• Il Risveglio Junior  
  
     
    APPELLO DEL PARLAMENTINO DI PIVFRONE  

    L’Unicef si schieri contro violenze e i bombardamenti  

    Noi studenti di Piverone ci siamo impegnati ad usare questo spazio per portare le notizie del mondo a livello dell’infanzia. E per parlare di quello che ci preoccupa e ci interessa.  
    La guerra, prima di tutto.  
    Abbiamo pensato che sia importante sapere che cos’è il Kosovo per cui si sta facendo la guerra.  
    ANSA - UNICEF: KOSOVO: LA REGIONE PIU' POVERA DELLA EX-JUGOSLAVIA.  
    ANSA - ROMA, 31 marzo - Il Kosovo è grande come l’Abruzzo, ha circa due milioni di abitanti, il 90% è musulmano ed albanese. I serbi lo considerano la culla della loro civiltà.  
    Nel 1918 divenne parte del regno della Jugoslavia, passò all’Italia nella Seconda Guerra Monliale e poi divenne una provincia autonoma della Jugoslavia dopo la Seconda Guerra Mondiale.  
    Nel 1989 Belgrado annulla la sua autonomia ed iniziano le rivolte.  
    Nel 1992 i Kosovari eleggono loro Presidente non riconosciuto Rugova, però la sua autorità è contestata dal movimento armato del Kosovo: l’UCK. E' la regione meno sviluppata della Jugoslavia, con salari tra i più bassi d’Europa ed alta disoccupazione. C’è molto piombo, zinco, carbone, argento e cromo.  
    Noi siamo preoccupati per la partecipazione dell’Italia alla guerra contro la Serbia per il Kosovo. Il Parlamentino della nostra scuola ha deciso di intervenire con una proposta: dato che noi rappresentiamo l’Unicef per il Canavese, manderemo una lettera all’Unicef, perché si schieri contro i missili.  
    Per i bambini .ed i loro genitori. Chiediamo di farla avere al Presidente dell’Unicef-Italia per il Presidente Carol Bellamy, che si adoperi per far smettere i bombardamenti.  

    Ecco la lettera:  
      

    Cara Signora Carol Bellamy,   
       
    siamo dei ragazzi di una Scuola Media in provincia di Torino, in Italia. Nella nostra scuola c’è un Parlamentino dei ragazzi che rappresenta l’infanzia della scuola e dei nostri paesi. Per le sue attività in favore dell’infanzia, il Parlamentino è diventato rappresentante Unicef per questa piccola zona della provincia di Torino che si chiama Canavese. Lavoriamo in costante rapporto con il Comitato Provinciale di Torino dell’Unicef, che ci ha sempre appoggiato ed a cui chiediamo sempre consiglio prima di iniziare ogni nostra attività a favoredell’Unicef.   
    A nome di tutti i ragazzi che rappresentiamo, ci rivolgiamo all’Unicef di cui ci fidiamo e di cui anche noi facciamo parte "dal di dentro", dato che siamo dei ragazzi: per chiedere che l'Unicef si schieri ufficialmente contro la guerra del Kosovo. Perché faccia sapere al mondo che ogni guerra, anche se giusta, crea morti, violenze e sofferenze prima di tutto tra i più deboli. E tra i più deboli, prima di tutto ci sono i bambini. Le chiediamo che l’Unicef si distingua nel chiedere la cessazione dei bombardamenti. A noi sembra che i bombardamenti abbiano provocato più odio, morti e profughi di prima. Le chiediamo, proprio per far valere i diritfì dei bambini che stanno soffrendo per questa guerra che rischia di avere conseguenze brutte per il futuro di proporre come mediatori per la guerra in Kosovo l’Unicef stessa, od altre organizzazioni neutrali, come la Croce Rossa: organizzazioni non armate che per la loro storia possono vantare la stima di tutte le parti in conflitto.   
    Con stima,   
       
    gli alunni del parlamentino   
    dei ragazzi della scuola media di piverone,   
    l’insegnante responsabile del progetto parlamentino: prof. silvio conte,   
    il preside, prof. guido carta 
       


     La guerra vista dall’angolatura dei bambini. Perché no? E un’angolatura che mette in primo piano chi è più debole, chi di conseguenza normalmente subisce senza poter esprimere la propria voce.  
    In primo luogo può prendere coscienza che ogni guerra è sempre sofferenza per i più deboli. Solo chi ha sogni di potere, chi commercia armi e chi specula sulle ricostruzioni può trarre vantaggio dalla guerra.  
    Non il piccolo, il debole, l’onesto. In secondo luogo esiste il problema di come fermare chi provoca danni con atti ingiusti e violenti.  
    Non credo che gli eserciti siano la soluzione seria. Né credo esista una parte di mondo che possa autoproclamarsi giudice.  
    Penso che la strada da percorrere debba prevedere la costruzione di un sistema di regole sovranazionali condivise e l’istituzione di un’autorità dotata di mezzi efficaci.  
    In questo contesto potrebbe valere anche un intervento militare contro un tiranno.  
    Ma a decidcrlo non sarebbe una potenza ed a guidarlo non sarebbero dei generali, bensì un organismo internazionale cd un’autorità legittimata.  
    Comunque ben vengano gli appelli all’Uniccf.  
      
    beppe scapino