SAN GIUSTO – ARRIVA L’IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI PNEUMATICI 
    San Giacomo “nel mirino” 
    Conferenza dei servizi in programma l’8 ottobre 

       SAN GIUSTO - Grane, ancora grane, sempre grane. A quanto pare non è destinata a trovar pace per l'area di San Giacomo di Ruspaglie - territorio di San Giorgio, ma a un tiro di schioppo dal centro abitato di San Giusto -, che da anni si ritrova puntati addosso gli occhi di aziende e società interessate a farne un'area per lo smaltimento dei rifiuti o per lavorazioni industriali. E sì che su quella zona esiste la possibilità di apposizione di un vincolo ambientale da parte della Soprintendenza alle Belle Arti: ma la presenza della cappellina di San Giacomo, risalente agli anni intorno al Mille e legata alla presenza dei Templari in zona, già in passato non ha impedito che qualcuno tentasse di fare i propri unicamente interessi, anche utilizzando la prepotenza (la chiesetta, infatti, era stata seriamente danneggiata da un grosso cavo d'acciaio manovrato da un escavatore). 
       Ebbene, ora sull'area di San Giacomo si sta concentrando l'interesse della società Crioengineering, che intenderebbe realizzarvi un impianto per il trattamento dei pneumatici. Il consiglio comunale di San Giorgio aveva, a fine dicembre, emesso una delibera grazie alla quale si rendeva possibile, a livello urbanistico, la realizzazione di tale impianto. Ma dietro sollecito del Comune di San Giusto, e dal momento che la richiesta fatta alla Crioengineering di poter vedere i progetti dell'impianto non era stata soddisfatta, tale prima delibera era stata annullata nel mese di maggio. 
       A fine luglio, però, dal Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche della Provincia, ha fatto pervenire ai comuni interessati la convocazione della conferenza istruttoria in merito alla richiesta della Crioengineering per un impianto di "trattamento di rifiuti speciali non pericolosi": la riunione è prevista per il 5 ottobre. Insomma, nonostante manchi il via libera dal Comune di San Giorgio, la pratica sta andando avanti. 
       In municipio, a San Giusto, si sta lavorando per predisporre, con legali e tecnici, le osservazioni critiche da presentare alla conferenza dei servizi. E un buon numero di rilievi viene mosso anche dall'associazione Gerbo Grande, da anni impegnata nella tutela del territorio della zona. 
       Che cosa sostiene, Gerbo Grande? Innanzitutto che lo stabilimento che si intende realizzare è basato sul sistema brevettato da una società canadese, sistema denominato Tirex Tcs-1: i pneumatici vengono raffreddati fino a - 90° per rendere facile la separazione dei materiali che li compongono e la polverizzazione della gomma fino a 0.2 mm. E' previsto il trattamento di 2 milioni di pneumatici all'anno, con recupero del 100% di tela e di acciaio e del 96% della gomma, e dispersione del 4% di polverino di gomma. Sembrerebbe un ottimo risultato, ma ipotizzando un peso medio di 9 kg. per pneumatico, si avrebbe una quantità annua di quasi 300 tonnellate di polverino di gomma disperso: dove andrebbe a finire? Le relazioni non lo specificano, ed è legittimo supporre che almeno in parte debba finire nell'ambiente circostante 
       Se poi il sistema utilizzato fosse il Tirex Tcs-2 (perché il progetto si riferisce al Tcs-1, ma dichiara i dati di produzione del Tcs-2, come si rileva sul sito Tirex all'indirizzo www.tirex.com/faq.htm: un'incongruenza che si può interpretare leggendo il documento del 24 luglio all'indirizzo www.tirex.com/press, dove si parla di accordi per l'acquisizione di sistemi criogenici più evoluti), allora i dati andrebbero addirittura raddoppiati. 
       Altro elemento da prendere in considerazione: il progetto, per gli aspetti urbanistici, si richiama alla prima delibera del Comune di San Giorgio, dimenticando che essa è stata revocata. E le possibilità edificatorie presenti nei piani regolatori e nelle varianti dei comuni coinvolti - San Giorgio, San Giusto e Foglizzo - non coprono nemmeno la metà dei metri quadri necessari alla realizzazione dello stabilimento. Per non dire del fatto che il capannone principale rientrerebbe in parte nell'area di rispetto prevista dalla Soprintendenza: l'estensione di tale zona è stata comunicata ai proprietari dei terreni, ma la pratica per la sua erezione non si è ancora conclusa; quindi nel progetto si è deciso di non tenerne conto. 
       Da non dimenticare, poi, il rischio di incendi: cosa accadrebbe in caso se ne propagasse uno nel momento di massimo stoccaggio, ovvero 3100 tonnellate di pneumatici da lavorare e 1100 tonnellate di polverino depositato? 
       Ma le valutazioni tecniche non sono tutto. Ci sono altri rilievi che, in qualche modo, inquietano ancor di più i responsabili di Gerbo Grande. "La ditta in questione - spiegano - è iscritta alla Camera di Commercio dal giugno 1998, ma è ancora inattiva; la maggioranza delle quote è stata acquistata dalla Ecogestioni, il cui amministratore unico è Elio Faussone, titolare della Icom, proprietaria dei terreni. E Faussone è anche socio di Ecorecuperi, la ditta responsabile dello stoccaggio rifiuti del 1988, nonché procuratore della Servizi Ecologici, che nel 1987, 1993 e 1995 ha avanzato progetti per discariche di diverso tipo. Faussone ha interessi in società di vario genere, e per quanto riguarda quelle che si occupano di smaltimento rifiuti si avvale della collaborazione di Pierandrea Bottero. Ma Faussone e Bottero sono anche coloro che hanno avanzato la richiesta di patteggiamento della pena nel processo in cui erano imputati per aver causato il crollo parziale della chiesetta di San Giacomo". Ovvio che, considerati questi precedenti, quelli di Gerbo Grande si dichiarino più che perplessi. 
       Altro ancora ci sarebbe da dire: molti argomenti avanzati nel progetto si rifanno a dati ambientali evidentemente non rilevati in sito, ma tratti dalla letteratura; si possono rilevare argomentazioni tra loro contraddittorie; vengono evidenziati (pur tentando di minimizzare) elementi negativi sul piano ambientale. La relazione redatta dal geologo incaricato dalla Crioengineering conclude affermando l'idoneità del sito, ma parte, come dichiarato, dalla documentazione utilizzata nel 1995 per il progetto di discarica per rifiuti solidi urbani. 
       "Ma i notevoli problemi di localizzazione - concludono quelli del Gerbo Grande - evidenziati da una delibera della Giunta Regionale del 1989, nella quale si respingeva una domanda per discarica dell'allora Consorzio Audi, non sono stati cancellati danneggiando la cappella, e non dovranno neppure essere scavalcati da privati, che nascondono i propri interessi ostentando nuove tecnologie". 
       Per San Giacomo è in arrivo un autunno caldo: e il 5 ottobre sarà una giornata "bollente".  
      
     m.s.