• Il Risveglio Junior  
  
     
    Se la guerra viene trattata come una partita di pallone 

    Il Parlamentino dei Ragazzi di Piverone, che cura questa pagina per l’infanzia, vuole portare l’attenzione sul titolo di una notizia data sul Notiziario Speciale Giovani in modo sbagliato. Sembra che in Kosovo ci sia una partita di calcio, e non una guerra, con disperazione e morti. Lo vogliamo far notare ai nostri lettori. Lo scriveremo anche all’ANSA. Comunque ci sembra chiaro che la guerra crea più pasticci di prima. 

    Il parlamentino 
    dei Ragazzi di Piverone 

    KOSOVO: ESPERTI AVVERTONO, MILOSEVIC STA VINCENDO. ANSA 
    -ROMA, 21 APR. - Attenzione: 
    mentre la Nato canta vittoria nei cielo il presidente Milosevic sta vincendo la guerra a terra, quella vera: questo in sintesi il monito lanciato ieri ai leader occidentali dal "International Crisis Group", un autorevole "centro per la prevenzione delle crisi". 
    In un rapporto sulla guerra del Kosovo diffuso a Bruxelles l’Icg ha criticato la strategia Nato, "cht’ non funziona". "Lungi dal porre fine all’epurazione etnica" l’attuale strategia Nato "ha consentito a Milosevic di espellere centinaia di migliaia di kosovari, senza offrire alcuna protezione al milione circa di albanesi rimasti intrappolati nella provincia", affermano gli analisti dell’Icg,. La sola soluzione per l’Icg è di "prendere il Kosovo con la forza": la Nato dovrebbe "avviare immediatamente" i preparativi per una invasione terrestre, garantendo subito zone di sicurezza per i profughi, per poi prendere if controllo di tutta la provincia, stabilendo un" protettorato internazionale". Ma l’intervento a terra, secondo l’Icg., "non sarebbe sufficiente": i paesi occidentali devono puntare a rovesciare Milosevic, isolandolo, sospendendo i contatti diplomatici, attuando severe sanzioni economiche e premendo perché venga incriminato dal tribunale dell’Aja, arrestato e giudicato. Solo successivamente la comunità internazionale dovrebbe varare un piano di aiuti per la Jugoslavia, per portarla alla integrazione nella Ue. 

    -o-
    Esiste una confusione dei linguaggi. E raramente noi ne siamo coscienti. La guerra utilizza il linguaggio dello sport e, forse, spera di esorcizzare la sua disumanità. Al contrario abbiamo anche lo sport che utilizza il linguaggio della guerra: pensiamo a Batistuta che mima una mitragliata dopo un gol… Credo sia utile che qualcuno ci aiuti a prendere coscienza di questi abusi che non sono soltanto linguistici. Quali sono pertanto i riferimenti che non dobbiamo dimenticare? Il primo è che la guerra può anche essere necessaria o inevitabile, ma è una realtà negativa. Ogni guerra è fatta di sofferenze, di morti, di distruzioni. Il secondo è che non deve mai mancare la ricerca di strade alternative alla guerra. Non si tratta – come è detto nella notizia Ansa-Unicef – di rendere più efficace l’intervento militare: si tratta di scoprire come renderlo inutile. Infine non credo secondaria la ricerca di linguaggi più "umani" quando si parla di sport o di guerra. La guerra è sofferenza e non gioco. Al contrario lo sport. Non dimentichiamolo
     
    Beppe Scapino