• La Nota politica dell'8 ottobre '99
  
Il Congresso del PPI è stato il fatto politico più rilevante. Questo non dipende tanto dall'importanza numerica di questo partito quanto dai possibili sviluppi della maggioranza di governo.  
  
IL PROBLEMA DEL PPI  
Il PPi ha affrontato il suo Congresso con due problemi. Il primo concerne il rapporto con le sinistre. Il secondo riguarda l'atteggiamento da tenere con il Centro che molti cercano di ricostruire. Il PPI è un partito che si rivolge al centro ma con aperture sociali. Questo avviene in un momento nel quale diverse forze sociali spingono per ricostruire la vecchia DC intorno a Berlusconi.  
  
IL PPI NON E' LA DC  
E' un errore valutare il PPI come l'erede della DC. Nel PPI è confluita una componente della DC, quella democratica e popolare. E' una componente che ha difficoltà a crearsi un suo spazio. L'animo moderato l'avvicina al modello economico del mercato. L'animo popolare genera uno spirito critico e voglia di vie alternative. Però è grave - e spesso disonesto - identificare PPI e DC.  
  
PPI E CENTRO-SINISTRA  
I Popolari oggi partecipano al governo ma con alcune remore. La prima dipende dallo spirito egemonico dei DS. I popolari hanno coscienza di essere portatori di una dottrina politica che non può essere negata. La seconda però dipende dalla debolezza dei PPI: gli insuccessi elettorali bloccano le pretese politiche. Però  rimane la domanda: può esistere un PPI  antagonista al centro-sinistra?  
  
IL NUOVO SEGRETARIO  
Pier Luigi Castagnetti è il nuovo segretari. E' stato eletto con larga maggioranza, dopo polemiche. Per alcuni   vi è stato un pregiudizio negativo legato all'appoggio dell'ex segretario Marini. Per altri è stato visto con favore il legame con Prodi. Il problema però è diverso, riguarda il ruolo dei Popolari nella vita politica. La scelta è fra ricercare un centro autosufficiente o un centro capace di fare scelte e di schierarsi in maniera definitiva.  
  
I MASS MEDIA  
Il Congresso dei Popolari ha incontrato commenti nei media  che aiutano a comprendere chi comanda l'informazione. Nella stampa laica - come "La stampa" - si sono sposate  le tesi di un don Benzi che esprimono un integralismo da Khomeini.  Nella stampa cattolica sono stati condannati atteggiamenti poco ortodossi. Critiche taciute peraltro nei confronti di leaders   in situazioni private poco regolari.  Che significano questi fatti? In primo luogo che i padroni dei media  mirano  ad un centro che ripropone la DC. In secondo luogo che Berlusconi oggi può impersonare un mondo che si sperava  superato. In terzo luogo che i Popolari  possono ritrovare un ruolo nella politica se sono capaci di elaborare progetti laici, cioè partendo dalle  responsabilità di chi vive nella politica e non secondo le direttive di chi usa i politici.  A partire da questi intendimenti forse la vita politica sarebbe più lineare.  
  
beppe scapino