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    Paolo Carbone "Calcio di rigore" Frontiera Editore
    Recensione di Gabriella Bona

    L’estate, per gli appassionati di calcio, è proprio una stagione grigia. Finito il campionato, smaltite euforie o delusioni, a parte qualche attesa o notizia dal calcio-mercato, non resta che aspettare l’inizio del campionato successivo.  
    Perché, allora, non provare a fare i compiti delle vacanze? A leggere o studiare qualche libro che parli del nostro sport tanto amato e ce ne faccia conoscere gli aspetti più strani o sconosciuti?  
    In “Calcio di rigore”, Paolo Carbone ci propone una vera storia di questo aspetto del calcio, piccolo perché coinvolge soltanto pochi momenti dell’intera storia calcistica ma grande per le conseguenze e le polemiche che spesso seguono magari per anni. Una nazionale che butta al vento tre Mondiali consecutivi sbagliando nelle partite “secche” proprio i calci di rigore (l’Italia nel 1990 con l’Argentina, nel 1994 col Brasile e con la Francia nel 1998) non si dimentica facilmente!  
    La prima cosa che scopriamo con stupore è che il rigore non è un quasi-gol: la percentuale di errore è, infatti, considerati i campionati dalla stagione 1929-’30 a quella 1999-2000, ben del 28,37%: in 19.660 partite sono stati battuti 5.344 calci di rigore e soltanto 3.828 sono finiti in rete. Anche se con gli anni la percentuale di errore è andata diminuendo in questi ultimi anni, resta sempre molto alta, soprattutto considerando che lo specchio dell’area misura quasi 18 metri quadrati e sembra veramente impossibile non riuscire a collocare un pallone in un’area così grande.  
    Ci sono stati campionati anomali, come quello 48-49 in cui la percentuale di errore salì al 40,86% o quello del 75-76 in cui scese all’11,48% ma l’attuale miglioramento è dovuto soprattutto a due fattori: le registrazioni permettono al portiere di studiare attentamente il rigorista avversari ed è stata modificata la regola in cui si leggeva che il portiere doveva rimanere “fermo” sulla linea di porta fino alla battuta: dal 1997 la parola “fermo” è stata tolta e il movimento del portiere può distrarre o disturbare chi sta per calciare.  
    Ma nel libro di Carbone troviamo tantissime notizie interessanti, dalla nascita della regola (2 giugno 1891) alla sua lenta evoluzione. Troviamo tabelle sui migliori rigoristi, schede sulla loro carriera, aneddoti, interviste a portieri e rigoristi, considerazioni tecniche, tattiche, psicologiche che possono condizionare gli esecutori di quel gesto così importante.  
    Un libro, quello di Carbone, che si legge d’un fiato, scritto in modo semplice ma tecnicamente e statisticamente preciso: quando l’amore per il calcio riesce a far scrivere un libro di 173 pagine, tutto su un unico aspetto della partita, senza mai annoiare e, anzi, facendo crescere, pagina dopo pagine, il desiderio di imparare, di saperne di più.  
      
    gabriella bona


 
 
 
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