemi di arretratezza che la pongono ai margini dell’Europa e del mondo.

Agli argomenti di impegno civile si affiancano i temi dedicati alla riscoperta di Temesa, Terina e Nuceria e le testimonianze sulla più antica frequentazione della Calabria.

Le origini dei castelli di Santa Severina, Belvedere, Castrovillari, Vibo, Rocca Imperiale, Roseto, Le Castella, Caccuri, Oriolo e Scilla e la costruzione delle torri di guardia che sorgono lungo la costa sono collocate in una visione più generale dell’epoca, con i pirati turchi alle porte, pronti ad arrecare lutti e rovine ad una popolazione già stremata dal fiscalismo regio e dalla rapacità della classe feudale.

Spicca, in un contesto di povertà e di miseria, la vicenda umana di San Francesco di Paola, un frate che ha portato le sofferenze di un popolo all’attenzione della corte di Francia, mentre la quercia benedetta di Conflenti fa rivivere il pellegrinaggio nel santuario della Madonna di Visora e la Settimana Santa a Nocera Terinese esalta l’attualità del rito dei flagellanti.

Costumi e tradizioni del popolo calabrese si ritrovano in un viaggio fra miti, significato e valori nelle feste che cambiano e la commemorazione dei defunti nei paesi di lingua albanese riporta alla luce frammenti di civiltà che affondano le radici nella cultura celtica.

Uno sguardo al Duemila, infine, con un consorzio di comuni che vogliono vivere a modo loro il grande evento del Giubileo e con le sfide che la Calabria è chiamata ad affrontare con il federalismo introdotto nel nuovo ordine costituzionale.