• La Nota Politica del del 17 settembre 1999 
Apparentemente non ci sono novità nella vita politica. Ad un osservatore attento però non possono sfuggire diverse manovre nel sistema dei partiti e nel rapporto fra questi e i poteri sociali.  
    
LA CRISI DELLA POLITICA 
E' un tema che viene ripetuto spesso, ma la crisi della politica influisce in maniera pesante sulla vita sociale. E' inutile ricordare come una delle origini di questa crisi nasca dalle prepotenze dei partiti. Però va sottolineato come questa crisi provochi dei vuoti nello svolgersi della vita democratica. Il posto della politica viene preso da altri poteri sociali, in primo luogo quelli economici. I poteri forti non sono "il grande vecchio" del tempo delle BR, ma sono poteri individuabili, capaci di radunare intorno ai propri interessi  pressioni economiche, culturali  e informative. La crisi della politica non è esaltazione della libertà dell'individuo, ma creazione di un totalitarismo tanto più grave quanto più sotterraneo.  
    
UN PROBLEMA ITALIANO  
In Italia i poteri forti hanno sempre incontrato una grossa difficoltà. Quella di ottenere una rappresentanza presentabile. La destra italiana era o seria ma minoritaria o sguaiata e quindi perdente. Spesso pertanto questi poteri si sono appoggiati a forze di centro-sinistra. Due sono le conseguenze per i nostri giorni. La prima è che le destre si stanno riorganizzando, almeno sul piano dell'immagine.. La seconda è che le sinistre rischiano di perdere le loro caratteristiche e, soprattutto, i loro ceti di riferimento. In queste manovre chi è assente  è l'intervento della cittadinanza.  
    
MANOVRE FRA PARTITI  
Come conseguenza di questa situazione noi assistiamo a manovre fra partiti, all'interno dei Poli. Il centro-sinistra  vive alla giornata. Non ha spirito di iniziativa e cerca di adeguarsi - nell'economia e nella politica sociale -  alle forze dominanti. Manca comunque un programma comune. Il centro-destra vive contraddizioni anche maggiori. Berlusconi sente ormai come un peso l'alleanza con Fini. Vorrebbe mantenerne i voti, ma non il peso politico. Pertanto Fini insiste sulla via dei referendum, mentre Berlusconi cerca di rifare non il grande centro, ma la vecchia DC. La riuscita del disegno di Berlusconi dipende da due fattori: allargare il grande centro   e far accettare un ruolo subalterno a Fini. Cioè rifare la politica degli ultimi anni della prima repubblica. Se il centro-sinistra non si sveglia potrebbe farcela.  
    
CIAMPI  
Intanto il presidente Ciampi continua a svolgere un ruolo attivo nella politica italiana. Mi chiedo come mai i tanti critici di Scalfaro, molto più discreto, non sentano di dover intervenire, Il Presidente deve garantire il rispetto della Costituzione che c'è, non il suo cambiamento.  
    
UN NUOVO ESERCITO  
Sembra che si prepari un esercito di volontari. Ma si tratta di una riforma meditata? e necessaria? anche dopo la Folgore?  
  
beppe scapino